• Abbonati
L'intervista

Remuzzi e “Le sanguisughe di Giulietta”: sanità e politica nelle storie dalla regina Vittoria a Steve Jobs video

Il direttore dell'Istituto Mario Negri presenta il suo ultimo libro tra aneddoti e racconti dei progressi della medicina e moniti per salvare il sistema sanitario nazionale

Bergamo. Cosa ci insegna la storia di Giulietta, la figlia di Manzoni curata con le sanguisughe? E quella del “macellaio” che operò la regina Vittoria per un ascesso all’ascella? È ancora valido il paradosso di Veronesi? E perché Steve Jobs ha aspettato ad operarsi dopo aver scoperto per caso di avere un tumore? Sono solo alcune delle storie ordinarie e straordinarie raccontate in “Le sanguisughe di Giulietta” per spiegare la complessità del progresso in medicina, i giganteschi passi avanti nella scienza ma anche i drammatici passi indietro nella vita reale di medici, infermieri, esami e farmaci.

È la contraddizione del mondo in cui viviamo dove si fanno trapianti impensabili fino a poco tempo fa ma è sempre meglio non ammalarsi a Natale, o di lunedì. Dove lo studio del DNA schiude infinite possibilità ma non si fanno dormire a sufficienza i pazienti. Dove il tempo medio dedicato da un dottore al suo ammalato è di soli otto minuti e la vita umana vale meno di quella di un’automobile. Il realismo della conoscenza che il Direttore dell’Istituto Mario Negri infonde a piene mani in queste pagine, insieme all’erudizione e agli aggiornamenti più affascinanti sulle ricerche più recenti, è la cura migliore per guarire dalle illusioni e aprire gli occhi sul passato e il presente della nostra salute, del sistema sanitario, dei robot che ci curano, dei capisala stressati, delle cure palliative, delle trasfusioni e di molto altro che riguarda tutti noi molto da vicino.

L’ultima pubblicazione del professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, ha un titolo tanto accattivante quanto particolare. E, sulla scorta del mood delle sue ultime pubblicazioni, “Le monetine di Roosevelt” docet, racconta, tra la complessità della materia e la leggerezza degli aneddoti, una materia, la medicina, rendendola una lettura adatta a tutti. Questo il segreto di un libro che di scientifico ha anche le virgole, ma che ha tutto il sapore di un testo capace di accompagnare le estati anche adi chi non è così vicino o conoscitore peculiare del mondo della sanità. Le pagine corrono veloci, tra storie di vite vissute, dalle più illustri alle più semplici, scoperte straordinarie e vicende che ti fanno strabuzzare gli occhi, ma anche gridi d’allarme, severi moniti alla politica e inviti ad avere una maggiore cura nei confronti di uno dei beni più preziosi del nostro Paese, lo stesso che abbiamo “copiato” dall’Inghilterra. Il sistema sanitario nazionale.

C’è spazio per la memoria, dunque, ma anche per l’innovazione e per la riflessione. E anche quando Remuzzi non le manda a dire ai Governi che poco o nulla hanno fatto e stanno facendo per tutelare la sanità pubblica, non c’è mai una volontà politica, un colore di appartenenza. Piuttosto la volontà forte di mettere al riparo la cura e i cittadini. C’è la preoccupazione di un professore, ma ancor prima di un medico, che raccoglie in una istantanea le piaghe dell’oggi per invitare, nel tempo che ancora resta, a ripensare ad un sistema che mette al centro il paziente. Un’urgenza del dire che del resto gli appartiene da sempre. Difficile trovare un testo in cui Remuzzi non ne parli. D’altro canto è nelle sue responsabilità farlo, appartiene alla sua sua missione. Divulgatore di conoscenza ma anche di moniti. Così, in una dialettica dinamica e avvincente, i capitoli si avvicendano in maniera organica se pur diversa, dando luogo ad un simposio di equilibrio capace di insegnare, educare e accendere il pensiero.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI