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L'evento

UniBG e Atalanta, insieme per la sostenibilità: “Dall’UEFA la spinta per lo sviluppo”

Umberto Marino, dg dei nerazzurri, e Michele Uva, direttore responsabilità sociale del massimo organo calcistico europeo, ospiti al convegno in ateneo

Bergamo. Realtà diverse a confronto su un tema che riguarda tutti. Nella mattinata di mercoledì (5 giugno) nell’Aula Magna della sede di Sant’Agostino dell’Università degli Studi di Bergamo si è svolto il convegno che ha aperto il primo Workshop di Ricerca sulla Sostenibilità dal titolo “UniBg, un gioco di squadra per lo sviluppo sostenibile”, alla presenza anche del direttore generale dell’Atalanta Umberto Marino e del direttore di responsabilità sociale e sportiva dell’Uefa, Michele Uva, i quali hanno presentato le iniziative delle proprie organizzazioni sui temi della sostenibilità.

Il rettore dell’UniBG Sergio Cavalieri ha aperto la giornata di lavoro portando ad esempio la vittoria dell’Europa League a Dublino: “Il successo dell’Atalanta ha creato un’emozione nei bergamaschi e non: di recente ho incontrato Gasperini e traspariva una emozione che è ancora molto forte, legata anche alla festa di venerdì sera. Ciò dimostra il ruolo che ha l’Atalanta in termini di responsabilità sociale, anche ripensando a quanto accaduto a Bergamo quattro anni fa”.

“Essere generalista è un pregio dell’ateneo: accoglie diverse discipline, questo è un elemento virtuoso perché confrontare diversi ambiti porta ad avere un pensiero laterale per cercare di scardinare le certezze e non dare nulla per scontato: è il compito dei ricercatori. Una delle 4 piattaforme tematiche, quello dell’economia e società sostenibili, trova ampio respiro con accezioni diverse. Lo sviluppo sostenibile è un percorso: stiamo lavorando per creare questa cultura all’interno della nostra Università, attraverso diverse forme. La nostra scommessa è rendere lo sviluppo sostenibile un modello emozionante: magari tre 3-4 anni andremo col bus scoperto anche noi”.

Il 5 giugno è anche un giorno speciale, sottolinea Elisabetta Bani, Prorettrice alla terza missione e ai rapporti con il territorio, perché è la giornata mondiale dell’ambiente proclamata dall’Onu nella conferenza di Stoccolma 1982: “Quel giorno Ha segnato una svolta: per il tema della sostenibilità è stata una lunga strada, con anche battute d’arresto. Non si può tornare agli anni in cui si predicava la decrescita, ma lo sviluppo sostenibile non assolutizza, riguarda ogni tipo di sfera, deve determinare l’equilibrio degli interessi. Per tenere insieme i vari fattori serve gioco di squadra. Alla base di tutto c’è la ricerca, che deve creare valore pubblico”.

L’UniBG dal canto suo tre anni fa ha dato avvio a un percorso che ci ha portato fino a questo punto e Giovanna Barigozzi, Direttrice del Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate, ricorda le fasi di questo processo: “Abbiamo sempre avuto numerose specialità all’interno del nostro dipartimento, ma prima il corpo docenti non era così ampio, è stato necessario avviare un dialogo interno che ha permesso di andare oltre la conoscenza frammentaria. La prima edizione del workshop è stata nel 2022, a porte chiuse, in cui gruppi di ricerca si sono presentati con l’obiettivo di conoscersi per esplorare rapporti interdisciplinari. Ora abbiamo alzato l’asticella provando a far dialogare aree culturali diverse su temi di sostenibilità ambientale, economica e sociale”.

L’incontro Lucia Castelli, psicopedagogista dell’Atalanta, ha permesso di “avvicinare una realtà complessa come quella delle società professionistiche ben avviate, poi l’incontro con il dg Umberto Marino e il suo staff ha permesso di ragionare sulla collaborazione sui temi”. Da lì il collegamento con l’Uefa, in particolare con Michele Uva, che dal 2021 ha il compito di sviluppare e promuovere la sostenibilità all’interno dell’organizzazione e non solo.

“La direzione è stata presa nel 2021, avevamo tante campagne ma non c’era una visione strategica. Ora ci muoviamo su 5 capitoli: sportiva, e Atalanta ne è un grande esempio, della governance, ambientale, sociale, culturale. La nostra strategia parte dall’Uefa come vertice della piramide e arriva alla base: fanno parte dell’associazione 250mila club, 400mila squadre con 28 milioni di tesserati. A me viene la pelle d’oca a pensare a questi numeri: siamo la più grande piattaforma mondiale. E per questo abbiamo sviluppato una strategia in 11 policy, 7 sociali e 4 ambientali, all’interno di 5 aree di azione, compresa quella interna all’Uefa. Per Euro 2024 abbiamo investito 32 milioni di euro investiti sulla sostenibilità: bisogna investire in nuove idee e bisogna saperle coniugare con l’attualità”.

Sul tema l’UEFA sta facendosi promotrice a livello globale, imponendo anche regole ferree per partecipare alle competizioni: “Stiamo obbligando le federazioni e i club cambiando i regolamenti: finanziamo le federazioni solo se hanno approvato una strategia e nominato un manager. Nell’ultimo comitato esecutivo, a Dublino, l’Uefa ha deciso di approvare le licenze dal 2025/26 solo a chi avrà una strategia e un sustainability manager. Influenzerà 5-600 club in Europa, vuol dire che ci sarà una comunità di persone che grazie alla nostra strategia potranno creare un linguaggio unico”.

E lo stesso vale per gli sponsor: “Quando firmano il contratto vogliono un capitolo dedicato, è anche un’opportunità di business, perché investono budget che non rientrano nell’advertising. È una strategia d’azione in tre fasi: ispirazione, analisi e accelerazione, ora siamo nella terza. Compiamo azioni con target chiari, indicatori di performance. Deve diventare un commitment pubblico: non dobbiamo subire, ma essere attivi e positivi nel cercare l’approccio di tutti, come fa l’Atalanta di Gasperini. L’uefa organizza 23 competizioni e tutte hanno una strategia ISG, a seconda della grandezza”.

“C’è bisogno di Uefa, Atalanta, università, studenti, media, sponsor, tifosi: c’è bisogno di tutti e il nostro ruolo è quello di provare ad accelerare questo percorso. Si parte sempre da 0-0 ma è importante farlo, scardinare certe tessere, investire, perché senza non c’è futuro”, ha concluso, con l’impegno di portare a Bergamo le best practices, mischiando le eccellenze dei club europei e degli atenei delle rispettive città.

“Antonio Percassi ci ha sempre insegnato il rapporto con il territorio, l’Atalanta è Bergamo e Bergamo è l’Atalanta. Il radicamento è fondamentale, rappresentare la gente è importante” precisa Umberto Marino, all’inizio del suo intervento, in cui ha presentato anche il CSR Atalanta, team composto da Donato Cacciavillani (stadium manager), Lucia Castelli (psicopedagogista) e Martina Quintarelli (coordinamento delle due aree), “persone che hanno grande preparazione e passione”.

 

Unibg convegno Atalanta

 

“Negli anni Atalanta ha fatto veramente tanto nella sostenibilità, forse siamo mancati nella comunicazione, ma è un pregio dei bergamaschi: facciamo le cose ma non vogliamo incensarci. Ci siamo affidati ai professionisti per creare progetti di sostenibilità ad ogni livello, a partire dai ragazzi e lo staff del settore giovanile, fino ai discorsi sul futuro con le aziende”. Il direttore generale presenta poi le iniziative sul territorio, Atalanta for Special che ha coinvolto anche il settore giovanile, il Christmas Match con maglie all’asta per gli Amici della Pediatria dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, fino alle maglie distribuite ai neonati, idea di Antonio Percassi che disse “voglio tutti i bambini atalantini” al suo ritorno in società.

“La scuola allo stadio che quest’anno ha portato 3000 alunni al Gewiss: è giunta a 21 edizioni, si parla di temi importanti, bullismo e cyber bullismo. Il progetto con Pit’sa, Junior Tim Cup contro il razzismo, l’accessibilità disabili allo stadio con bar panoramico, con un delegato e servizio steward che ci consente di seguirli. La responsabilità ambientale allo stadio, al centro sportivo e adesione all’Adesione della Carta sulla sostenibilità ambientale del calcio. Partire da piccole cose come la raccolta differenziata, raccolta di cibo avanzato dato ai meno fortunati, navette elettriche gratuite, erogatori di acqua, pannelli solari”.

“Il volano che ci ha permesso di attivare tutto questo è stata l’Uefa, che ci ha portato a fare questo ragionamento, dettagli che forse trascuravamo in ufficio”, afferma.

A concludere il convegno è la professoressa Annalisa Cristini, Prorettrice al welfare e allo sviluppo sostenibile: “È importante vedere che aziende così grosse si stanno muovendo in questa direzione. L’università come istituzione ha la proprie radici nel territorio e con il territorio evolve e mette in campo nuove progettualità. Queste interazioni permettono di creare ulteriori valori. Il Rettore ha creato un Prorettorato allo sviluppo sostenibile dal 2021 e raccoglie al proprio interno diverse deleghe che sono le dimensioni della sostenibilità, dall’ambiente allo sport. Facendo sistema di tutte queste dimensioni si può avere una visione strategica. Lo statuto è stato modificato per inserire concetto e principio della sostenibilità. Ed è stato creato un piano strategico di ateneo, un progetto di UniBG in transizione, con l’obiettivo di riuscire a redigere una carta dei valori che ci faccia capire la direzione in cui andare e poi presentare un primo bilancio di sostenibilità. L’incontro rende il processo partecipativo, permette di indicare il percorso per arrivare alla rendicontazione che è importante quanto il risultato: ci rende più consapevoli e più creativi. È un percorso faticoso perché ognuno deve organizzarsi, ma vogliamo produrre questo documento interno per la fine dell’anno”.

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