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Dolore a caravaggio

È morta Fatou, la bimba di 11 anni annegata in piscina

I macchinari che la tenevano in vita all'ospedale Papa Giovanni di Bergamo sono stati staccati giovedì pomeriggio

Caravaggio. Non ce l’ha fatta Fatou Sarr, la bimba di 11 anni in gita con il Cre di Caravaggio, finita sul fondo di una piscina del parco aquatico Aquaneva di Inzago (Milano), forse dopo un gioco con le amiche per vedere chi restava più a lungo in apnea. I macchinari che la tenevano in vita all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo sono stati staccati giovedì pomeriggio (20 giugno) ed è stata dichiarata la morte cerebrale.

La famiglia ha lanciato una raccolta fondi: “Dopo la tragedia che ci ha colpiti – si legge – vorremmo solo poter riportare la nostra piccola nell’isola dov’è nata, Bettenty. Li potrà ricongiungersi con tutta la sua famiglia originaria e coi luoghi che ha tanto amato. Vi chiediamo un aiuto per sostenere questi grandi costi. Tutta questa situazione ci ha colpiti all’improvviso e vogliamo almeno poterle fare vedere per l’ultima volta, quel mare e quella terra che tanto amava e in cui sarebbe ritornata, come diceva sempre, finita l’università in Italia. Fatou non potrà più prendere la laurea, né andare in prima media come tanto desiderava. Vogliamo però esaudire il suo desiderio di tornare, come se quella laurea l’avesse presa per davvero, se vorrete aiutarci, ve ne saremo grati. Giustizia e verità per Fatou”.

Una vicenda dolorosissima, che inevitabilmente avrà risvolti anche dal punto di vista giudiziario. L’ipotesi iniziale di lesioni aggravate, con ogni probabilità, si tramuterà in omicidio colposo. La Procura di Milano sta indagando sulla posizione del  vicario di Caravaggio don Andrea Piana, che ha accompagnato i circa 200 bambini e i ragazzi del Cre. E del bagnino che quel giorno era di turno alla vasca dove si è consumato il dramma.

La famiglia della piccola ha anche diffuso un comunicato stampa per aiutare a fare chiarezza sul giorno dell’incidente. “Verità con l’aiuto di tutti”, spiegano i familiari, assistiti dai legali Mirko Mazzali e Francesco Vivone del foro di Milano. “Volevamo ringraziare pubblicamente La comunità di Caravaggio, la Caritas, l’ospedale di Bergamo, la polizia locale di Inzago e tutte le persone che in queste difficili ore ci sono vicine e si stringono a noi. Il calore è tanto come però anche il dolore che stiamo provando. Le ultime ore sono state molto difficili e la nostra volontà in questo momento è di stringerci ai nostri affetti più intimi per poter vivere questo momento con la privacy che merita. Qualunque informazione che riteniate utile fornire riguardo la triste vicenda che ci ha colpiti, che ci possa aiutare a chiarire la dinamica chiediamo di darla alle autorità competenti che indagano sul caso, la polizia locale o ai nostri avvocati. Siamo sicuri che con l’aiuto di tutti si arriverà a scoprire la verità e le responsabilità che ci sono dietro a questa terribile vicenda, per dare alla piccola la giustizia che merita”.

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