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Al kilometro rosso

Confindustria Bergamo: ‘Play2work’, il progetto del Gruppo Giovani Imprenditori per avvicinare il gaming alle imprese

Nell’assemblea pubblica annuale sono stati anche annunciati i nomi del nuovo consiglio direttivo del biennio 2024-2026

Bergamo. Trovare strategie innovative per ingaggiare nuovi talenti; è questa la missione sulla quale si è focalizzata l’annuale assemblea pubblica del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Bergamo, dal titolo ‘#NextGen@Work. Trovare talenti è un gioco da ragazzi!’ e ospitata nella suggestiva cornice dell’auditorium di Confindustria Bergamo al Kilometro Rosso.

Lo spunto per questo incontro è stato preso da Confindustria Bergamo che, con Adecco, ha lanciato PLAY2WORK, il primo campionato per appassionati e cultori della piattaforma online Fortnite. Un progetto che punta a sperimentare, attraverso il gaming, lo sviluppo di nuovi modelli e approcci per raggiungere i giovani, fra cui anche i cosiddetti NEET, che non studiano, non lavorano e non cercano un’occupazione.

Il campionato ha coinvolto 256 partecipanti unici attraverso 2 tornei eliminatori online e culminati in una finale in presenza. All’interno di quest’ultima, si sono presentati sei giovani che hanno superato le fasi di selezione e si sono cimentati in una gara all’ultimo click. I finalisti sono stati anche coinvolti in una sessione di assesment, attraverso un modello innovativo di valutazione, basato sul parallelismo tra le competenze sviluppate nel gaming e le competenze richieste dal mondo del lavoro.

“È un progetto – specifica Matteo Vavassori, Presidente Giovani Imprenditori della Confindustria di Bergamo – che si inserisce in un cluster più ampio: ossia il progetto ‘People’, che opera su tre direttive: il dialogo con le aziende del territorio, l’analisi del contesto macroeconomico e una proposta di progettualità, con l’ausilio anche di partner esterni. Il cambio generazionale sta stravolgendo lo sviluppo industriale e la vera sfida diventa lanciare il giusto messaggio, il quale deve essere recepito dal giusto target, ingaggiando così i giovani e combattendo l’insidia dei neet. Con questo ci focalizziamo verso ragazzi tra i 15 e i 29 anni dove questa categoria è più sviluppata, sfruttando le skills del giovane”.

Si tratta quindi di un approccio innovativo rivolto alle nuove generazioni, in modo tale da includerli nei processi industriali ed economici. I dati dicono che il tasso di disoccupazione è ai minimi storici a Bergamo, mentre la percentuale di partecipazione delle donne si assesta più bassa rispetto a quella dell’intera media regionale. A preoccupare maggiormente resta sicuramente il capitolo relativo al calo demografico che prevede, a breve termine, quasi il 20% di giovani in meno nelle aziende.

A tal proposito, è intervenuto Jacopo Moschini, presidente Giovani Imprenditori Confindustria Lombardia: “Il tema è importante per l’intero tessuto sociale in cui viviamo. In questo contesto noi giovani imprenditori abbiamo un ruolo cruciale. Dobbiamo affrontare in particolare due sfide: la formazione, con una corretta preparazione universitaria e l’innovazione, come motore dello sviluppo economico. Il progetto esposto va in questa sintesi; il futuro del lavoro dipende da noi, contribuendo anche al benessere della nostra società”.

Spazio poi alla tavola rotonda, sul progetto sviluppato, tramite gli interventi di Oscar Tripicchio, Socio e Consigliere delegato Denani Srl, Francesca Dubbini, Vicepresidente Giovani Imprenditori Confindustria Bergamo e Strategy&Planning Lead Diachem Spa, Simone Maffeis, Human Resources Manager Aesys Spa e Saverio Surace, Head of Business Innovation di Adecco Italia.

 

Confindustria Bergamo, eletto il nuovo Consiglio Direttivo del Gruppo Giovani Imprenditori

 

PLAY2WORK si è sviluppato, così, su tre fasi: il torneo vero e proprio, un assessment in grado di mappare le competenze e un grande lavoro di promozione; il tutto racchiuso in un mondo quasi sconosciuto, quello dei videogiochi, il quale è sempre più in avanzamento: sono oltre 550milioni gli utenti di Fortnite, con 14,2 milioni di giocatori solo in Italia (di cui 6milioni tra i 15 e 34 anni).

Un mondo ricco, ma che nasconde anche una grande insidia: quella dei neet (giovani che non studiano e non lavorano), con un valore statistico che, in bergamasca, supera l’11%. Diventa quindi fondamentale riuscire ad ingaggiare anche questa fetta di popolazione, come precisa Surace: “Siamo partiti con un’analisi dettagliata del territorio, identificando il potenziale dei Neet, per capire come agire. Il gaming si presenta per attrarre e fare assesment, ossia capendo quali capacità mettere in sistema nel mondo produttivo. Scopro sempre di più un legame forte tra innovazione e tradizione. Il primo obiettivo perseguito è stato raggiungere le persone, togliendo anche un po’ di pregiudizio sul mondo del gaming, che in realtà sviluppa varie competenze, proprio come lo sport”.

Preconcetti che spesso portano i più grandi ad allontanarsi dalle potenzialità che l’incombere di questo nuovo mondo ha sul tessuto sociale ed industriale, sia nel presente che nel futuro: “Vivo entrambe le realtà – dichiara Oscar Tripicchio -, da imprenditore e consulente, ma anche da giocatore. Sono partito da questo per provare con mano quella che è l’interazione con una generazione diversa, mettendola alla prova; si pensi che tutti i ragazzi assunti nella nostra azienda sono giocatori. C’è un grande pregiudizio sui videogiocatori in Italia e non va bene; vivendo la propria passione bisogna affrontare diverse tematiche e in base al ruolo che si ha si sviluppano skill diverse e così vale anche per questo mondo”.

Ma come cambia il mercato del lavoro con queste nuove ondate? Ma, soprattutto, come si attraggono i giovani? In risposta, Simone Maffeis: “Viviamo in un momento delicato che peggiorerà; per questo è necessario identificare dei canali efficaci. Il tema del benessere dei lavoratori è ormai centrale, consentendoci così di mettere in campo gli strumenti necessari. Mi capita di entrare in contatto con i giovani, per questo penso che dobbiamo essere più noi imprenditori a capire come rivolgerci a loro. Lavorare sui valori e comportamenti aziendali diventa più importante delle caratteristiche tecniche, sviluppando programmi specifici per far sì che il candidato si allinei all’azienda e formando con academy interne strutturate”.

“La ricerca del personale è un tema molto critico – aggiunge Francesca Dubbini -; essendo, la nostra, una piccola-media impresa, abbiamo anche modalità diverse per attrarre i lavoratori, ma utilizziamo comunque, ad esempio, candidature per mezzo social ed effettuiamo progettualità dirette con le scuole del territorio, avendo la possibilità di conoscere nuovi potenziali candidati”.

Inoltre, durante l’apertura dell’assemblea, è stato ufficializzato il nuovo consiglio direttivo per i giovani imprenditori, nel biennio 2024-2026. Tra gli eletti figurano: Angeletti Giorgio, Civettini Andrea, Dubbini Roberto, Mazilu Daniel, Mazzoleni Federico, Salimbeni Pietro, Savoldelli Alice, Gerolamo Soliveri, Travella Marco, Tripicchio Oscar e Ubiali Benedetta.

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