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La polemica

Forza Italia: “Intitolare un luogo di Bergamo a Berlusconi”, il Pd: “Proposta senza etica, la città merita di meglio”

L'ordine del giorno della consigliera azzurra, in occasione della fondazione del partito, scatena la querelle politica e spacca maggioranza e minoranza

Bergamo. Intitolare una via o una piazza di Bergamo a Silvio Berlusconi. Questa la proposta dell’ordine del giorno presentato al Consiglio Comunale di Bergamo a firma Giulia Ceci, in quota Forza Italia, e sostenuto anche da Ida Tentorio e Arrigo Tremaglia, Fratelli d’Italia, e Alessandro Carrara, Lega. Una proposta sull’onda di quella di Matteo Salvini che ha voluto per l’aeroporto di Milano Malpensa e che ancora sta facendo discutere. Ora la querelle, tutta politica, arriva anche a Bergamo e precisamente sui banchi dell’aula di Palazzo Frizzoni. “Il mio invito è quello di valutare l’intitolazione di uno spazio pubblico, via, strada, piazza, ma anche un monumento o una infrastruttura a Berlusconi, perché questa possa rappresentare i diversi campi in cui ha evidentemente lasciato un segno tangibile, un luogo da intitolare alla sua memoria. E, per questa ragione, avviare ogni utile e sollecita iniziativa per raggiungere tale scopo, anche richiedendo agli organi competenti le necessarie autorizzazioni o deroghe”, così Ceci.

“Proprio nel gennaio di 30 anni fa nasceva Forza Italia e con il partito arriva, appunto, la decisione di Silvio Berlusconi di “scendere in campo”, segnando per sempre la storia italiana. Ricorre proprio in questo periodo l’anniversario della sua scomparsa. Il nostro presidente ha sempre posto grande attenzione verso l’attività imprenditoriale, invero, attraverso le sue aziende nel settore dei media ha avuto un ruolo fondamentale nella definizione del panorama mediatico e culturale italiano, senza dimenticare che il sindaco uscente ha avuto storicamente un passato imprenditoriale legato al mondo Fininvest”. Per tutte queste ragioni, e dopo averne tracciato un profilo di merito dal punto di vista della carriera, Ceci mette dunque nera su bianco la proposta: “Il profilo civile, politico ed imprenditoriale rende evidente l’opportunità di porre in essere quanto necessario al fine di attribuire a Silvio Berlusconi un legittimo riconoscimento”.

 “È un input politico per andare in contro ad una deroga alla legge in vigore, è un segnale di pacificazione nazionale. Faccio riferimento a quello che ha detto Giacomo Angeloni “Esiste la possibilità di deroga, come successo per l’aeroporto di Malpensa, ma solo nel caso in cui la persona abbia fatto opere o azioni illustri per la città”, e mi permetto di precisare che  la deroga non riguarda meriti cittadini ma nazionali e Berlusconi ne ha una lista come meglio indicato nell’ordine del giorno depositato. Credo che le critiche della sinistra siano solo dogmatismi e preconcetti che noi di Forza Italia non avremo mai a parte inverse, lo dimostra il fatto che in città siano state intitolate vie, infrastrutture ecc. a soggetti di schieramento politico opposto. Chiuderei con una provocazione e cioè chiederei ad Angeloni di chiarire il perché con la dedica della biblioteca di Colognola a Regeni si è dimenticato di applicare le norme che ora invoca per dire no alla dedica a Berlusconi“.

La replica del Partito Democratico

Un no secco, quello del PD. “Una proposta senza etica, Bergamo merita di meglio – così i due segretari Dem Alessandro De Bernardis e Gabriele Giudici, e Francesca Riccardi capogruppo PD in consiglio comunale -. Crediamo fermamente che le cittadine e i cittadini di Bergamo meritino molto di più che una via, una piazza, o un monumento intitolato a una figura così divisiva come Silvio Berlusconi. Il nostro territorio è ricco di storie e persone che hanno contribuito in modo significativo a rendere Bergamo un luogo migliore. È a queste figure virtuose che dobbiamo guardare quando pensiamo all’intitolazione di spazi pubblici. Dobbiamo dare un esempio virtuoso alle generazioni future. Silvio Berlusconi, con tutte le controversie e le divisioni che ha portato, non rappresenta questo esempio. La nostra città ha bisogno di simboli che uniscano, non che dividano”.

“La norma che prescrive che debbano trascorrere 10 anni dalla scomparsa prima di intitolare una strada o una piazza non è improntata ad un puro formalismo ma serve a far leggere alla storia la vicenda di un un uomo politico che può assurgere ad essere considerato uno statista – così Riccardi –. Nel caso di Berlusconi è del tutto evidente come lo stesso ad un anno dalla sua scomparso rimane un politico di parte, dal momento che il suo nome rimane ancora nel simbolo di un partito. Con gli anni la società avrà il tempo di riconsiderare la sua vicenda di uomo politico e uomo di stato. Oggi questa proposta sembra essere solo strumentale ed una schermaglie tra Salvini e Forza Italia a chi arriva per prima a proporre il suo nome”.

Lorenzo Lazzaris, segretario dei Giovani Democratici bergamaschi: “A Bergamo da anni il tema della toponomastica è al centro del dibattito, ed è una lotta nella quale ci riconosciamo. E mentre noi, Giovani Democratici, chiediamo di avere vie intitolate a protagonisti della resistenza, la destra Bergamasca vuole Berlusconi, un condannato”.

 

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