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Il dramma

Ricerche disperate per trovare Claudio Togni, caduto nell’Adda sotto gli occhi dei colleghi fotogallery

Cinquantanove anni, 34 li ha passati a lavorare per la Italgen di Villa di Serio. I familiari: "Era esperto, vogliamo capire cosa è successo". Le operazioni riprenderanno sabato mattina alle prime luci dell'alba, meteo permettendo

Paladina. Cinquantanove anni compiuti lo scorso 23 febbraio e trentaquattro di questi – più della metà – passati nella stessa azienda. Da venerdì mattina (28 giugno) un filo diretto collega Paladina con Vaprio d’Adda, dove si sono perse le tracce di Claudio Togni, il 59enne dipendente della Italgen di Villa di Serio inghiottito dalle acque dell’Adda sotto gli occhi dei colleghi. Vigili del fuoco e sommozzatori lo hanno cercato a lungo nel tratto compreso tra Vaprio (Milano) e Capriate San Gervasio: la corrente, molto forte, potrebbe averlo trascinato fin lì e forse oltre, visto che le ricerche si sono estese nella zona di Canonica d’Adda. Sospese al tramonto, riprenderanno questa mattina all’alba, meteo permettendo. Sul posto, in giornata, dovrebbero recarsi anche alcuni tra i parenti più stretti, compreso il cugino Roberto Benaglia, vicesindaco di Paladina.

Chi è Claudio Togni

Togni, sposato con la moglie Daniela, è padre di due figli di 19 e 22 anni. Abita nella frazione Ghiaie del paese, a due passi dal fiume Brembo. “Praticamente viviamo l’uno accanto all’altro – racconta Benaglia -. Claudio è dipendente Italgen da una vita, un tecnico molto esperto che da oltre trent’anni lavora su quelle dighe. Vogliamo capire cosa è successo”.

La dinamica

Stando a quanto appreso, Claudio Togni stava lavorando sul canale scolmatore all’altezza di Vaprio, tra il cavalcavia dell’A4 e un ponte che sovrasta il Naviglio Martesana e l’Adda. Un tecnico esperto, forse il più esperto, confermano fonti interne all’azienda. Era imbragato, ma all’improvviso è caduto in acqua. Una delle ipotesi al vaglio, è che l’uomo stesse maneggiando il moschettone per agganciarsi alla linea vita, quando qualcosa è andato storto. Togni ha provato a raggiungere la riva, ma la forte corrente lo ha trascinato via. Ad un certo punto è finito sott’acqua, complice – forse – la pesante attrezzatura che indossava, come riportato dai principali media locali. Un elemento sul quale la famiglia vuole vederci chiaro.

La versione dell’azienda

L’attrezzatura era a norma, assicurano dalla Italgen, visto che Ats non avrebbe sequestrato nulla di ciò che era in dotazione agli altri colleghi. Togni sarebbe “scivolato e caduto in acqua durante la procedura di chiusura di una diga di sbarramento nei pressi di Concesa, un’opera di presa che alimenta la centrale idroelettrica di Vaprio d’Adda – ricostruisce l’azienda in una nota -. I due colleghi che erano con lui hanno subito provato ad aiutarlo, e poi prontamente dato l’allarme, attivando i soccorsi. Tutti noi di Italgen siamo sconvolti e profondamente colpiti dall’accaduto e stiamo collaborando con le Autorità per chiarire le dinamiche di questo gravissimo incidente”.

I sindacati

“È una tragedia che fatichiamo a spiegarci – commentano Massimo Lamera e Luciana Fratus, per Filca Cils e Fillea Cgil -. La dinamica è ancora poco chiara, ma in questi momenti preferiamo non perdere anche le residue speranze che la vicenda ci lascia. Una disgrazia che colpisce il mondo del lavoro bergamasco, così come sta quotidianamente colpendo tutti i territori del Paese, in una scia che sembra non avere mai fine. Ricerca delle responsabilità e successive riflessioni le lasciamo ai prossimi giorni. Oggi preferiamo stringerci attorno alla famiglia, in un cordone di affetto che ci auguriamo li aiuti a superare un momento tanto difficile”.

I soccorsi

Sul posto sono intervenuti il Distaccamento di Gorgonzola e il nucleo sommozzatori di Milano coadiuvati dal nucleo Saf fluviale del Comando di Bergamo, in azione con l’ausilio di gommoni e droni. I Vigili del fuoco di Bergamo, la squadra fluviale e i sommozzatori di Treviglio hanno monitorato il fiume all’altezza di Capriate, anche se le correnti, la portata d’acqua e la presenza di massi non hanno permesso un’adeguata ricognizione sott’acqua. Presenti anche i tecnici dell’Ats di Milano, appunto, visto che l’incidente è catalogato come infortunio sul lavoro. Le indagini, invece, sono affidate ai carabinieri della Compagnia di Pioltello.

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