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A urgnano

Anni di minacce e botte ai genitori per avere soldi per la droga: 27enne in carcere

Il giovane era già stato condannato nel 2021 a due anni e 4 mesi di reclusione ma nonostante ciò non aveva smesso

Urgnano. I Carabinieri della Stazione di Urgnano hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Bergamo nei confronti di un italiano 27enne, tossicodipendente.

Durante la notte del 18 di luglio i Carabinieri sono intervenuti per una lite in famiglia. Giunti sul posto, il padre del 27enne ha riferito ai militari che il figlio convivente, nel rincasare, gli aveva chiesto 30 euro, somma che solitamente il padre era costretto ad elargirgli. Quella sera però, il padre, stanco di continuare a cedere a quelle continue richieste di denaro, utilizzato per l’acquisto della droga, non lo aveva assecondato. Così il figlio ha iniziato a scaraventare sedie per casa e a rovesciare tutto quello che si trovava davanti, mettendo letteralmente a soqquadro l’abitazione. All’arrivo dei Carabinieri l’esagitato non era più presente, in quanto datosi alla fuga pochi istanti prima.

La vittima, sentita dettagliatamente dagli investigatori, ha riferito dell’episodio raccontando che il figlio, sempre più frequentemente, in preda alle sue di crisi di astinenza, svegliava il padre durante la notte, anche più volte a settimana. L’uomo non riusciva più a dormire. Inutili i tentativi di convincerlo ad affidarsi a una comunità per disintossicarsi.

La mamma e il fratello del 27enne si erano ultimamente trasferiti in un altro appartamento pur di non avere a che fare con lui. La madre, sentita anche lei dai Carabinieri, ha detto che era diventato impossibile convivere con il figlio, sempre più violento, il quale, in diverse circostanze, aveva danneggiato numerosi oggetti nell’abitazione.

Nel dicembre 2023, la donna aveva già denunciato il figlio. Nella circostanza era emerso che lo stesso, al termine della misura degli arresti domiciliari, scontata nell’abitazione dello zio, in quanto resosi responsabile di estorsione ai danni dei genitori, nel ritornare a convivere con gli stessi, a partire da ottobre 2023, aveva iniziato nuovamente a chiedere somme di denaro dai 20 ai 50 euro.

La donna ha spiegato agli investigatori che spesso tali somme gli venivano consegnate per evitare che desse in escandescenza e che mettesse in pericolo la loro incolumità. Sempre a dicembre 2023, intorno alle due del mattino, le aveva chiesto dei soldi per l’acquisto dello stupefacente e, al rifiuto della stessa, aveva ribaltato la poltrona e aveva scaraventato il televisore a terra.

Fortunatamente era intervenuto il fratello che era riuscito ad accompagnarlo fuori, elargendogli la somma richiesta, poiché era l’unico modo per farlo calmare.

Ancora nel mese di dicembre, la donna, nel rincasare, aveva trovato l’abitazione a soqquadro. Il figlio aveva rovistato dappertutto per cercare le chiavi dell’auto del fratello e, all’arrivo della donna, si era già allontanato alla guida del mezzo, seppur senza patente, per poi ritornare a casa e aggredire la madre spintonandola. Il padre era intervenuto e anch’egli era stato spintonato. In quell’occasione lo stesso aveva con sé un coltello, preso da casa poco prima. La donna aveva chiamato i Carabinieri che constatavano lo stato di alterazione psicofisica del giovane. Nella circostanza, anche i nonni e il fratello del 27enne avevano riferito ai Carabinieri a proposito delle innumerevoli occasioni in cui il medesimo aveva tenuto un comportamento estremamente aggressivo, aggiungendo che, nell’ultimo periodo, la violenza dello stesso era aumentata a tal punto da essere tutti costretti ad ottemperare ad ogni richiesta di denaro, in quanto le minacce era sempre più mirate e pesanti.

Il 27enne era già stato condannato a due anni e 4 mesi di reclusione ed euro 800 di multa con sentenza del dicembre del 2021 emessa dal Tribunale di Bergamo confermata dalla Corte d’Appello di Brescia, poi divenuta irrevocabile, aveva scontato tutta la pena.

Neanche il processo e la conseguente esperienza detentiva avevano prodotto alcun effetto deterrente sul medesimo, che continuava a minacciare i familiari e a provocare disastrosi danneggiamenti in casa, al fine di ottenere il denaro. La crescente aggressività descritta dalle persone offese, costrette per paura a consegnare quotidianamente somme di denaro al 27enne, la perseverazione nel crimine, nonostante misure cautelari e sentenze di condanna, era prova della pericolosità sociale del soggetto, contenibile unicamente con la misura della custodia cautelare in carcere. L’uso di sostanze stupefacenti rendeva ancora più concreto ed attuale il pericolo di reiterazione dei reati. Per tali ragioni, e per i diversi, anche recenti, episodi di estorsione documentati dai Carabinieri, lo stesso veniva quindi condotto in carcere.

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