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Il fenomeno

Bagni proibiti, 3 morti in 2 settimane. I sindaci ‘minacciano’ multe e accessi sbarrati

Le difficoltà delle amministrazioni nel far rispettare i divieti: "Territorio vasto e poche forze per i controlli. I cartelli ci sono, a mancare è la consapevolezza". A Cassano bagnanti allontanati per la prima volta dal Traversino

Non esagerava Giacomo Passera, memoria storica dei Sommozzatori di Treviglio, quando pochi giorni fa definiva “bollettino di guerra” la conta dei morti lungo i fiumi bergamaschi nell’estate 2024. Certo, nel suo conto rientrano un po’ tutti i tipi d’intervento: non solo quelli richiesti dopo un tuffo o un bagno proibito, ma anche quelli necessari a trovare un disperso dopo un incidente sul lavoro: vedi il caso del povero Claudio Togni, il 59enne tecnico della società idroelettrica Italgen risucchiato dall’Adda il 28 giugno mentre lavorava su una diga. Per non parlare di altri interventi ancora, quelli per restituire ai familiari la salma di chi, in questo mondo, non voleva più starci e per farla finita ha deciso di abbandonarsi alla corrente del fiume. Come il cinquantenne pugliese ripescato il 20 luglio nel Serio a Pedrengo.

Limitandosi ai soli bagni proibiti, sono 4 le vittime legate al territorio bergamasco registrate in pochi mesi. Lo scorso 12 maggio Bruno Pontara perse la vita nell’Adda tra Medolago e Cornate (Monza e Brianza). Il sedicenne, di origini sudamericane, abitava a Cernusco sul Naviglio, nel Milanese: aveva raggiunto a nuoto la sponda opposta del fiume, ma nel tornare indietro è stato trascinato via dalla corrente. Un punto, quello tra Medolago e Cornate, più volte teatro di tragedie simili. E dove questa estate sono già stati richiesti tre interventi di soccorso (anche se l’ultimo si è probabilmente rivelato un falso allarme).

 

“Facciamo quel che possiamo – commenta il sindaco di Medolago, Alessandro Medolago Albani -. C’è un’ordinanza e ci sono i cartelli multilingue che dicono che tuffarsi è proibito, ma ogni anno c’è chi questi divieti non li rispetta. Persone che evidentemente non hanno il giusto senso del pericolo”. L’area, nota con il nome di ‘Adda Beach’, viene presa d’assalto ogni weekend ed è in mano a un gestore che al massimo può controllare cosa succede nei pressi del bar, dei tavolini e dei barbecue. “Di certo non può tener d’occhio due chilometri di fiume con tutte le insidie che nasconde”,  fa notare il sindaco, che parla senza mezzi termini di “situazione ingestibile”. “Abbiamo migliorato l’accessibilità all’area pensando anche ai soccorritori che devono intervenire, perché non c’è un mezzo vero e proprio per imporre la non presenza lungo il fiume. Il sabato e la domenica nemmeno abbiamo la polizia locale per i controlli, è una situazione che subiamo in tutto e per tutto”.

Ci sono poi Daniel Olaru e Hamad El Mayza: il primo, 31 anni, camionista romeno di passaggio, è morto l’11 luglio; il secondo, 44enne marocchino con casa a Levate, lunedì 22. Entrambi sono annegati a Brembate, praticamente nello stesso punto del fiume. La zona è quella della Filarola, dove il sindaco Luca Rosa sta pensando di chiudere la strada che porta a via Arnichi. “Per evitare altre tragedia come queste”, ha detto. Ma anche per contrastare situazioni legate a spaccio, degrado e abbandono inconstrastato di rifiuti. O almeno provarci. “Quel che è certo – continua Rosa – è che metteremo di nuovo mano alla cartellonistica per ricordare ancora una volta che fare il bagno nel Brembo è vietato”. Alla fine, si è deciso per un’ordinanza di divieto di balneazione con multa di 500 euro per i trasgressori.

 

Brembate, 44enne muore annegato
Carabinieri sul luogo della tragedia costata la vita a El Mayza

 

Un’altra giovane vittima è finita sott’acqua senza più riemergere il 9 luglio a Cassano d’Adda, al confine tra la Bassa e la provincia Milano: si tratta di Hossam Abdelhamid, egiziano di 25 anni, da alcuni documenti in suo possesso residente a Treviglio. È annegato dopo un tuffo nel canale Muzza, nella zona del Traversino, storicamente frequentata dai bagnanti nonostante i divieti di balneazione. Un luogo, anche questo, teatro di numerosi episodi di cronaca (“una ventina negli ultimi dieci anni”, dice il sindaco Fabio Colombo) che hanno costretto l’amministrazione comunale a prendere una decisione secondo alcuni impopolare, presa dopo un confronto con la Prefettura di Milano e il Consorzio Muzza bassa lodigiana. Nel fine settimana, infatti, gli agenti della polizia locale hanno fatto rispettare l’ordinanza emessa qualche giorno fa allontanando per la prima volta gli amanti del bagno e della tintarella. La prossima volta, per i trasgressori, scatteranno le sanzioni: anche in questo caso di 500 euro.

 

controlli Traversino
L'area sgomberata dopo l'arrivo della polizia locale (foto: Stefano Dati)

 

“Le operazioni di salvataggio hanno messo in campo un dispiegamento di forze e mezzi enormi – prosegue il sindaco Colombo -. Tutto ciò ha un elevato costo economico e sociale tenendo conto, ad esempio, che la spesa per l’impiego di un elicottero si attesta sui 200 euro al minuto. Il desiderio è che i cittadini e i turisti estivi che frequentano il nostro territorio si rendano conto che i cartelli e tutti i sistemi messi in atto per contrastare la balneazione non sono un atto repressivo, ma un intervento a tutela della pubblica incolumità”.

Ha qualche pensiero in meno l’amico e collega di Fara Gera d’Adda, Raffaele Assanello. “Da qualche anno nel nostro territorio non si verificano incidente mortali – fa notare il primo cittadino -. Come tutti abbiamo installato sulle sponde i cartelli multilingue che ricordano il divieto di balneazione e messo dei salvagenti muniti di funi che possono essere lanciati a chi è in difficoltà in acqua”. Ma, soprattutto, sostiene il sindaco, a dare un grande contributo è stato il “presidio fisso dei sommozzatori di Treviglio il sabato e la domenica”, dove il fiume si incrocia con il canale dell’Italgen e sono morte diverse persone. “Credo che grazie alla loro presenza si sia creata una maggiore consapevolezza – conclude Assanello -. È fondamentale, perché controllare un territorio così vasto con le poche forze a disposizione è impossibile. Viste le notizie tragiche che si leggono in questi giorni, spero di non dovermi ricredere a breve”.

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