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Bassa

Polo logistico di Isso: “Terreno classificato produttivo nel 2005, Fosso Benzoni spostato d’accordo col demanio”

Giuseppe Epinati, direttore della Fondazione Mia, proprietaria del terreno, spiega: “Non c’è una richiesta di rendere l’area destinata ad attività produttive. Dati 45mila metri quadri al comune”. Il bando aggiudicato da Avantime per 5,8 milioni di euro

Il bando pubblico della Fondazione Mia (Congregazione Misericordia Maggiore Bergamo) per la cessione dell’area idonea alla costruzione di polo logistico che sorgerà a Isso ha visto vincitrice la ditta Avantime Real Estate Srl di Milano, con un’offerta di 5,8 milioni di euro superiore quasi del 50% rispetto ai 4 milioni e 20mila euro posti come base. Vedrà così la luce un progetto su un terreno che “è stato classificato come produttivo nel 2005”, spiega Giuseppe Epinati, dal 2015 direttore della Fondazione Mia. “L’area produttiva ce la siamo fortunatamente trovata, non c’è agli atti una richiesta da parte della Mia al Comune di isso per rendere quell’area produttiva”.

“Si tratta di un terreno di nostra proprietà da decenni, che venne dato alla fondazione quando il Colleoni ci portò via una parte della Basilica per il proprio mausoleo. In quell’area della Bassa, tra Isso e Fare Olivana con Sola, la Fondazione ha quasi 3 milioni di metri quadrati di area agricola: i 76mila su cui sorgerà il polo sono gli unici edificabili. Il resto è tutta area agricola. Un’area tecnicamente detta ‘di frangia’ di un tessuto già urbanizzato a scopi produttivi, che il Comune voleva ampliare”.

Il terreno è classificato come produttivo dal PGT del Comune di Isso dal 2005, poi nel 2012 il comune, su sua iniziativa, ha incarica l’architetto Tosetti di predisporre un piano particolareggiato di iniziativa pubblica chiamato ‘Industria nel Verde’. “Nel 2015 questo piano si rivela di difficile attuazione per come era concepito inizialmente, essendo su un’area ampia, di 250mila metri quadrati”, prosegue Epinati. “Noi come Mia per poter rendere più flessibili i processi abbiamo chiesto che quel piano realizzato dal Comune fosse diviso in 3 unità minime di intervento, sempre mantenendo le stesse previsioni e gli stessi parametri urbanistici. Appena approvata la suddivisione, abbiamo naturalmente sviluppato una convenzione con il Comune per l’attuazione del nostro comparto, che è, al netto delle superfici a standard, di 76mila metri quadrati. In contemporanea abbiamo ceduto al Comune a titolo gratuito una superficie compensativa di 45mila metri quadri adiacenti alla nostra, in prossimità della nuova Cremasca e della Statale 11. Un’area grande quanto 7-8 campi da calcio su cui il Comune può realizzare quanto ritiene di fare”.

Dal 2015 in avanti sono state apportate altre varianti al progetto iniziale, oltre alla divisione dei lotti: è stato predisposto anche l’aumento dell’altezza degli spazi interni, in quanto ora la logistica prevede attualmente un minimo di 12 metri. “Con la Provincia di Bergamo abbiamo attivato la procedura per l’esclusione da VIA, la Valutazione Impatto Ambientale. Ci siamo affidati a tecnici esperti in materia ponendoci l’obiettivo della salvaguardia ambientale e paesaggistica: sui 76mila metri quadrati totali, l’area coperta dal polo sarà di 27.500, tutto il resto sarà verde, con una piantumazione prevista di oltre 500 alberi. Tutte le procedure sono state di evidenza pubblica, senza particolari osservazioni da parte di alcuno”.

Nell’area è presente anche un fosso demaniale, denominato fosso Benzoni, che ha funzione di scolo dei terreni e non di irrigazione: “La concessione è in capo alla Fondazione Mia, che ne paga regolarmente il canone. Ovviamente non verrà eliminato, ma solo spostato, d’accordo con il demanio di Milano, che ne ha approvato e sottoscritto il frazionamento catastale. La sdemanializzazione avverrà al momento del collaudo del nuovo fosso. Quando verrà dichiarato attivo e funzionante”.

Il bando a evidenza pubblica ha visto interessarsi 36 operatori: si sono presentati alla gara in 3. “Siamo partiti da 4 milioni e 20mila euro e siamo arrivati a 5,8 milioni, con atto da stipularsi entro fine luglio. Non siamo un privato speculatore che vende e compra, come fondazione dobbiamo tenere un bilancio in equilibrio e non è facile” afferma Epinati. “Abbiamo un patrimonio di 243 unità immobiliari, vetusto, che necessita continuamente di manutenzioni che rappresentano un costo non indifferente. Prima di poter affittare ogni appartamento che abbiamo, anche anni ’60, andiamo a spendere decine di migliaia di euro di ristrutturazioni. 90 delle nostre unità sono a canone sociale, 20 delle quali di recente costruzione, riservate a chi porta disabilità o ai meno abbienti, mentre 15 sono date a delle associazioni che lavorano con persone che fanno fronte a fragilità psicologiche, donne vittime di violenza che si sono trovate sulla strada”.

“Abbiamo anche l’investimento su Astino” conclude Epinati, “che è un’opera alquanto meritoria che restituisce visibilità e riutilizzo a favore della comunità di un bene di un grande valore storico che ha portato all’aggiudicazione del Premio del Paesaggio 2021 del consiglio d’Europa . A tal proposito, la nostra fondazione non è esente da IMU. Paghiamo le nostre imposte IRES sui canoni d’affitto al 50% e oltre 700mila euro di IMU annui, più le consistenti manutenzioni. A evidenziare che nel corso di questi 10 anni la Mia ha incrementato gli investimenti in termini di attività culturali e assistenziali”.

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