Bergamo. Decidere e governare. Così si insegnava in una vecchia scuola di politica, massime ma anche valori che mai come oggi tornano e ritornano, come diceva il buon Vico, anche e soprattutto quando si parla di amministrare il territorio. Due principi che devono necessariamente appartenere al fare del primo cittadino, di chi siede sulla poltrona più ambita ma anche più scomoda, questo a seconda dei corsi della storia e degli eventi che appartengono alla collettività. Gli stessi che Elena Carnevali, sindaca di Bergamo, eletta con il 55% del favore della cittadinanza, ha immediatamente fatto suoi. Sono trascorse solo due settimane e mezzo da quel 10 giugno, data in cui la città ha accolto la sua prima cittadina donna, ma sembra passato già un sacco di tempo.
Sarà che è stato tutto così così veloce: un attimo prima Carnevali arrivava a piedi al suo Point accolta dai sorrisi e dagli applausi pronta a festeggiare il traguardo raggiunto, un attimo dopo era già seduta alla scrivania di Palazzo Frizzoni intenta a dare nomi e volti alla sua squadra di governo.
In mezzo, la proclamazione nella Sala degli Specchi, la fascia tricolore indossata per la prima volta, l’eredità metaforica e concreta raccolta da Giorgio Gori e le prime uscite pubbliche.
Difficile immaginare una sola istantanea. Gli eventi, come del resto avviene, si sono succeduti in una battito di ciglia, in una girandola di emozioni che l’hanno portata a vivere l’oggi, il giorno del giuramento nel suo primo Consiglio Comunale.
Un momento importante dal punto di vista non solo personale, per la carriera di Carnevali, ma anche e soprattutto dal punto di vista politico. Uno spartiacque tra quel che si è felicemente concluso, la “parentesi” di una campagna elettorale lunga una vita, come ha ironicamente ricordato lei, e quel che si avvia ad essere.
Alle 18 di oggi, giovedì 27 giugno, a scoccare saranno tantissime lancette: quelle dell’agenda politica che comincerà a prendere forma, quelle dell’impegno che da idea si farà azione, volto a mettere a terra quanto messo nero su bianco nel programma elettorale, quelle della responsabilità nei confronti della città e dei cittadini. La sua e quella della sua Giunta. La stessa sulla quale si è discusso nei giorni scorsi.
Manuale Cencelli, il mantra. Metro di misura, o meglio, paragone, che la sindaca ha preso e rispedito al mittente. “Metodo Elena”, la risposta. Argomentandola rispetto alla volontà e allo sforzo fatto nel mettere insieme più anime politiche possibili, partiti e liste civiche, competenze e professionalità, il tutto per consentire alla freccia di avvicinarsi quanto più possibile al centro. Non una Giunta di sinistra, ma di centro-sinistra. Un gruppo di lavoro che questa sera darà il via ufficiale ai lavori, guidato dalla mano della sua leader.
La decisione e l’inizio della governance.
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