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Confcommercio bergamo

Confcommercio: “Unione Europea, serve una politica più incisiva a favore delle micro e piccole imprese”

I risultati della ricerca commissionata in vista delle elezioni: interpellate 700 realtà imprenditoriali del territorio

Bergamo. In vista delle elezioni, 700 realtà imprenditoriali bergamasche hanno espresso un giudizio complessivamente positivo sul ruolo dell’Unione Europea, evidenziando però la necessità di una politica più incisiva a favore delle micro e piccole imprese. Questa è la principale conclusione della ricerca commissionata da Confcommercio Bergamo a format research, l’unica nel suo genere a livello nazionale, riguardante le imprese di commercio, turismo e servizio.

“Gli ultimi cinque anni, segnati dalla pandemia e dal conflitto Russia-Ucraina, hanno rafforzato il legame comunitario, precedentemente indebolito dal recesso del Regno Unito – dichiara Oscar Fusini, direttore Confcommercio Bergamo -. A confermare questa tesi, il 68,8% degli imprenditori intervistati ritiene fondamentale che l’Unione Europea si dimostri coesa e unita per promuovere la pace e la sicurezza, lo sviluppo sostenibile, il libero scambio e la difesa dei valori democratici”.

Dissimile è il giudizio riguardo la valutazione dell’impatto dell’Unione Europea sulle micro e piccole imprese. “Il 78,8% degli imprenditori suggerisce la semplificazione delle procedure amministrative per consolidare i rapporti che convergono tra le due – prosegue Fusini -. Inoltre, il 76,4% riconosce l’importanza del ruolo dell’Unione nel sostenere la crescita economica delle imprese”.

Gli imprenditori riconoscono il contributo dell’Unione Europea in vari ambiti: promozione della cultura (39,9%), sviluppo infrastrutturale (33,7%) e protezione dell’ambiente (33,3%). Tuttavia, molti ritengono che l’Ue non sia abbastanza incisiva nel favorire le imprese e creare posti di lavoro.

Dall’indagine emerge l’esigenza di attuare azioni concrete per il benessere delle imprese, come facilitare l’accesso ai finanziamenti, promuovere politiche per la concorrenza e programmi di formazione per i lavoratori.

Il 79% degli imprenditori ritiene necessario semplificare le procedure amministrative attraverso un maggior dialogo e una migliore consultazione. “Oggi chiunque sia un imprenditore o un dipendente comprende che senza l’Unione Europea non si può andare lontano – afferma Luciano Patelli, vicepresidente vicario Confcommercio Bergamo -. Probabilmente, non percepiamo positivamente questa Europa anche per quello che ci viene comunicato”.

 

Generico giugno 2024

 

Confcommercio Imprese per l’Italia ha presentato a Roma un documento per le elezioni europee intitolato “Per un’Europa competitiva e sostenibile”, evidenziando le priorità del settore terziario. Tra le richieste principali: valorizzare lo small business act, sostenere un turismo resiliente e sostenibile, favorire l’imprenditorialità giovanile e femminile, investire nel capitale umano e nella digitalizzazione delle imprese, semplificare l’accesso al credito e completare l’unione bancaria. “Siamo l’unica confederazione ad aver redatto un documento di sintesi, sottoposto ai candidati di tutti gli schieramenti, che riassume le posizioni delle piccole e le medie imprese – precisa Fusini -. Ci sentiamo europei e desideriamo contribuire attivamente alle elezioni europee. È importante evidenziare gli aspetti negativi che necessitano di miglioramenti, ma è altrettanto fondamentale riconoscere i numerosi elementi positivi”.

In Lombardia, le imprese del terziario rappresentano il 65% delle attività economiche e garantiscono il 70% del Pil. Le politiche urbane e i distretti del commercio sono cruciali per contrastare il rischio di desertificazione e spopolamento, soprattutto nei piccoli comuni. Nella nostra realtà provinciale, questo è un rischio più accentuato rispetto al resto della Lombardia. “Con l’avvicinarsi delle elezioni, Confcommercio vuole sollecitare i cittadini a informarsi e votare mettendo al centro le micro e medie imprese -. Dichiara Fusini – Dei 243 comuni della bergamasca, il 70% è sotto i 5 mila abitanti e di conseguenza vi è una maggiore vulnerabilità rispetto alle aree metropolitane”.

In aree con peculiarità turistiche, economiche o sociali, sono necessari obiettivi ambientali sostenibili per le piccole e medie imprese, promossi attraverso la semplificazione amministrativa e normativa, con accesso al credito e a finanziamenti più celeri ed efficienti. Una nuova politica ambientale ed energetica unica e sostenibile, coniugata con quella economico-sociale nel mondo dei trasporti, nel rispetto del principio di neutralità tecnologica.

Si confida in una maggiore digitalizzazione delle imprese, che in Lombardia investono sopra la media nazionale soprattutto per cybersecurity, applicazioni di siti web e gestionali. Questo potenziale potrebbe essere valorizzato da interventi e politiche attive in ambito di digitalizzazione e accessibilità, e da percorsi di collaborazione con il mondo universitario e della ricerca, estendibili anche alle imprese meno sviluppate.

Gli imprenditori bergamaschi apprezzano il contributo dell’Unione Europea in diversi settori, ma auspicano una maggiore attenzione alle esigenze specifiche delle micro e medie imprese. La soddisfazione non è alta, ma vengono riconosciuti i vantaggi che ne derivano. “L’Italia deve andare in una direzione più europea, più inclusiva, più aperta a nuovi modi di lavoro e strategie – spiega Patelli -. Siamo tanto bravi, ma non siamo perfetti, avremmo l’opportunità di crescere ancora di più”.

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