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Bergamo

La ragazza di Boccaleone e le altre vittime di violenze, nei pronto soccorso un caso a settimana

Lo scorso anno 55 accessi per riferiti abusi a sfondo sessuale, nei primi sei mesi del 2024 almeno una decina. L'invito a denunciare

Bergamo. Un angolo di favela nascosto tra la vegetazione, un capanno fatiscente a ridosso dei binari di Boccaleone. Quello dove una ragazza di 22 anni ha denunciato di aver subito una violenza sessuale è un luogo isolato. Ma il caso forse no, non è così isolato. Pochi giorni fa – apprende Bergamonews – un’altra ragazza, con problemi di tossicodipendenza, si sarebbe presentata in un pronto soccorso della provincia, denunciando di essere stata abusata dallo spacciatore dopo un litigio.

Storie ai margini, sulle quali sono in corso accertamenti da parte delle forze dell’ordine. Storie maturate in contesti fortemente degradati, anche se questo genere di violenze possono consumarsi ovunque: non solo in strada, ma anche in famiglia o sul posto di lavoro. Solo lo scorso anno, sono 55 gli accessi registrati nei pronto soccorso del territorio per riferite violenze sessuali, praticamente uno alla settimana: 22 sono stati refertati nelle strutture dell’Asst Papa Giovanni di Bergamo, 19 in quelle dell’Asst Bergamo Est e 14 in quelle dell’Asst Bergamo Ovest. Nei primi sei mesi del 2024, sono almeno una decina (il Papa Giovanni non ha ancora il dato specifico aggiornato).

“Numeri preoccupanti, anche perché parziali – osserva Oliana Maccarini, presidente del centro Aiuto Donna -, considerando che moltissime situazioni restano avvolte nel silenzio”. Vuoi per il senso di vergogna, vuoi per la paura di ripercussioni. Ma anche perché, spesso, il trauma è così forte che ci vuole comunque tempo per elaborare l’accaduto. E, di conseguenza, prendere decisioni. “Episodi come quello di Boccaleone sono difficili da intercettare – prosegue Maccarini – . Diverso è quanto le violenze hanno un pregresso. Quando l’aggressore è un volto noto, che magari vive in famiglia. La nostra esperienza sul territorio ci insegna che nella maggior parte dei casi è così. L’invito, a quel punto, non può che essere quello di rivolgersi ai centri antiviolenza”.

“È importante sapere che chi subisce violenza non è solo. In caso di emergenza sanitaria è importante contattare subito il 112 o recarsi in Pronto soccorso – ricorda Giovanna Mangili, direttore del Dipartimento Materno Infantile dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo -. Qui il personale valuterà la situazione e, se necessario, coinvolgerà i medici e il personale del Pronto soccorso pediatrico per i minori, o valuterà l’invio al Pronto soccorso Ostetrico-Ginecologico. All’interno del percorso, è previsto il coinvolgimento di vari professionisti sanitari e sociali per la valutazione, la cura e l’assistenza della persona, nonché la loro protezione”. Un iter previsto anche negli altri presidi ospedalieri del territorio, a Seriate come a Treviglio.

Parlando di violenze a trecentosessanta gradi – non solo a sfondo sessuale, dunque – sono 56 gli accessi registrati lo scorso anno al Pronto soccorso del Papa Giovanni. Un dato in incremento rispetto agli anni precedenti, con 49 accessi nel 2022 e 39 nel 2021. A luglio del 2024, se ne contano una ventina.

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