Bergamo. Una rinnovata fiducia, a mezzo nomina tecnica, che lo colloca, per la terza volta, ai piani alti dell’aula consiliare. Francesco Valesini, già assessore per due mandati sotto l’egida del governo del territorio targato Giorgio Gori, rappresenta infatti uno degli elementi di continuità nel passaggio di testimone tra l’ex sindaco e la nuova prima cittadina Elena Carnevali.
Giunta diversa, sì, anche se in parte, ma rinnovato impegno. Valesini torna dunque a prendere per mano e ad accompagnare certi grandi cambiamenti della città che proprio con lui hanno avuto inizio, nel 2019, e che ora spera di poter mettere a terra in via definitiva. L’assessore alla Riqualificazione Urbana, la delega più importante tra le altre, che ha avviato la sua carriera da amministratore sempre sulla base della scelta politica di chi l’ha voluto e all’età di 45 anni, ha di fatto dato il là ad un nuovo corso o, meglio ancora, non l’ha mai terminato.
Anello di congiunzione in questo record di trionfo elettorale e di riconferma per il centrosinistra ma anche garante del compimento di grandi opere strutturali, alcune della quali hanno già visto la luce, mentre altre, le più complesse, avranno il loro happy ending sotto il cappello della sindaca.
Chiacchierare con Valesini significa viaggiare lungo la storia della città e raccontarne il cambiamento, quello dell’eredità lasciata dalla Giunta Tentorio. Bergamo di ieri, di oggi e soprattutto del domani. Una Bergamo europea, moderna, che ha imparato a distinguersi, come racconta anche con una giusta dose di orgoglio ma pur sempre con un puntuale senso della misura, grazie ad interventi che hanno saputo coniugare la visione con l’arguzia del privilegio del rapporto tra pubblico e privato, la possibilità e l’opportunità di essere rispondente ai bisogni dei suoi cittadini con le grandi sfide che soffiano oltralpe.
Una città funzionale ma inclusiva, capace di stare al passo con i tempi, attrattiva e in grado di accompagnare le partite anche più complesse legate alle trasformazioni urbane grazie al motore della cultura. GAMeC e Casa Suardi, le espressioni massime del valore della contaminazione. Fame di nuove identità per una città che guarda ai giovani come agli attori principali, che punta sull’università e sui suoi studenti e che studia politiche di housing sociale perché la casa è e resta il bene primario.
Contaminazione e intellighenzia, ma anche coraggio e determinazione, per “portare a casa” progetti tanto imponenti quanto vitali come l’ex Ospedali Riuniti, lo Stadio, la Montelungo, Chorus Life o, ancora, l’ex Scalo Ferroviario e la riqualificazione dell’ex carcere di Sant’Agata. Altri, altrettanti di sostanza, che saranno l’impegno di Valesini nei prossimi cinque anni, come Porta Sud. Con lo sguardo teso all’esclusivo benessere della collettività.
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