• Abbonati
L'intervista

Gori: “Europa garante della politica estera? Solo se non sarà più “ostaggio” della politica dei veti” video

Dal 16 al 19 luglio l'insediamento del Parlamento e l'inizio dei lavori a Bruxelles. "Così frammentata, è ancora più fragile: un progetto non compiuto. L'UE ha tenuto sulle scelte a sostegno dell'Ucraina, ma è stata disastrosa sulla questione Medio Oriente"

Bergamo. I lavori del Parlamento Europeo entrano nel vivo: quattro i giorni, quelli tra martedì 16 e venerdì 19 luglio, in cui avverrà l’insediamento ufficiale dei suoi membri, eletti nella tornata elettorale dell’8 e del 9 giugno scorso. Tra loro anche Giorgio Gori, ex sindaco di Bergamo per due mandati e ora rappresentante dell’Italia per la sua delegazione, quella del Partito democratico, la più numerosa della famiglia politica dei Socialisti e Democratici.

Gori racconta di aver già cominciato a prendere le misure con una realtà certamente diversa da quella che lo ha visto protagonista fino a qualche tempo fa, fosse solo per dimensione: “una città nella città”, spiega quando racconta di quanto imponente e anche complessa sia la macchina di Bruxelles. Senza contare, poi, la sede staccata di Strasburgo.

Un mondo tanto complicato quanto affascinante, nel quale si intrecciano le scelte e i destini non solo dell’Europa e dei Paesi che ne fanno parte, ma anche del mondo. Lo specchio delle relazioni ma anche degli interessi di ogni Stato membro tra i quali, appunto, c’è l’Italia che da sempre vanta il ruolo di fondatore e che, come tale, ha un’identità e un peso politico da rivendicare pur nelle logiche politiche complesse che vedono la composizione del Parlamento Ue distinguersi in maniera marcata da quelle nazionali.

Un’intervista ad ampio raggio dove, tra una spiegazione, una delucidazione sui tecnicismi dei lavori e gli impegni che vedranno Gori direttamente schierato in prima linea, che come racconta ha espresso la preferenza di poter far parte di una Commissione più tecnica, una più politica e di una estera, il parlamentare europeo bergamasco ragiona allargando l’orizzonte, riflettendo sugli equilibri interni al Parlamento, sul peso dei gruppi che lo compongono, sui differenti schieramenti di appartenenza delle “famiglie politiche” italiane, sui concetti, già largamente raccontati in campagna elettorale, di “Più Europa” e “Meno Europa” e anche sulle grandi sfide che l’Europa stessa sta vivendo. Non da ultime quelle determinate e conseguenti alle guerre che segnano la modernità dei tempi.

 

giorgio gori

 

“L’Europa ha tenuto abbastanza sulle posizioni prese contro la Russia, ma è stata disastrosa sulla questione del Medio Oriente”, racconta spiegando l’importanza di superare la politica dei veti, la vera ragione che imbriglia l’Ue e che ne causa conseguentemente le battute d’arresto. “Avrebbe dovuto confermare la pari dignità di quei due popoli, condannare in maniera molto ferma la strage del 7 di ottobre, operare per fermare la mano di Israele nella over reazione che è seguita a quell’episodio, cioè la strage dei civili a Gaza. E, per quanto mi riguarda, la pari dignità passa anche dall’essere favorevole al riconoscimento dello Stato di Palestina”.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI