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Il dibattito

Autonomia differenziata, Frassini: “Traguardo storico”, Misiani: “Progetto ideologico e senza soldi”

Dopo l’ok del Senato, la Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo al ddl Calderoli con 172 sì, 99 voti contrari e un astenuto. Parlamentari bergamaschi divisi

L’autonomia differenziata delle Regioni è legge. Dopo l’ok del Senato, la Camera dei Deputati ha dato il via libera definitivo al ddl Calderoli con 172 sì, 99 voti contrari e un astenuto.

Si tratta di un provvedimento procedurale per attuare la riforma del Titolo V della Costituzione messa in campo nel 2001. In 11 articoli definisce le procedure legislative e amministrative per l’applicazione del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione. Si tratta di definire le intese tra lo Stato e quelle Regioni che chiedono l’autonomia differenziata nelle 23 materie indicate nel provvedimento. Tra queste ci sono Tutela della salute, Istruzione, Sport, Ambiente, Energia, Trasporti, Cultura e Commercio estero.

Il provvedimento divide la politica: il centrodestra è soddisfatto, mentre il centrosinistra critico.

Esprimendo entusiasmo e soddisfazione, la deputata bergamasca della Lega, Rebecca Frassini, membro della Commissione Bilancio alla Camera, dichiara: “La storica battaglia della Lega sull’Autonomia è finalmente arrivata all’approvazione definitiva e non poteva esserci conclusione migliore. Ci eravamo presi l’impegno dopo il referendum del 2017 voluto da Lombardia e Veneto e abbiamo mantenuto la promessa. Non è stato facile, è stato un percorso lungo e tortuoso continuamene osteggiato. Oggi grazie alla tenacia della Lega, siamo riusciti ad arrivare a questo importante traguardo. Lo dobbiamo ai nostri militanti, elettori e amministratori che da sempre si battono con cuore e coraggio per realizzare quello che per milioni di cittadini Lombardi e veneti che si erano espressi tramite referendum del 2017 era un sogno ora diventato realtà. Autonomia significa più efficienza e modernità, meno sprechi e più servizi a tutti i cittadini. La sinistra finge di non capire tutto questo e finge di ignorare che non stiamo andando contro la Costituzione perché è la Costituzione stessa che prevede l’Autonomia e la legge Calderoli crea le procedure per applicare la Costituzione. Essere virtuosi ed efficienti non vuol dire penalizzare il Paese come dichiarano ipocritamente certi personaggi della sinistra”.

“Ora – aggiunge Rebecca Frassini – si riparte, per i prossimi obiettivi: gli accordi da firmare tra governo e Regioni e i Lep da definire per migliorare i servizi in tutto il Paese. Un grande grazie al ministro Calderoli, al vice premier Matteo Salvini per per la loro lungimiranza e capacità di coinvolgere gli alleati in questa grande riforma per l’Italia”.

Il provvedimento è stato accolto favorevolmente anche dal deputato bergamasco di Forza Italia, Stefano Benigni, che annota: “Sono soddisfatto della riforma dell’autonomia approvata definitivamente questa mattina. Una legge equilibrata, che Forza Italia ha modificato negli aspetti più critici, migliorandola, con l’obiettivo di arrivare al migliore testo possibile nell’interesse di tutti i cittadini. L’autonomia differenziata rappresenta una occasione straordinaria per colmare il gap tra nord e sud, valorizzando il potenziale delle singole regioni e massimizzandone l’efficienza. Grazie a una maggiore responsabilizzazione e autonomia, i cittadini avranno benefici e servizi migliori. È un passo avanti coraggioso verso un’Italia più forte, unita nelle sue diversità. Finalmente, grazie al governo di centrodestra, non ci saranno più regioni di serie A e regioni di serie B. Certo, sarà importante, nell’attuazione, non lasciare indietro nessuno: i Lep dovranno essere garantiti e finanziati in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Su questo, il nostro impegno sarà totale”.

È contrario, invece, Antonio Misiani, senatore del Partito Democratico, che commenta: “L’autonomia differenziata di Calderoli è un progetto ideologico, pasticciato e senza soldi. L’assenza di risorse aggiuntive per finanziare i livelli essenziali delle prestazioni aggraverà i divari territoriali, impedendo di garantire i diritti e i servizi pubblici fondamentali allo stesso livello a tutti i cittadini, a prescindere dal loro luogo di nascita o di residenza. La differenziazione della normativa sulle materie che verranno attribuite alle regioni complicherà e appesantirà il carico burocratico sulle imprese, rallentando lo sviluppo in tutto il Paese, Nord compreso. Era necessaria una riorganizzazione radicalmente diversa delle competenze tra lo Stato e le regioni, correggendo le disfunzioni emerse con l’attuazione del nuovo Titolo V della Costituzione. Il governo Meloni ha scelto una strada diversa, legata al baratto scellerato con il premierato sottoscritto con le altre forze della maggioranza. È una strada che mette l’Italia su un binario morto e divide ulteriormente un Paese già segnato da profonde disuguaglianze”.

Arrivano critiche anche dall’Alleanza Verdi e Sinistra. Il deputato bergamasco Devis Dori evidenzia: “Col favore delle tenebre, dopo una maratona di circa 12 ore, nel silenzio assordante della destra che in Aula non ha saputo svolgere nessun intervento sulle decine di emendamenti delle opposizioni, è stato approvato lo Spacca-Italia. Questa riforma è la certificazione del fallimento politico della lega, perché è fondata su presupposti completamente diversi dalle aspirazioni della prima lega: questa riforma infatti non porterà alcun beneficio ai cittadini lombardi e finirà solo per mettere qualche potere in più nelle mani di una manciata di politici in Regione. Nessuno garantisce che da maggiori poteri discendono maggiori benefici. E infatti molto presto i lombardi si renderanno conto del grande bluff. L’unica secessione che si compirà con questa riforma sarà tra ricchi e poveri, fra chi ha di più e chi ha di meno, perché aumenterà le differenze. Ma allora è il fallimento dello Stato che deve aspirare a garantire a tutti i livelli minimi di ogni diritto soggettivo. È una riforma incostituzionale, che verrà censurata dalla Corte costituzionale, perché tradisce il principio solidaristico contenuto nell’articolo 3 della Costituzione. Questa è una riforma basata sull’egoismo, quindi hanno poco da festeggiare. Durante la lunga nottata mi sono rivolto direttamente al Ministro Calderoli, parlando da bergamasco a bergamasco: gli ho ricordato che da Bergamo, città dei Mille, partirono molti bergamaschi con Garibaldi per andare ad unire l’Italia. Il Ministro e la Lega, invece, hanno tradito la storia di Bergamo. Come Alleanza Verdi e Sinistra, invece, facciamo ancora parte di quel Nord che vuole l’Italia una e indivisibile”.

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