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Le novità

Il Politecnico delle Arti sogna Osaka 2025: l’Accademia si candida con un progetto dedicato alla realtà virtuale

Francesco Pedrini, vicedirettore del Politecnico delle Arti di Bergamo con delega alla direzione dell’Accademia di Belle Arti, racconta le ultime dell’istituto

È tempo di novità all’Accademia di Belle Arti di Bergamo, istituto che insieme all’ex conservatorio forma il Politecnico delle Arti, prima realtà in Italia di questo tipo nata a gennaio 2023.

“Nell’anno scolastico appena concluso l’accademia è arrivata a ospitare 283 studenti”, annuncia Francesco Pedrini, vicedirettore del Politecnico delle Arti e artista a breve in partenza per una residenza artistica a Città del Messico della durata di un mese.

Aumenta il numero generale di studenti, compresi i fuorisede e cresce l’interesse da parte della comunità nazionale di istituti di alta formazione. Per venire incontro alle esigenze del mercato artistico l’Accademia introducendo una grande novità: a partire dall’anno accademico 2024/2025 sarà attivo il dipartimento di “design della comunicazione visiva”. “Il ministero ha già approvato il piano di studi – precisa Pedrini –. Si tratta di un terzo indirizzo pensato per la progettazione artistica d’impresa. In un’ottica di utilizzo delle nuove tecnologie, porta a possedere strumenti metodologici e critici adeguati all’acquisizione di competenze nei linguaggi espressivi, delle tecniche e nelle metodologie più avanzate del mondo della comunicazione visiva contemporanea. Questo percorso comprende materie come graphic design, discipline classiche teoriche e pratiche, corsi legati alla comunicazione e alla grafica editoriale e digitale. Il nuovo indirizzo si aggiunge ai due preesistenti, recentemente rimodulati: ‘arti visive’ e ‘multimedia’”.

Il triennio “multimedia” è l’evoluzione di quello che precedentemente era denominato “nuove tecnologie”. Il piano di studi, che prevede materie innovative come progettazione gaming, mira a fornire strumenti di base teorici e di metodo per affrontare le pratiche artistiche multimediali, attraverso le forme dell’arte contemporanea, la progettazione multimediale, i linguaggi della comunicazione, del web, della fotografia, gli audiovisivi, il suono, i sistemi interattivi, l’analisi della cultura digitale. A seguire il biennio “audiovisivi e multimedia” pensato per chi vuole acquisire competenze specifiche per le produzioni audiovisive complesse pensate per molteplici canali.

“Arti visive”, invece, è la prima parte del percorso tradizionale di Accademia di Belle Arti che si conclude con il biennio in pittura. Gli studenti e le studentesse hanno la possibilità di lavorare liberamente con la pittura, l’installazione, la fotografia, il video, i media digitali, la performance, il disegno e le tecniche calcografiche.

Il dipartimento di “design della comunicazione visiva” non è l’unica novità nella “casa delle belle arti”. L’Accademia ha infatti aderito a un bando del Ministero dell’Università e della Ricerca indirizzato agli istituti AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e coreutica, ndr) per prendere parte alla Expo 2025, in programma a Osaka, in Giappone, dal 13 aprile al 13 ottobre. “Ci sono buone probabilità di essere selezioni – dice Pedrini –. Abbiamo preso parte al bando insieme a tutte le accademie italiane, ciascuna andrà alla manifestazione a presentare il proprio progetto”.

Nel caso dell’Accademia bergamasca si tratta un lavoro di animazione digitale, realizzato dai ragazzi e dalle ragazze del biennio, che unisce ambienti fisici e virtuali. “Il nostro progetto per Osaka vuole mettere a frutto le sperimentazioni realizzate negli ultimi due anni in Accademia con gli ambienti immersivi e i visori per la realtà virtuale – spiega Daniele Maffeis, docente di tecniche di modellazione 3D al Politecnico delle Arti di Bergamo, responsabile dei lavori per Osaka –. I destinatari del progetto sono gli studenti e le studentesse del biennio in Audiovisivi e Multimedia con cui realizzeremo nel corso del prossimo semestre un intervento: attraverso un gioco di rispecchiamenti reciproci – si intersecano installazione ambientale e ambiente virtuale”. “Il progetto vuole sperimentare il paradigma dell’immersivo non come fuga dal reale ma come rispecchiamento critico e indagine dei suoi limiti”, conclude Maffeis.

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