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La sentenza

Omicidio Bonomelli, tutti condannati: pene totali per 82 anni video

Ventisei anni per la mente del gruppo Matteo Gherardi e per l'amico Omar Poretti, 15 anni per la fidanzata Jasmine Gervasoni e per il padre Luigi Rodolfo Gherardi. Provvisionali per 125mila euro ai familiari della vittima

Entratico. Ventisei anni a Matteo Gherardi e Omar Poretti, 15 anni a Luigi Rodolfo Gherardi e a Jasmine Gervasoni. Alla pronuncia della sentenza per i quattro responsabili della morte dell’imprenditore 80enne Angelo Bonomelli, la ragazza si è accasciata sulla sedia ed è scoppiata in lacrime. Gli altri tre non si sono scomposti. La mente del gruppo, Matteo Gherardi, arrivato in aula con una camicia bianca e il rosario nero al collo, è rimasto pressoché impassibile.

La Corte d’Assise del tribunale di Bergamo ha quindi accolto la tesi della Procura, ed ha condannato i quattro per omicidio volontario con dolo eventuale e rapina, entrambi pluriaggravati, Poretti anche per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il pm Chiara Monzio Compagnoni aveva chiesto condanne per 105 anni: 29 anni per Matteo, 28 per Omar, 24 per la compagna e il padre di Gherardi.

Respinta quindi la richiesta avanzata dagli avvocati degli imputati: derubricare il reato in morte in conseguenza di altro reato perché, secondo i legali, i quattro volevano solamente rapinare Bonomelli, non certo ucciderlo. Nel caso la Corte avesse accolto la richiesta, avrebbero potuto beneficiare del rito abbreviato che consente uno sconto di un terzo della pena. Ma così non è stato e l’imputazione è rimasta quella originaria.

Il tribunale ha disposto una provvisionale che i quattro dovranno pagare in solido ai familiari della vittima: 50mila euro per la moglie Marilena Gardoni, e 25mila euro a testa per i figli Michela, Emanuele e Cristina.

Angelo Bonomelli morì da solo, nell’abitacolo della sua automobile posteggiata in un parcheggio di Entratico, nella notte tra l’8 e il 9 novembre 2022. Quando venne ritrovato dai carabinieri, allertati dalla famiglia preoccupata per il suo mancato rientro a casa, si trovava sul sedile al lato guida della sua Fiat Freemont. In un primo momento si pensava ad una morte per cause naturali, ma alcuni elementi avevano fatto sorgere dei dubbi ed erano così partite le indagini. Dal suo polso mancava l’orologio d’oro Longines dal quale non si separava mai, nessuna traccia del portafogli e del cellulare.

Così gli inquirenti avevano visionato le immagini delle telecamere della videosorveglianza del Comune, scoprendo che l’anziano imprenditore non era arrivato da solo in quel parcheggio ma ce lo avevano portato quattro persone. Ripercorrendo a ritroso la giornata della vittima, emerse poi che aveva incontrato Matteo Gherardi, Omar Poretti, Jasmine Gervasoni e Rodolfo Gherardi al bar Sintony di Entratico. L’imprenditore conosceva Matteo perché lo stesso si era offerto di aiutarlo a rilanciare via social la villa Ortensie di Sant’Omobono Imagna, che l’80enne aveva acquistato. Con loro Bonomelli aveva bevuto qualcosa all’esterno del locale e, dopo qualche minuto, si era alzato barcollante, era caduto sulle ginocchia ed era stato accompagnato all’auto sorretto da Matteo e da Omar.

Si era poi scoperto che Matteo Gherardi aveva consegnato un flacone di Rivotril, un ansiolitico, a Poretti, dicendogli di versarlo nel caffè dell’anziano al fine di stordirlo e di poterlo così rapinare. Secondo le analisi del perito del tribunale, il quantitativo assunto dall’imprenditore era pari a un intero boccettino, dose che lo aveva fatto addormentare pesantemente. L’uomo era stato portato e abbandonato incosciente nel parcheggio. Matteo, la sua compagna e il padre erano poi tornati a controllarlo qualche ora dopo: vedendolo ancora addormentato se ne erano andati senza prestargli soccorso e senza chiamare il 112. Se lo avessero fatto, in base a quanto dichiarato durante il dibattimento dal medico legale, Angelo Bonomelli si sarebbe potuto salvare. Invece gli effetti del Rivotril, in una dose così importante, sul fisico di un uomo di 80 anni, nelle sue condizioni di salute, sono risultate letali.

Le motivazioni della sentenza verranno depositate entro 90 giorni.

 

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