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Il pittore dei Sogni

"Riceve i pochi fortunati in una stanza colma di velluti, senza finestre alle pareti ma con un ampio lucernario"

Riceve i pochi fortunati in una stanza colma di velluti, senza finestre alle pareti ma con un ampio lucernario.
Nell’angolo destro, un cactus alto fino al soffitto, mentre nell’angolo sinistro un diffusore wireless Beolab 18 di B&O emana una leggera melodia.
Fa accomodare i Sognatori su una poltrona rossa, senza chiedere nulla, nel silenzio completo. Osserva la loro postura, il disegno del viso, il modo con cui reagiscono a quel silenzio.
Entra in sintonia.
Poi si avvicina al suo cavalletto e inizia a dipingere, rapito da uno stato ipnotico tanto creativo quanto rigoroso. La tecnica pittorica che usa, l’acquerello, lo costringe a lavorare con rapidità e precisione, confrontandosi con l’incontrollabilità dell’acqua.
Muove il pennello sulle sue preziose tele di lino, riuscendo in un’impresa che nessun altro al mondo può compiere: possiede la magia di dipingere i Sogni dei suoi modelli, di quelle persone che lo hanno cercato per avere una rappresentazione reale su tela di ciò che inconsciamente sognano.
Non concede la sua dote a tutti coloro che lo richiedono, ma solo a quei Sognatori che sono consapevoli della preziosità del Sogno e che accettano senza farsi domande l’aspetto magico di quei momenti. Quelle anime che lo cercano per vedere i propri sogni prendere forma su tela.

È l’alba, il momento che segue il sonno REM, la fase finale e più intensa dei nostri sogni.
Oggi, sulla poltrona rossa, è seduta una donna dai capelli corvini, vestita con una salopette di jeans e una maglietta bianca di cotone. È rilassata. L’arpa di Andreas Vollenweider che si espande nella stanza la aiuta a non pensare a nulla, quasi fosse una meditazione musicale.
Il pittore osserva i suoi occhi che sembrano provenire da altri tempi, tanto paiono avulsi dal giudizio e dalle cose terrene.
Indesiderata, una colomba passeggia sui vetri del lucernario; subito vola via, in rispetto del momento. Il pennello prende vita. Scivola leggero sul tessuto. Il pittore guarda la ragazza e trasporta le sue sensazioni e le sue illuminazioni su tela.
Si delinea allora una strada, un rettilineo, lungo, dritto, con leggeri declivi, quasi una piccola Route 66. Senza curve, senza piante, senza altri elementi decorativi.
La donna fissa il lucernario, persa nello stupore della curiosità.
Improvvisamente compare il colore rosso. Dal pennello, i tratti si staccano dal grigio dell’asfalto e costruiscono una figura rossa, che pian piano prende forma dietro lo sguardo ora attento della donna.
Comincia a intravedersi una moto, con la sella a dorso di dinosauro e il fanale ad oblò; una “nuda” iconica, una Ducati Monster.
La maestria del pittore la fa scorrere sulla tela, quasi fosse viva; l’artista è quasi in trance mentre posa il pennello dopo l’ultimo tratto su tela.
La donna sorride piangendo.
Le sembra impossibile che lui abbia “letto” il suo Sogno. Si siede più in costa sulla poltrona, alza le spalle, stira i muscoli delle mani; si sente su quella moto.
Sente il vento tra i capelli e la salopette che vibra nell’aria.
Risente quelle frasi che per anni ha dovuto ascoltare: #matuseiunadonna, #malamotoèpericolosa #mafattiportaredalfidanzato….
Ora, invece, si sente libera da quelle frasi. Si sente libera. Si sente dentro al suo sogno. Quel sogno che non riusciva più a sognare.
Il pittore, intanto, si ritira e la lascia correre nel cuore dei desideri.
Fuori, l’alba è diventata una luminosa mattina, ideale per una corsa nel vento.

 

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