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Regione lombardia

Sanità, Casati: “La politica metta al centro la prevenzione: screening Epatite C e fibrosi cistica per tutti”

Il consigliere del Pd firmatario dei due ordini del giorni votati a favore: "Bisogna invertire la rotta rispetto a quanto fatto in questi anni"

Bergamo. Prevenzione al centro. Questa la volontà che muove il fare politico e questo il principio che sta alla base, anche, dei due ordini del giorno votati e approvati in sede di Consiglio Regionale che portano entrambi la firma di Davide Casati, consigliere del Pd. Si tratta di due documenti che riguardano la possibilità di allargare la fascia d'età dedicata allo screening sull'Epatite C e sulla fibrosi cistica.

"Il Piano Socio Sanitario Nazionale che è stato approvato a fine giugno vuole rimettere al centro la prevenzione che in questi anni non è stata la priorità del fare di Regione - così Casati -. Ogni euro investito per ciascun lombardo genera un risparmio di spesa di 2,9 euro, quasi il triplo. Sulla prevenzione primaria significherebbe risparmiare 1 miliardo e mezzo l'anno, mentre per quella secondaria 850 milioni di euro all'anno, peraltro in un range di tempo molto ridotto. Investire in prevenzione significa poter lavorare per costruire politiche attive e fattive che puntino a favorire l'invecchiamento attivo, la sana alimentazione e lo sport, mentre quella secondaria prevede l'impegno a favorire campagne di screening e vaccinazioni.

Nell'arco della discussione in Consiglio Regionale è passato l'ordine del giorno che ha come argomento l'Epatite C. Ad oggi la prevenzione è valida solo per i cittadini nati tra il 1969 e il 1989, mentre il testo allarga l'orizzonte anche alla fascia 1949-1968, peraltro i più predisposti alla malattia, anche se non consapevoli dei rischi a cui possono andare incontro. Oggi sono stimate circa 20mila persone che, in tutta la Lombardia, potrebbero soffrire di questa malattia. Stiamo lavorando con il Ministero in questa direzione e la Lombardia è capofila del progetto.

È passato anche l'ordine del giorno sulla fibrosi cistica, la malattia genetica rara più diffusa in Europa: 1 persone su 30 è portatrice sana, anche in questo caso, non lo sa. Il documento passato in sede di Consiglio obbliga Regione a fare campagna di sensibilizzazione per fare dei test sui portatori sani che decidono di avere un figlio. Si tratta di una decisione importante che tutela le coppie che scelgono di farsi una famiglia e che hanno il diritto di sapere, qualora fossero portatori sani, a quali rischi andrebbe incontro il nascituro.

 

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