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Bergamo

Morta dopo il volo dalla finestra, la figlia: “La colf mi ha detto subito che non era stata lei”

In aula, durante il processo all'ucraina sospettata di aver ucciso Rosanna Aber, la testimonianza di Elisabetta Besana e il ricordo di quel tragico giorno

Bergamo. “L’ultima volta che ho visto mia madre era giovedì sera. Era venuta da me perché, insieme a mio fratello, dovevamo partecipare ad una videochiamata con un avvocato per questioni legate alla successione di mio padre. Mi aveva portato un salame e mi aveva detto che era da parte di Krystyna: voleva ringraziarmi perché le avevo dato dei vestiti per i suoi parenti in Ucraina”.

A parlare, dal banco dei testimoni, è Elisabetta Besana, 51enne figlia di Rosanna Aber, la donna morta il 3 settembre 2023 dopo essere caduta dalla finestra del suo appartamento di via Einstein, a Colognola. Krystyna Mykhalchuk è la ventiseienne che si occupava delle pulizie a casa dell’anziana e che è accusata di averla spinta di sotto.

Tra le lacrime, Elisabetta ha ripercorso il terribile giorno in cui ha perso sua madre. “Ero al lavoro nell’asilo dove sono impiegata come educatrice, che si trova poco distante da casa mia e da quella di mia mamma – ha raccontato -. Mi ha telefonato una signora ucraina, amica di Krystyna e mi ha detto di venire subito perché mia madre era caduta dal balcone. Sono uscita e sono arrivata sotto casa sua accompagnata da mia cognata e dalla coordinatrice dell’asilo. La prima cosa che mi ha detto Krystyna è stata: “Non sono stata io”. Io ero sconvolta e le ho risposto che mi dispiaceva per lei, che era costretta a vivere una situazione tanto tragica”.

Elisabetta ha due figli e uno dei due andava a casa della nonna quasi tutti i giorni: “Pranzava lì perché lei ci teneva molto, dato che era rimasta sola le faceva piacere avere un po’ di compagnia e preparare da mangiare per suo nipote la teneva occupata. Qualche giorno dopo la morte della mamma mio figlio mi ha detto che la nonna, il mercoledì, appariva molto agitata e quando lui le aveva chiesto cosa la preoccupasse lei gli aveva risposto che le mancavano dei soldi sul conto corrente”.

Quegli ammanchi, secondo l’accusa, sono frutto di furti commessi dalla Mykhalchuk la quale, appropriatasi del bancomat di Rosanna Aber, aveva effettuato dei prelievi di denaro in banca e si era giocata i soldi alle slot machine. La mattina del 3 settembre, dopo essersi recata nella filiale ed aver accertato gli ammanchi e dopo aver saldato in agenzia di viaggio la quota per la vacanza prenotata insieme alla sorella, la 77enne era rientrata in casa e, secondo l’ipotesi della Procura, aveva chiesto spiegazioni all’ucraina circa il denaro sparito dal conto. Vedendosi scoperta, la donna avrebbe sollevato l’anziana e l’avrebbe buttata giù dalla finestra.

In un primo momento si era parlato di suicidio, ma alcuni elementi avevano insospettito gli inquirenti. Dei testimoni avevano riferito di aver sentito due donne litigare poco prima della tragedia; Krystyna in un primo momento aveva dichiarato di non aver visto nulla perché si trovava in un’altra stanza e poi di aver tentato di fermare Rosanna dal suo proposito suicida; la vittima indossava le scarpe e la borsetta al momento della morte ed essendo minuta, non sarebbe riuscita a scavalcare il parapetto e a lanciarsi nel vuoto, tanto più che sull’asfalto è atterrata supina e non prona come se si fosse buttata di sua spontanea volontà. Inoltre sembrava alquanto strano che una persona con l’intenzione di togliersi la vita si fosse recata poco prima a prenotare una vacanza.

Nel corso dell’udienza, alla quale ha presenziato anche l’imputata (che si trova agli arresti domiciliari), sono state acquisite con il consenso dell’accusa e della difesa le testimonianze rese all’epoca dei fatti dalle persone che avevano udito il presunto litigio e che si trovavano nei pressi di via Einstein.

La prossima udienza, durante la quale verranno sentiti il compagno e la madre dell’imputata e la stessa Mykhalchuk, è stata fissata per l’1 ottobre.

 

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