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Verde pubblico

Riapre il parco del Galgario dopo lavori per 400 mila euro: ecco come è stato riqualificato fotogallery

Spostamenti delle aree giochi e per cani, numerosi rifacimenti e la creazione di un Giardino dei Giusti

Bergamo. Dopo un intervento di riqualificazione del valore di 400 mila euro, martedì 30 luglio è stato riaperto al pubblico il parco del Galgario, uno spazio verde a servizio prevalentemente del quartiere di Borgo Palazzo.

L’area di circa 14.000 mq complessivi, frequentata in prevalenza da famiglie di residenti con bambini, presentava essenze piantate nel 2006 (e anni successivi) che avevano avuto un veloce sviluppo andando a restituire un parco molto denso di piantumazioni tanto da risultare privo di visuali aperte, in particolare sulle aree giochi, come anche sottolineato negli incontri effettuati con i referenti del quartiere e delle scuole.

Queste considerazioni, unite alla necessità di riqualificazione complessiva, hanno motivato l’intervento appena concluso. “Dopo un periodo di prolungata attesa, la cittadinanza torna al parco Galgario e trova un luogo rinnovato, nei giochi e negli arredi – spiega Oriana Ruzzini – assessore al Verde -. Il progetto nasce dalla condivisione tra l’assessora Marzia Marchesi e il territorio, in questo mese ci siamo adoperati per concludere i lavori il prima possibile e dedicarci anche alle ultime azioni di cura: la pulizia delle aree verdi, dei muri perimetrali e del ponte, la semina dell’erba. Ringrazio tutti coloro che hanno collaborato alla riuscita di questo progetto, l’auspicio è che il parco venga frequentato e ben tenuto, nel rispetto degli spazi verdi e dei beni comuni”.

Il particolare, nella realizzazione del progetto, sono stati quindi delineati i seguenti obiettivi: favorire la fruibilità pedonale mettendo in sicurezza i percorsi e abbattendo le barriere architettoniche; operare una gestione del verde per aprire alcune visuali; essere un luogo semplice, accogliente, capace di infondere nelle persone un senso di appartenenza in grado di stimolare comportamenti di socialità condivisa e inclusiva; essere un luogo sicuro, luminoso, permeabile alla vista, riducendo le discontinuità fisiche e visive, senza alcuna barriera architettonica, con una regia del movimento fluida, chiara e semplice; essere un luogo flessibile agli usi.

Il progetto ha quindi previsto: la riqualificazione del percorso principale, mediante la posa di una pavimentazione in calcestruzzo drenante pigmentato di una larghezza di 2,5m. I percorsi secondari sono stati rivisti nel loro insieme con una larghezza di 1,8m e presentano anch’essi una pavimentazione in calcestruzzo drenante pigmentato, mentre quello verso il torrente Morla è stato ridotto con l’obiettivo di ampliare le aree libere e fruibili per il gioco.

 

Poi l’unificazione dell’area giochi concentrata nel cuore ideale del parco, in corrispondenza dell’area gioco prima dedicata ai bambini più grandi. La posizione sfrutta così, come quinta scenica, le alberature già esistenti creando un’area riparata e ombreggiata adatta all’attività di gioco.

Segue la posa di alcuni giochi di forte attrazione per i bambini su una pavimentazione in gomma antitrauma colata dai colori vivaci e tematizzata in modo tale da creare dei disegni a terra che possano essere utilizzati anche questi come attrezzatura per il gioco.

La zona, che in precedenza ospitava l’area gioco dedicata ai bambini più piccoli, è stata invece restituita come spazio verde, rispondendo così alla necessità di area a gioco libero di cui il parco risultava prima carente.

Lungo i percorsi, e nelle vicinanze delle aree attrezzate, sono state posizionate alcune sedute dal carattere architettonico semplice e funzionale con struttura in acciaio laccato e rivestimento in WPC (legno polimerico ricostruito).

Sedute in calcestruzzo bianco, dalla forma cilindrica e in due diversi formati di altezza e diametro, sono invece state collocate nelle vicinanze della nuova area gioco con l’obiettivo di fungere sia da seduta, sia da ulteriore attrezzatura ludica. Alla stessa duplice funzione rispondono gli elementi circolari, sempre in calcestruzzo, di contenimento per la sabbionaia.

Nella zona ovest, tra il percorso secondario e il confine con il torrente Morla, è stata realizzata la nuova area cani. Lo spostamento di quest’ultima in posizione più defilata nasce da un percorso di progettazione partecipata, tramite il quale sono state verificate le esigenze dei cittadini che lamentavano del disturbo essendo l’area precedente prossima alle abitazioni.

La recinzione lungo la Morla è stata completamente ricostruita: quello che inizialmente era un intervento di ripristino della staccionata in legno esistente, si è trasformato nella sostituzione totale e nel rifacimento della stessa con acciaio corten, materiale molto più duraturo e resistente alle intemperie. La staccionata è stata studiata per garantire la sicurezza anche dei cani nella zona ad essi dedicata, tramite la presenza di una rete a maglia che non permette l’attraversamento.

Per quanto riguarda le targhe commemorative presenti nel parco a memoria dei Giusti, queste sono state sostituite e raggruppate in un’unica istallazione costituita da steli in calcestruzzo bianco a base quadrata in tre differenti altezze, collocati in maniera ritmica a cavallo del percorso principale. (a seguire i nomi e una breve biografia)

Il Parco del Galgario possiede una dotazione di verde già completa. Pertanto il progetto non ha previsto l’integrazione di nuove essenze ma la rimozione di quelle secondarie con l’intendo di liberare alcune visuali e rendere il parco più accogliente e sicuro.

Le targhe commemorative presenti nel parco

– Antonia Locatelli

Suora missionaria in Rwanda, si oppose nel 1992 alle persecuzioni dei Tutsi nella regione di Bugesera, pagando con la vita la sua denuncia dei massacri, preludio al genocidio del 1994. Definita “l’angelo dei diseredati”, la sua azione era rivolta ai più indifesi, senza distinzioni di etnia o religione.

– Armin Wegner Theophil

Scrittore tedesco, ufficiale sanitario in Turchia nel 1915, a rischio della vita documentò con le sue foto il genocidio degli armeni, denunciandolo al mondo. Nel 1933 scrisse a Hitler una lettera di protesta contro la persecuzione degli ebrei e per questo fu arrestato, torturato ed esiliato.

– Khaled Al-Asaad

Con il sacrificio della vita si è opposto alla distruzione del sito archeologico di Palmira-Siria, Patrimonio dell’umanità UNESCO, memoria e testimonianza inestimabile della civiltà umana.

– Capitano Benedetto Debeni

Capitano d’artiglieria durante la Seconda guerra mondiale, nel 1942 in Ucraina protesse dai rastrellamenti tedeschi due sorelle ebree, accogliendole nella propria caserma. Nel 1943, al loro trasferimento in Italia, le fece rifugiare di nascosto a casa propria a Gromo, in Val Seriana, salvandole dalla deportazione.

– Giovanni Palatucci

Ultimo questore di Fiume salvò migliaia di profughi ebrei dalle persecuzioni naziste. Fu arrestato e condannato a morte con pena commutata nella deportazione a Dachau dove morì il 10 Febbraio 1945. Proclamato nel 1990 “Giusto tra le nazioni”.

– Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini. (Giovanni Falcone)

– Amnesty International

Facciamo crescere i diritti. “Meglio accendere una candela che maledire l’oscurità”.

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