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Le reazioni

Il legale dei Gambirasio: “Serie tv su Bossetti? Solo marketing”. Feltri: “È innocente”

L'avvocato Pezzotta: "Se fosse stata colpevolista l'avrebbero guardata in tre, contenti di esserne rimasti fuori". Il giornalista bergamasco controcorrente e senza mezzi termini: "I giudici vadano a nascondersi"

"Abbiamo ritenuto non fosse opportuno partecipare a questi spettacoli tv sulle vicende giudiziarie. La nostra linea è che i processi li facciamo in tribunale, non su Netflix". Poi aggiunge: "Devo dire che, alla luce di questo tipo di narrazione innocentista, siamo ben contenti di esserne rimasti fuori".

A parlare, dopo che da giorni sui giornali si discute della serie tv "Il Caso Yara: oltre ogni ragionevole dubbio", dedicata all’omicidio della tredicenne di Brembate Sopra, è l’avvocato Andrea Pezzotta, legale della famiglia Gambirasio.

Il legale ha rilasciato un'intervista a 'Il Tempo'. La serie Netflix "è stata creata con un taglio innocentista - dice - e non aggiunge nulla di nuovo rispetto alle solite cose che dice la difesa". Pezzotta la definisce un'operazione di marketing: "Una serie dal titolo ‘Bossetti colpevole oltre ogni ragionevole dubbio’ l'avrebbero guardata in tre".

Per il giornalista e critico televisivo del Corriere della Sera Aldo Grasso "la ricostruzione di Neri sposa le tesi della difesa e genera molti sospetti sui metodi investigativi accennando, talvolta, a possibili depistaggi. È un duro atto d’accusa contro il pubblico ministero Letizia Ruggeri".

Questo perché "non vengono però valorizzati gli indizi dell'accusa che il processo ha ritenuto prove fino a rendere definitiva la condanna all'ergastolo per Bossetti", scrive Fiorenza Sarzanini, vicedirettrice del Corriere e cronista all’epoca del delitto. Il dna, fa notare, non è l'unica prova: "A suo carico c'è il fatto che le celle del suo cellulare siano state agganciate quella sera in una zona compatibile con la palestra dove si trovava Yara".

E poi, il fatto Bossetti ha fornito un alibi falso. "Quando gli è stato chiesto dove si trovava la sera in cui è scomparsa Yara ha dichiarato di essere stato a casa, ma si trattava di una bugia ed è stato lui stesso ad ammetterlo in seguito".

Sarzanini ritiene "innegabile che nel corso dell'inchiesta siano stati commessi alcuni errori, anche gravi. Il più grave è stato quello di aver coinvolto ingiustamente il marocchino Mohammed Fikri. Ma proprio questo dimostra la difficoltà di arrivare al vero colpevole e il fatto che non ci fossero tesi precostituite".

Non tutti però concordano. Vittorio Feltri su X ha invece scritto che "Bossetti sconta l’ergastolo per un delitto che non ha commesso. I giudici si vergognino e vadano a nascondersi". Controcorrente e senza mezzi termini, come è nel suo stile.

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