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L'intervista

“Siamo artisti liberi, la creatività non ha limiti”: ecco i Tangle, la band dell’intreccio

Venerdì 19 luglio il gruppo bergamasco (Fulvio Marcarini, Francesco Locatelli, Manuele Mariani e Matteo Locati) si esibirà all'Edonè in occasione dello storico festival Rock sul Serio

Creare musica in totale libertà senza limiti alla sperimentazione e alla contaminazione. Non è un caso se gli artisti bergamaschi Fulvio Marcarini, Francesco Locatelli, Manuele Mariani e Matteo Locati hanno scelto di identificarsi con il nome Tangle, parola inglese che significa ‘intreccio’.

Nei fatti loro sono un interessante garbuglio di generi: fusion, progressive, metal con un pizzico di djent (corrente musicale derivante dal progressive metal, ndr). Detto brevemente, i Tangle fanno un sano rock alternativo strumentale, ricordandoci che a volte le parole sono superflue. La loro è una musica evocativa di immagini e sensazioni, una colonna sonora a cui non c’è una interpretazione univoca. Per cui non rimane che ascoltarli e godersi il viaggio.

La prima data utile per sperimentare il “trip” del Tangle è venerdì 19 luglio, ore 20,30: i quattro musicisti si esibiranno a Rock sul Serio, storica rassegna a ingresso gratuito giunta alla ventunesima edizione, che, per la prima volta, ha luogo allo Spazio Giovani Edonè di Bergamo.

La storia dei Tangle inizia nel 2019. La formazione originaria era composta da Fulvio Marcarini alla chitarra, Francesco Locatelli alle tastiere, Manuele Mariani al basso e Alessandro Moriconi alla batteria. Poi, nel 2022, la band si rinnova, con l’ingresso di Matteo Locati.

“Abbiamo iniziato a scrivere musica senza una direzione, facevamo quello che ci piaceva componendo tutti insieme – spiega Fulvio Marcarini –. Il nostro intento rimane lo stesso: sperimentare, traendo ispirazione da artisti come Porcupine Tree, Plini, artista australiano, Tigran Hamasyan, The Aristocrats, gruppo fusion, con l’obiettivo di evocare nell’ ascoltatore immagini, suggestioni o racconti”. A nomi provenienti dai palchi esteri di aggiungono anche esempi della scena nazionale come il chitarrista Matteo Mancuso o i Calibro 35.

“Il problema è che l’ambiente italiano offre poche opportunità per il nostro genere, di nicchia e non mainstream, rispetto a realtà come la Gran Bretagna – sottolinea Matteo Locati –. Nel nostro Paese le occasioni ci sono, ma vanno cercate con la lente di ingrandimento. Ora puntiamo a palchi fuori dalla Lombardia e in futuro ci piacerebbe proporci all’estero”.

Una strada più che praticabile dai Tangle: le diverse influenze artistiche della formazione rende l’intreccio particolarmente interessante. Alla formazione classica di Francesco, si lega il groove di Fulvio e Manuele. A chiudere il cerchio l’anima punk di Matteo.

Un esempio di suggestione “alla Tangle” è il brano Chronicles of a chicken thief, letteralmente “cronache di un ladro di galline”. Un pezzo che esplode, come il caos che può generare una volpe che irrompe in un pollaio. Questa è una delle sette tracce di Entangle, il primo album della band, pubblicato a dicembre 2023.

 

tangle

 

Registrato allo VCA Studio di Gregorio Conti, e con il master di Marco Ravelli, il progetto è interamente “made in Bergamo”. I brani, che compongono in tutto 35 minuti di musica, variano dai tre ai sette minuti: la conferma che i Tangle non hanno alcuna intenzione di fare musica sotto il gioco dei canoni radiofonici.

Apre le danze Splash, nato dall’unione di due brani. Il titolo è un omaggio a Gueridon, personaggio dei Pokémon, amato dai fan della celebre saga per la mossa “splash” totalmente innocua. Richiami al mondo nerd e cinematografico, anche più attuale, percorrono l’intero album. È il caso di Arrakis, un pezzo “nato al contrario – spiega Francesco Locatelli –. Nel senso che è stata concepita prima la musica, collegata in un secondo momento a un’immagine”. “Questa melodia mi ha ricordato Arrakis, altro nome del pianeta Dune, da cui prende il titolo l’omonimo film – aggiunge il pianista –. Un brano che ci ha permesso di poter sperimentare sonorità lontane dalla tradizione occidentale”.

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