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La tragedia

Bimba morta in piscina, il dolore dei genitori: “Aiutateci a riportarla in Senegal come sognava”

Fatou Sarr è spirata giovedì pomeriggio a soli undici anni all'ospedale Papa Giovanni, mamma e papà: "Ora vogliamo giustizia anche per evitare che si ripetano casi simili"

Caravaggio. Sognava di tornare in Senegal da laureata, ma quel desiderio purtroppo resterà tale perchè giovedì pomeriggio, dopo quattro giorni di agonia, Fatou Sarr è spirata a soli undici anni all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Era ricoverata nel reparto di terapia intensiva pediatrica da lunedì mattina, quando durante una gita con il Cre all’Aquaneva di Inzago (Mi) era stata trovata in condizioni disperate sul fondale di una piscina.

A lanciare l’allarme erano state le amiche, con cui pare stesse giocando a chi rimaneva di più in apnea: dopo un paio di minuti si sono accorte che non emergeva più e l’hanno vista sul fondale priva di conoscenza. Inutile l’intervento di un bagnino, al quale si era rivolto don Andrea Piana che guidava la comitiva composta da circa 200 persone tra ragazzini ed educatori, arrivati a bordo di cinque pullman partiti dall’oratorio San Luigi Gonzaga.

Una volta portata a bordo vasca la gravità della situazione è stata chiara: Fatou era in arresto cardiocircolatorio e gli addetti del parco acquatico le hanno praticato il massaggio cardiaco, sotto gli occhi terrorizzati delle compagne che hanno assistito all’intera scena. Nel frattempo è partita la chiamata al 118 e quando è arrivato sul posto il personale sanitario ha continuato le manovre di rianimazione, per poi procedere al trasporto d’urgenza con l’elisoccorso all’ospedale cittadino, dove giovedì è stata dichiarata clinicamente morta.

La bambina era arrivata in Italia solo pochi mesi fa da Bettenty, una località sulla costa senegalese dove era nata e cresciuta. Il papà Bouba aveva invece raggiunto Caravaggio da solo, una decina di anni fa, poco dopo la sua nascita, in cerca di un futuro più stabile per figlia e moglie. Aveva iniziato a fare diversi lavori, fino a raggiungere dopo enormi sforzi una certa stabilità economica che gli aveva permesso di acquistare un appartamento di una palazzina nei pressi della circonvallazione Seriola.

Solo allora l’uomo aveva portato qui anche la consorte, ora in dolce attesa, e la figlioletta, descritta da tutti come una bimba molto sveglia e intelligente, tanto che già in Senegal aveva imparato l’italiano e una volta giunta nel nostro Paese lo parlava già perfettamente. Aveva da poco concluso la scuola primaria ed era iscritta alla secondaria di primo grado, che avrebbe dovuto iniziare a settembre. Il suo sogno era quello di laurearsi e poi tornare nel suo Paese, che le era rimasto nel cuore.

“Siamo profondamente addolorati e confusi dalla terribile situazione che stiamo vivendo – le parole dei genitori della piccola – . La nostra volontà più grande in questo momento è riportare la nostra piccola dove è nata e dove sarebbe tornata, come diceva sempre, finita l’università qui in Italia. Vogliamo esaudire quest’ultimo desiderio in modo che possa ricongiungersi a tutta la sua famiglia natia e alla terra che l’ha vista crescere. Per questo abbiamo organizzato una raccolta fondi per riportarla in Senegal”.

Nel frattempo proseguono le indagini per chiarire cosa sia successo in quella piscina e individuare eventuali negligenze di qualcuno. La salma di Fatou è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria e nelle prossime ore dovrebbe essere sottoposta all’esame autoptico. Al momento sono due gli indagati, entrambi come atto dovuto: don Andrea e il bagnino intervenuto per cercare di salvarla. Intanto gli agenti della polizia locale di Inzago stanno ascoltando i partecipanti alla gita e stanno analizzando i filmati delle telecamere di Aquaneva, alla ricerca di ulteriori dettagli sulla vicenda.

“Ribadiamo la richiesta di fornire qualsiasi informazione utile alle autorità competenti – prosegue la famiglia della bimba, seguita dagli avvocati Mirko Mazzali e Francesco Vivone del Foro di Milano – , ogni piccolo particolare può aiutarci a far luce. Ringraziamo tutti per l’immensa vicinanza che ci state dando, con una menzione particolare per l’ospedale di Bergamo per la premurosa assistenza e la Procura di Milano per la tempestività con la quale ha avviato le indagini. Siamo determinati, con il supporto dei nostri legali, a ottenere giustizia per Fatou, anche per evitare che simili tragedie possano, in futuro, colpire altre famiglie”.

A Caravaggio il sindaco Claudio Bolandrini ha disposto l’esposizione delle bandiere comunali a mezz’asta: “È una tragedia che lascia sgomenta l’intera comunità – le parole del primo cittadino – . Abbiamo sperato nel miracolo e pregato affinché la bimba si riprendesse. Ci stringiamo con grande affetto attorno alla famiglia di Fatou e a quella dell’oratorio, a don Andrea, agli animatori, ai bambini e ai ragazzi del Cre, tutti colpiti da un dolore ingiusto e impossibile da esprimere. Insieme agli assessori e ai consiglieri, contribuirò alla raccolta fondi destinata ad esaudire l’ultimo desiderio di Fatou, della sua mamma e del suo papà: il viaggio che la riporterà in Senegal, la sua terra natia. Avrei voluto che in Italia si potesse avverare il tuo sogno di laurearti, piccola Fatou. Proteggi dal cielo i tuoi cari e dai loro conforto in questo terribile momento”.

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