Bergamo. “My Spirit sang all day” è il titolo del concerto di musica corale che si terrà venerdì 7 giugno nella Basilica di Sant’Alessandro in Colonna alle 20 per la direzione del maestro Cristian Gentilini. Tratta dall’omonima composizione di uno dei più popolari compositori britannici del ventesimo secolo, Gerald Finzi, la frase che dà nome all’evento è un invito a sperimentare la bellezza e la felicità del canto con una proposta assai variegata e vivace di musiche selezionate per l’occasione da Gentilini, docente di Esercitazioni Corali presso il Politecnico delle Arti di Bergamo.
Si tratta del concerto-saggio di fine anno delle classi dei corsi base e dei corsi accademici, che vedrà un centinaio di voci cimentarsi con un repertorio di musiche soprattutto del Novecento e contemporanee, da Claude Debussy a James Mac Millan, da Gyorgy Ligeti a Elena Camoletto, ma non mancheranno canti tradizionali e composizioni sacre del repertorio classico.
Cristian Gentilini, compositore e Maestro di Cappella della Basilica di Santa Maria Maggiore di Bergamo, nonché docente dal 2018 di Esercitazioni Corali presso di Conservatorio Donizetti, affronta per l’occasione la sfida non facile di fare incontrare le voci dei ragazzi più giovani, iscritti ai corsi base di strumento del Politecnico delle Arti, e quelle degli accademici, iscritti ai corsi biennali e triennali, tra i quali solo alcuni seguono lo specifico percorso di cantante lirico e, insieme con gli altri indirizzi, fanno parte del corso di Esercitazioni corali. Un insieme eterogeneo, perciò, unito dalla comune disciplina degli studi musicali e dalla direzione professionale di Gentilini che seleziona, nel corso dell’anno, un repertorio didattico per lo sviluppo dell’orecchio, della voce e delle competenze musicali tout-court.
“I brani sono diversi ogni anno – spiega il maestro – e questa volta ho voluto pescare tra musiche di autori assai vari, dai più famosi come Debussy e Ligeti ad altri anche meno noti, americani, inglesi, francesi, svedesi, camerunensi… Durante l’anno gli studenti più giovani eseguono esercizi vocali e brani più semplici, gli studenti più grandi, biennali e triennali, si cimentano con brani più difficili. In tutto si tratta di più di 150 persone, che sono organizzate in gruppi e che a lezione si alternano: finalmente si riuniranno nella prova generale a ridosso dello spettacolo del 7 giugno”.
“E’ un progetto un po’ ambizioso -ammette Gentilini – perché non è il lavoro di un coro stabile. Non è facile, ma è una gioia lavorare con i ragazzi: il conservatorio è già un gruppo di persone che segue con impegno questa strada particolare della musica ed è davvero un piacere fare lezione con loro”.
Il maestro sottolinea l’importanza formativa dell’esperienza corale per chi intraprende lo studio di uno strumento: “Una volta questa disciplina faceva parte delle cosiddette ‘materie complementari’, ma direi piuttosto che è fondamentale, è un percorso di grande importanza. Dal coro passa tantissima esperienza e gran parte delle nozioni teoriche vengono messe in pratica, dal solfeggio all’armonica, come avviene nell’affermato metodo Kodaly, che sviluppa solfeggio, lettura, teoria musicale attraverso il canto”.
“Ci tengo – conclude Gentilini – che nel coro cresca questa competenza generale: anche un qualsiasi strumentista deve essere in grado di cantare in modo sicuro inserito in armonie semplici o complesse che siano, il che sviluppa moltissimo anche la sua abilità e sensibilità di strumentista”.
Lo spettacolo, della durata di un’ora, prevede l’esecuzione di musiche cantate in varie lingue, di cui sarà fornita la traduzione nel programma di sala.
L’ingresso è libero.
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