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Tragedia sul lavoro

Folgorato in Svizzera, il collega: “Ho provato a rianimare Ivo, l’ho visto morire tra le mie braccia”

Fabio Schiavi, 26 anni, è anche cugino di Ivo Conti: "Un gran lavoratore, non c'era persona più buona di lui". Lascia moglie e due figli

Ardesio. “Non c’era persona più buona di Ivo. Non c’era nessuno più lavoratore di lui. Lo scriva, per favore”. A parlare con il groppo in gola è Fabio Schiavi, 26enne di Onore, collega e cugino di Ivo Conti, il 44enne di Ardesio morto folgorato martedì (16 luglio) mentre lavorava su alcune linee di alta tensione in Val Surselva, una regione del Canton Grigioni in Svizzera.

La vittima abitava ad Ardesio, nella zona della Valzella, con la moglie Anna e due figli di 11 e 13 anni. “Da un anno e mezzo lavorava in Svizzera – racconta Schiavi -. Come me, tornava in Val Seriana appena poteva”. Partita da casa il lunedì e di solito rientrava per il fine settimana.

Conti stava lavorando alla manutenzione di alcuni cavi elettrici, quando una scarica elettrica lo avrebbe raggiunto. I colleghi si sono subito accorti della gravità dell’incidente: lo hanno visto appeso immobile alla corda di sicurezza e poi lo hanno calato dal traliccio con la fune di salvataggio. “Abbiamo chiamato i soccorsi – prosegue Schiavi -. E abbiamo provato a rianimarlo in attesa dei sanitari, insistentemente. Purtroppo, non c’è stato nulla da fare. Tenevo Ivo stretto tra le braccia, ma con ogni probabilità se ne era già andato”.

Sul posto è intervenuto anche il servizio di soccorso della Surselva e un equipaggio dell’elisoccorso Rega. La salma del 44enne è a disposizione dell’autorità giudiziaria, visto che insieme alla Procura e all’autorità federale (l’Ispettorato federale degli impianti a corrente forte), la polizia cantonale dei Grigioni sta indagando sulle circostanze dell’incidente. Disposta anche l’autopsia.

“Il nostro è un lavoro tosto e rischioso – dice senza giri di parole Schiavi -. Io stesso, qualche anno fa, ero rimasto vittima di un grave incidente, sempre qui in Svizzera. Ero caduto da un traliccio, da parecchi metri di altezza. Mi ero spappolato sei vertebre e me le hanno dovute ricostruire”.

La notizia ha raggiunto velocemente Ardesio. Il sindaco del paese, Yvan Caccia, porge le condoglianze alla famiglia a nome dell’intera comunità. “È una tragedia che ci colpisce nel profondo – commenta -. Purtroppo, l’ennesima sul posto di lavoro”.

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