• Abbonati
L'omicidio

Dieci anni fa l’arresto di Massimo Bossetti: fu la svolta nel caso Yara

Il 16 giugno 2014 veniva fermato nel cantiere di Seriate quello che la Legge ha giudicato come il suo assassino: un muratore bergamasco di Mapello, con una moglie e tre figli. Insospettabile, fino a quel giorno

Bergamo. Dieci anni fa Bergamo e non solo era scossa da un nuovo capitolo sulla drammatica vicenda di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra scomparsa la sera del 26 novembre e ritrovata priva di vita tre mesi dopo in un campo di Chignolo d’Isola.

Il 16 giugno 2014 veniva arrestato quello che la Legge ha giudicato come il suo assassino, Massimo Giuseppe Bossetti. Un muratore bergamasco di Mapello, con una moglie e tre figli. Insospettabile, fino a quel giorno. Proprio per questo la notizia del suo fermo destò molto clamore.

Una svolta arrivata al termine di una complessa indagine, con il DNA del carpentiere risultato sovrapponibile con quello dell’uomo definito “Ignoto 1”, rilevato sul lembo tagliato degli slip dei leggings della ragazzina. A Bossetti si arrivò attraverso un lungo percorso, iniziato dalla scoperta che l’aplotipo Y del DNA di “Ignoto 1” era identico a quello di un frequentatore della discoteca Sabbie Mobili vicina al luogo del ritrovamento del corpo (persona estranea ai fatti e tra i circa 20mila sottoposti a prelievo del DNA in un’indagine “screening”), dal quale, tramite l’esame di vari soggetti del ramo familiare con profilo genetico via via più strettamente correlato, si risale a Giuseppe Guerinoni, autista di autobus di Gorno deceduto nel 1999, identificato come il padre naturale di “Ignoto 1”.

Solo dopo molti tentativi e con l’aiuto della confidenza di un collega di Guerinoni riguardante una relazione affettiva dell’autista risalente a molti anni addietro, cercando l’allele 26 presente nel profilo nucleare di “Ignoto 1”, una variante infrequente nella popolazione locale, ereditata sicuramente dalla madre in quanto non presente nel DNA di Guerinoni, si arriva a Ester Arzuffi, la donna il cui DNA nucleare corrisponde alla metà materna del profilo di “Ignoto 1”.

Domenica 15 giugno 2014, mentre si reca con la famiglia a OrioCenter, in un finto controllo stradale mediante l’etilometro viene prelevato il DNA a Massimo Bossetti, l’unico dei due figli maschi della Arzuffi che vive nella zona, e viene verificata la corrispondenza del suo DNA nucleare con quello rinvenuto sulla vittima. E il giorno seguente, ultimate le verifiche, scatta l’arresto nel cantiere di Seriate dove sta lavorando.

Un lungo e triste romanzo, riassunto in questa timeline:

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI