Bergamo. È successo questa mattina, mercoledì 24 luglio, e la contestazione ha coinvolto i lavoratori RSA e RSD.
Durante il periodo del covid-19 il personale socio-sanitario e assistenziale è stato di fondamentale importanza per tutti i cittadini più vulnerabili ed esposti ai pericoli della pandemia, come anziani e portatori di handicap; grazie al loro impegno e dedizione sono stati considerati dei veri e propri eroi. Da quando però l’emergenza è terminata il loro sforzo lavorativo non è più stato riconosciuto né retribuito adeguatamente. Infatti nel 2019 è scaduto il contratto nazionale Uneba che tuttavia non è più stato rinnovato; per questo motivo i sindacati (CGIL, CISL e UIL) hanno iniziato a proporre una trattativa per un aumento di stipendio, in modo da poter sia assicurare un adeguato tenore di vita, nonostante i continui disagi e problemi dovuti all’inflazione, sia per ricevere il giusto riconoscimento finanziario per il lavoro straordinario svolto a causa della mancanza di operatori socio-sanitari e assistenziali.
Dopo ben 18 mesi di trattativa, i sindacati hanno ottenuto solo un aumento di 50 euro lordi mensili, ovvero del 3.8% del loro stipendio attuale, e dovendo anche rinunciare ad alcuni diritti dichiarati nel contratto ora scaduto. Questa proposta, oltre ad essere stata considerata inadeguata, ha portato a proclamare lo stato di agitazione a livello nazionale, ovvero un percorso intrapreso da uno o più sindacati che avviano azioni di protesta al fine di tutelare i propri diritti e ottenere migliori condizioni lavorative. Questo non ha dato un esito positivo e in conseguenza sono iniziati i presidi di protesta ed è stato programmato lo sciopero nazionale per il 16 settembre.
Oggi infatti, di fronte alla prefettura di Bergamo, è stato svolto il quarto presidio in cui è stato chiesto minimo un aumento del 17%, dato che in Val Seriana è stato ottenuto un compromesso: 1 euro in più all’ora per le 163 ore totali mensili. L’Uneba però non è ancora disposto ad accettare la proposta, infatti ha chiesto al governo italiano di contribuire nel pagamento degli aumenti di stipendio, una richiesta però anomala.
Per ora non si sa altro e bisogna aspettare la risposta del Ministero al verbale di ciò che il sindacato ha proposto oggi, mercoledì 24 luglio.
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