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Bergamo

Primo Consiglio Comunale, la sindaca Carnevali: “In questo luogo sacro l’impegno per il bene comune e per la nostra Bergamo” fotogallery video

Nel suo discorso d'insediamento la prima cittadina racconta, tra impegno e fermezza, la città del domani, quella che prenderà per mano nei prossimi cinque anni

Bergamo. Un discorso d’insediamento di ampio respiro, capace di spaziare da un tema all’altro, secondo una logica crescente, di racconto delle intenzioni di governo. Quello dei prossimi cinque anni. Così Elena Carnevali, sindaca di Bergamo, nel suo battesimo in Consiglio Comunale, così la prima donna a salire a Palazzo Frizzoni, ha voluto dare il via definitivo al suo mandato politico.

Una quarantina di minuti, dopo i passaggi che hanno aperto i lavori dell’aula, più precisamente la convalida della Giunta, dei consiglieri comunali eletti e le nomine della nuova Presidente del Consiglio, Romina Russo, e del suo vice, espressione della minoranza, Alberto Ribolla, quelli che si è presa Carnevali dopo il suo giuramento.

Fascia tricolore portata con orgoglio, emozione palpabile e anche commozione, in due momenti particolari, quando si racconta sindaca della città che ama e quando ricorda il compianto Roberto Bruni, punto di riferimento dei suoi primi anni di impegno politico e caro amico.

Molti anche i rimandi a chi l’ha preceduta, Giorgio Gori, all’eredità raccolta, al testimone passato e anche all’immagine e al volto nuovo che il capoluogo ha assunto in dieci anni che hanno portato la firma del neo eletto parlamentare europeo. E non mancano i moniti volutamente raccolti dal presidente Mattarella: insegnamenti che hanno il valore dei pilastri sui quali si poggerà quello che ha tutta intenzione di essere un buon governo del territorio. Principi ispiratori che tornano e ritornano, come fondamento di ogni ragionamento.

 

 

La sindaca parte da lontano, e lo fa raccontando del perché del regalo che ha voluto fare a tutti i consiglieri eletti, 32 per la precisione: “Si tratta del verbale della prima riunione del Consiglio comunale del 3 aprile 1946, il primo eletto liberamente – ha spiegato -. Quella riunione non si svolse in quest’Aula, ma in quella ottocentesca di via Tasso, dove, dal 1874 il Consiglio era convocato. Quel primo Consiglio segnò l’inizio della “rinascita democratica” e della “rinascita municipale”: i due fondamenti sui quali quegli amministratori costruirono la ripresa culturale, economica e sociale della Città”.

 

“La lettura di queste poche pagine ci aiuta a capire quanto profonde, diffuse e forti fossero ancora le “radici” del nostro popolo, che il fascismo non era riuscito a scardinare del tutto. E proprio su queste “radici” il sindaco di allora, Ferruccio Galmozzi, fondò il programma di “rinascita” democratica della Città, che stava vivendo una profonda crisi e aveva bisogno di costruirsi un futuro. Dal luglio del 1950 quest’Aula è “uno spazio sacro” (senza alcuna retorica) perché qui i Consiglieri, da allora, hanno sempre liberamente discusso, e deciso, su come risolvere i problemi che la Città quotidianamente incontra e creare le opportunità e le condizioni per cui i cittadini possano vivere sempre meglio. Con questo stesso intento di governo, lavorerò insieme a una squadra motivata, coesa, preparata, alla quale voglio già dire grazie. È una Giunta composta da donne e uomini in assoluta parità, di grande serietà e competenza, che hanno la mia più completa fiducia e che si dedicheranno con grande dedizione ai compiti che sono stati loro affidati”.

Un discorso che ha il sapore del flusso di coscienza, ragionato e lucido, che tocca moltissimi temi, evidentemente cari alla sindaca. Da quello della donna, con l’accenno al fatto di essere “la prima donna Sindaco: a 78 anni dal suffragio universale una Sindaca è chiamata a guidare questa città, segno di un cambiamento culturale che a Bergamo, come in altri Comuni, e non solo in ambito politico, si sta progressivamente realizzando. È un fatto storico di cui avverto appieno l’importanza e, al contempo, la grande responsabilità”, all’importanza del ruolo femminile nella comunità “Bergamo è una città con una forte presenza femminile, dove le donne rappresentano la maggioranza della popolazione: ascoltarne la voce, valorizzarne lo sguardo, supportarne l’azione, garantirne la parità e pari opportunità per tutti significa restituire alla città il suo intero potenziale”, passando al ruolo che Bergamo ha e deve mantenere rispetto allo scenario nazionale e internazionale, alle sfide del futuro e a quelle legate all’Europea, alle grandi trasformazioni urbane, al lavoro, alla pace, al tessuto imprenditoriale dal quale tutto passa, alla cultura, alla transizione climatica, alla città del domani. Senza dimenticare l’alleanza e il patto con le istituzioni, alla volontà di fare della sicurezza percepita e vissuta il cardine dell’impegno. Le leve dell’inclusione sociale, della sostenibilità, del welfare di comunità e dei diritti, contro ogni forma di discriminazione e violenza. Una Bergamo migliore perché giusta. Democraticamente equa. 

E se l’analisi post voto ha un suo perché fermo, ce l’ha anche e soprattutto perché i numeri raccontano che a vincere è stata la persona. Elena Carnevali. Capace di mettere al centro del suo programma elettorale il cittadino. La persona e i suoi bisogni. “E lo faremo ponendo al centro la persona, puntando la nostra attenzione su coloro che ancora si sentono esclusi dalle opportunità di cui altri cittadini godono già pienamente. Porre al centro la persona significa poi porre al centro i quartieri, lo sguardo di chi li vive. Vogliamo proseguire investendo ancora di più nelle “periferie”, essere inclusivi e pronti ad affrontare e ricucire le frammentarietà e le criticità. Andremo nei quartieri, staremo tra i cittadini, rafforzeremo le reti di partecipazione: daremo risposte studiate, concrete e il più possibile condivise”.

 

Il primo consiglio comunale dopo l'elezione di Elena Carnevali a sindaca di Bergamo

 

Attori protagonisti di un percorso che apre al futuro sono i giovani, argomento caro alla sindaca: “I giovani sono stati il cuore della nostra campagna elettorale e saranno centrali nel nostro quinquennio. A loro abbiamo dedicato il Fondo Abitare Giovani, un contributo per l’accessibilità ad affitti agevolati insieme ai progetti di housing sociale e in nuove forme dell’abitare. Del loro desiderio di protagonismo nella costruzione della città futura ne abbiamo bisogno, mostrando anche un po’ più di tolleranza alle loro richieste di spazi dove potersi ritrovare e trascorrere il tempo libero e dove realizzare eventi per dare forma alla loro creatività. Sappiamo bene che chiedono anche i servizi di co-working e gli spazi per lo studio: lavoreremo per far fronte alle loro esigenze. Se parliamo del domani dobbiamo di nuovo parlare di giovani, di Bergamo città universitaria: vogliamo accompagnare la nostra Università nel suo percorso di espansione, con la realizzazione delle nuove strutture per la residenzialità universitaria nelle ex caserme Montelungo e Colleoni, con la ristrutturazione dell’ex sede della Guardia di Finanza di via Statuto, e con gli interventi previsti nell’ex Gres. Sosterremo inoltre la forte vocazione all’internazionalizzazione dell’Ateneo, che ha stipulato 365 accordi con università in tutto il mondo, che ha in attivo 17 accordi di Double Degree con università europee e finanzia Borse di studio Erasmus o borse dell’ateneo stesso per offrire esperienze di mobilità all’estero degli studenti”.

“Vedrai che Bergamo”, ci ha detto la sindaca durante i quasi nove mesi di campagna elettorale. Quella del futuro che passa anche dallo sguardo attento alla modernità dei tempi, e dunque all’importanza della funzione attrattiva dell’aeroporto, istituzione imprescindibile e intoccabile per lo sviluppo e il benessere della collettività, come a quella delle nuove tecnologie. Una città che cresce è anche una comunità che vive la consapevolezza del tempo nel quale è immersa. 

“Questa è la Bergamo di domani per la quale lavoreremo senza risparmiarci, dedicandole competenza, tenacia e passione per i prossimi cinque anni: una Bergamo di tutte e di tutti, piena di cura, di vivacità, di bellezza, di cultura, di verde, di respiro internazionale. Una Bergamo dove è bello e facile vivere. Una Bergamo solidale che crede nel futuro”.

Non potrebbe essere altrimenti.

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