• Abbonati
Il report

Cassa integrazione, nella Bergamasca 153% di richieste in più nei primi cinque mesi del 2024

Preoccupante la crescita nelle ore autorizzate rispetto allo stesso periodo nel 2023. Papaianni (Uil Bergamo): "Fotografia critica, necessario portare avanti una riflessione sana"

Bergamo. Un aumento preoccupante, un dato che spaventa e che porta ad inevitabili riflessioni: nei primi cinque mesi del 2024 in provincia di Bergamo le richieste di cassa integrazione sono aumentate del 153,1% rispetto al 2023. Lo evidenzia il 5° Rapporto sulla cassa integrazione elaborato da Uil Lombardia che traccia un quadro critico che riguarda l’intera regione.

Nel mese di maggio di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2023, in Lombardia si è registrato un incremento nelle richieste pari al 49,8%, per un totale di oltre 8 milioni di ore, a fronte di una media italiana che segna un +41,2%. Tra gennaio e maggio la crescita su scala regionale è stata del 26,5% (40.116.520 ore) mentre sul territorio nazionale del 21,3%.

La provincia orobica registra il secondo dato più negativo, dietro solamente a Sondrio che è in testa con un aumento del 224,3%. Nei primi cinque mesi dell’anno i lavoratori in cassa integrazione sono stati ben 47.196 in Regione Lombardia.

“In provincia di Bergamo sono state raddoppiate le ore autorizzate a disposizione, da 1,5 milioni fino a sopra i 3 milioni. Un aumento esponenziale – commenta Pasquale Papaianni, coordinatore territoriale della Uil Bergamo -. Parliamo tuttavia di un dato che in verità non rappresenta il totale del monte ore utilizzato bensì le ore ‘autorizzate'”.

“C’è la necessità di portare avanti una riflessione sana: il fenomeno possiede radici profonde e porta ad una fotografia critica che deve essere monitorata attentamente – prosegue il dirigente Uil -. Rispetto alla provincia di Brescia, nostra sorella, si nota una differenza estremamente marcata (la crescita nel Bresciano si attesta al +7,9%, ndr). Il coordinamento regionale ha richiesto di attivare in ogni provincia l’unità di crisi aziendale per monitorare gli andamenti: il +150% non è un calo fisiologico, bensì qualcosa da correggere”.

Sul territorio regionale tra i settori produttivi in cui la crescita delle ore di Cassa richieste ha raggiunto quote critiche emerge l’edilizia (incremento del 96,9%). In controtendenza il commercio, che in Lombardia registra un -43%.

La situazione a Bergamo non è tra le più rosee anche per quanto riguarda il settore dell’artigianato. “Nel corso del primo semestre di quest’anno c’è stato un incremento sensibile nelle richieste di FSBA, sulla linea del fenomeno nazionale – dichiara Damiano Bettoni, responsabile Artigianato Uil -. Di recente sono anche cambiate le norme: le aziende non possono più fare richieste trimestrali come prima, ma solamente mensili che si rinnovano ogni 30 giorni. Prima la domanda si poteva caricare in sistema dopo l’inizio del periodo di Cassa, ora è obbligatorio il caricamento in anticipo e una testimonianza diretta con dati di bilancio e la dimostrazione del calo del lavoro.

“Le richieste anche in Bergamasca sono aumentate, le aziende hanno sperimentato una contrazione di lavoro che bisogna capire se sia una fase momentanea o un fenomeno strutturale da indagare – conclude Bettoni -. Aspettiamo agosto per capire come si muove l’andamento, una fotografia dell’economia bergamasca: i tre campanelli d’allarme da valutare sono le richieste di Cassa integrazione, dagli straordinari che non si fanno più e dai mancati rinnovi dei contratti a tempo determinato”.

La flessione nel mercato del lavoro nella Bergamasca era stata confermata anche dall’ultimo Rapporto sul lavoro dipendente redatto dall’Osservatorio provinciale riferito al primo trimestre del 2024: l’analisi segnalava tra le altre cose le assunzioni in calo del 4% sul territorio della Provincia.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI