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Bergamo

Piazzale Alpini, Pelù infiamma le coscienze: “Informatevi, arrivate a conoscere la verità” fotogallery

Venerdì 12 luglio il rocker toscano ha fatto tappa a NXT di Bergamo. Oltre ai grandi successi ha presentato i brani di “Deserti”, il suo ultimo album

Bergamo. Quarantaquattro anni di rock ‘n’ roll e non sentirli. Più di quattro decenni di “Dea musica”, tanto quanto basta per imparare che “le cose migliori nascono dal basso” e che “è come una giostra la mente”. Non vuole parlare di carriera Piero Pelù: “Carriera de che? Qui si qua il rock da quarantaquattro anni! Siamo artisti: abbiamo, giustamente, la testa fra le nuvole e ogni tanto facciamo casini”. Però nel suo caso, si tratta di una signora carriera, a partire dall’esperienza con i Litfiba, storico gruppo rock italiano scioltosi nel 2007, di cui è stato cofondatore e frontman.

E allora, accontentando Pelù, chiamiamola “Viaggio”, come la canzone tratta dall’album “Fenomeni Deluxe Edition” del 2008. Passano gli anni, eppure Pelù appare in forma fisica e artistica perfetta. Dopo l’entrata dei suoi Bandidos, band composta da Alessandro “Finaz” Finazzo alle chitarre e voce, Valerio “Voodoo” Recenti al sinth, tastiere, sampless e voce, Luc “Mitraglia” Martelli alla batteria, percussioni, sampless e cori e Dado “Black Dado” Neri al basso maggiorato e cori, è salito sul palco del Nxt Station di Piazzale Alpini. L’immancabile camicia con lo scollo sexy a “V”, i capelli raccolti. Salta, incita il pubblico, non si ferma per due ore consecutive: una forma fisica e artistica invidiabile. “Il primo applauso va a voi, che siete qui anche con la pioggia: ecco il vero rock!”, esulta.

Inizia il concerto. “Tribù” è la prima canzone, in cui il concetto di tribù viene accostato a quello di famiglia, che cerca sempre di incoraggiarti e di aiutarti ad andare avanti. Una storia ben diversa da “Picasso”, il brano che racconta un momento difficile dell’adolescenza di Pietro, vero nome di Piero Pelù: “Dissi alla mia famiglia che avrei fatto il musicista, loro mi risposero che con la faccia che mi ritrovavo davo l’impressione di non voler fare un ca**o”. La storia ha dimostrato che si sbagliavano. E anche parecchio.

Per quelli che credono che la musica sia solo una questione di svago, è consigliabile uno studio della discografia del cantautore fiorentino, partendo dall’ultimo album “Deserti”, pubblicato lo scorso 7 giugno. Un vero e proprio concept album che si inserisce, come secondo capitolo, nella “Trilogia del disagio” iniziata nel 2020 con la pubblicazione del disco “Pugili fragili”.

Introducendo “Novichok”, quarta traccia del nuovo disco, Pelù si rivolge alla platea: “Ragazzacci informatevi, l’informazione è manipolata, per cui è importante conoscere la verità: non uccide la fame ma l’ignoranza”. Il rocker canta delle “bolle d’aria” in cui siamo finiti, quelle pericolose dimensioni polarizzanti di dibattiti social.

Il concerto prosegue nel migliore dei modi: puro rock, energia positiva e travolgente. Una serata da ricordare per la musica, ma non solo. Più di tanti altri artisti, Pelù ci insegna una regola che andrebbe applicata sempre: con la pioggia o con il sole l’importante è “esserci con tutto il nostro entusiasmo”.

 

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