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Medicina sportiva

Sport Medicine, il servizio di Habilita per superare gli infortuni e tornare in forma

Il poliambulatorio San Marco di Bergamo inserito nel progetto

“Non sono soltanto soddisfatto, sono entusiasta di quanto abbiamo fatto fin qui”. Inizia così il Dr. Giacomo Zanon, ortopedico di Habilita e responsabile del servizio di Sport Medicine, quando gli chiediamo di farci un bilancio degli ultimi tre anni, ovvero da quando il suo ambulatorio, è stato attivato in Habilita. Attualmente il servizio è presente nelle sedi di Bergamo (visite) e Fara Novarese (visite ed eventuali interventi).

“La costruzione di questo progetto è stata a 360°. Abbiamo allestito delle sale operatorie congeniali al tipo di interventi che effettuiamo e abbiamo formato il personale per la gestione di tutte le necessità nell’ambito della Sport Medicine. Il risultato è stato eccellente. Sul territorio di Novara, prima che partisse questo servizio, non erano presenti dei riferimenti importanti in questo settore, ora in Habilita I Cedri abbiamo una media di circa 100 visite al mese e anche l’ambulatorio di Habilita San Marco è sempre pieno. Sinceramente tre anni fa non immaginavo che avremmo raggiunto queste cifre, ma evidentemente la richiesta era elevata e noi siamo stati in grado di intercettarla e di fornire una risposta efficace: la bontà del lavoro che abbiamo portato avanti è testimoniata da queste cifre. Le nuove sale operatorie di Habilita I Cedri hanno dato un’importante accelerazione al progetto. Oggi possiamo contare su personale altamente preparato, materiali di alta qualità (colonna artroscopica, materiale impiantabile…); per un chirurgo è difficile desiderare qualche cosa in più. È stato creato un polo attrattivo e, proprio per questo si sono rivolti a noi anche atleti professionisti di diversi ambiti sportivi. In questi anni sono passati da noi Vanessa Ferrari (campionessa di ginnastica artistica), Domenico Berardi (attaccante del Sassuolo e della Nazionale di calcio), Fabio Gerli (capitano del Modena), Filippo Sgarbi (giocatore della Ternana), Ottavia Cestonaro (rappresentante della Nazionale di atletica leggera alle prossime Olimpiadi)”.

 

Sport Medicine

 

Habilita rappresenta oggi un centro riconosciuto a livello nazionale per la qualità dei servizi di Sport Medicine?

“C’è un aspetto che mi preme sottolineare. Io sono a capo del progetto nazionale ‘ACL in a day’ e Habilita I Cedri è uno dei pochi centri nazionali abilitati a eseguire interventi ai legamenti crociati in day hospital: i pazienti che si sottopongono all’operazione vengono dimessi alla sera. Negli ultimi due anni abbiamo creato e reso operativa un’organizzazione articolata che va dai meccanismi di accettazione, di ricovero e di strategia anestesiologica. Un paziente viene quindi ricoverato da noi al mattino, viene operato e poi viene dimesso nel pomeriggio in grado di camminare: il tutto viene svolto in totale sicurezza. Questo progetto ha comportato un importante training del settore anestesiologico, di quello infermieristico e di quello amministrativo. Ognuno deve sapere con esattezza come gestire queste situazioni perché l’obiettivo è quello di fare in modo che il paziente possa tornare a casa la sera stessa potendo camminare”.

Quanti interventi chirurgici di Sport Medicine vengono eseguiti in un anno?

“Complessivamente possiamo parlare di circa 300 interventi chirurgici all’anno nell’ambito della Sport Medicine. Penso che sia un risultato decisamente buono. Tutti gli elementi chiave di questo servizio si integrano perfettamente: una struttura ospedaliera efficiente, un’attività ambulatoriale perfettamente avviata e figure professionali preparate. Il filo conduttore di tutto è rappresentato dall’alta qualità del servizio. Oggi penso sia molto difficile trovare un centro privato/convenzionato che garantisca la stessa qualità che è presente in Habilita I Cedri. Se continuiamo a crescere a questo ritmo, l’obiettivo è quello di diventare un punto di riferimento nel mondo sportivo professionistico”.

Quali sono gli aspetti che caratterizzano la Sport Medicine?

“Noi ci occupiamo in particolare di ricostruzioni legamentose, di patologia meniscale (meniscectomie, suture meniscali) per salvare il menisco nei soggetti giovani, abbiamo operato anche ragazzi di 10 anni per ricostruire il crociato e ci occupiamo delle patologie dei tendini”.

Il futuro del progetto Sport Medicine?

“Il futuro è quello di alzare sempre di più l’asticella della qualità, mantenendo sempre la massina attenzione alla sicurezza dei trattamenti e rendere questa chirurgia accessibile a tutti: lo sport non ha età, lo praticano sia i giovani che i meno giovani. Vogliamo che i risultati siano soddisfacenti non solo per il chirurgo, ma soprattutto per il paziente che si vede perfettamente restituito alla sua disciplina sportiva”.

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