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Il concerto

Lazzaretto Estate illuminato da Roberto Vecchioni: l’eterno ragazzo che canta vita e sogni fotogallery

Una serata magica, con i grandi successi che hanno segnato la carriera dell'artista e le vite di milioni di italiani: "Il lanciatore di coltelli", "Samarcanda", "Luci a San Siro"

Bergamo. Il concerto di Roberto Vecchioni, secondo appuntamento di cartello del Lazzaretto Estate 2024 nella serata di venerdì 28 giugno, è un punto di non ritorno. Il tutto esaurito che mai potrebbe essere altrimenti; la fila all’entrata nella speranza che qualcuno, all’ultimo, si trovi a dover rinunciare; il parcheggio a due chilometri di distanza; gli occhi lucidi che trattienile tu le lacrime, se ci riesci.

“Tra il silenzio e il tuono tour” è l’evento che non ti aspetti, o forse quello che ti aspetti, ma che comunque, inevitabilmente, ti disarma.

Con la sua sempre riconoscibile voce calma, una mano in tasca in alternanza e il sorriso di chi ha conosciuto ed esperito molto nella vita, Vecchioni rapisce i presenti con aneddoti tra una canzone e l’altra e rispetta una scaletta che si fa itinerario d’emozioni. Nella sua musica, c’è spazio per tutti e tutti si riconoscono persone con la grande, ineguagliabile fortuna della vita.

Nel suo fare c’è il mestiere dell’artista che è sempre stato e nel suo dire c’è la voce del mondo. Si rivolge a grandi e piccini, a uomini e donne, ribadendo ad ogni nota la bellezza dell’essere umano. Affascina per come si prende la scena quasi senza muovere un passo e commuove per il sentimento che esterna, proprio quel sentimento che ricerca e al quale non si stanca di dare un senso.

Il viaggio, che da “Il lanciatore di coltelli” – canzone definita dallo stesso artista “la più completa, quella che contempla la totalità delle cose” – si conclude con le tanto acclamate “Luci a San Siro” e “Samarcanda”, accompagna i presenti fino a casa e per le strade della vita. Sono insegnamenti silenziosi ed essenziali. E ce ne si rende conto al rientro, o il mattino successivo, quando nella testa rimbomba un ritornello e non è semplice abitudine: è consapevolezza.

L’applauso sul finire è degno dei migliori palcoscenici – forse, e soprattutto, perché questo lo è. E, per dirlo con le parole d’esordio di Vecchioni, perché “qui non si scherza: siamo campioni d’Europa, qui!”. Campioni d’Europa che amano vita e sogni. E anime rare che ce li cantano.

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