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Atalanta

Gasperini: “Avevo un’opportunità in Inghilterra, ma resto a Bergamo. Rinnovo? Risolveremo”

Il tecnico nerazzurro alla Gazzetta dello Sport: “Avevo percepito un po’ di stanchezza, Percassi sembrava disposto a lasciarmi andare. Devo capire se siamo a un punto di partenza o di arrivo”. E ricorda il riscatto di Demiral: “Per me fu un affronto”

“Ho rifiutato un’offerta importante dall’Inghilterra per restare all’Atalanta”. Gian Piero Gasperini in una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport racconta i retroscena che lo hanno portato alla decisione di restare a Bergamo, anche se prima di rinnovare il contratto vorrà capire se “siamo a un punto di partenza o di arrivo”.

“Se nei prossimi campionati vogliamo fare qualcosa di più e se per l’Atalanta io sono ancora un riferimento, ok, va bene. Se c’è un progetto per i prossimi due-tre anni, mi interessa. Una situazione tampone, precaria, non mi serve, vado a scadenza e buonanotte. Ma la questione 2026 o 2027 la risolveremo. Con me la famiglia Percassi è sempre stata di una generosità assoluta. L’urgenza, adesso, è fare la squadra più forte”.

Per il tecnico nerazzurro, attualmente in scadenza al 2025, si tratta di una situazione nuova:”Non mi sono mai trovato in scadenza di contratto e quindi non ho mai potuto decidere da solo: ho sempre dovuto parlare con Preziosi o con Percassi”. E rivela di essere stato vicino all’addio: “Avevo percepito un po’ di stanchezza, il presidente sembrava disposto a lasciarmi andare, lo ha detto, poi la stagione ha preso piega gloriosa e ha cambiato parole: ‘andiamo avanti così’”.

Gasperini ha ricordato anche i momenti di discordanza con la società, parlando anche del dualismo Musso-Carnesecchi, che alla fine si è rivelato un punto di forza: ”Pensavo potesse essere un problema, è stato un motivo di scontro con la dirigenza. Ogni tanto ce ne sono, il più grave fu il riscatto di Demiral, per me fu un affronto”.

E ora la missione è quella di migliorare ulteriormente la squadra: “Noi siamo stati bravissimi, i più bravi, ma non i più forti. Quanto a forza, possiamo migliorare. Compatibilmente con le disponibilità del mercato e le offerte che arriveranno”. Con il limite di un monte ingaggi da gestire: “Può essere un ostacolo, l’Atalanta giustamente lo mantiene. Koopmeiners ed Ederson restano? Per Koop l’Atalanta ha già rifiutato tanto, anche a gennaio. È una speranza”.

Focus che va soprattutto sull’attacco, “il reparto principale”, perché “senza Scamacca con la Juve si è visto”. E a proposito del numero 90: ”Si è sempre impegnato alla morte, la fama di bad boy è assurda. Un momento chiave è stato quando si è liberato della pressione pazzesca che aveva addosso, ogni partita sembrava dovesse dimostrare di essere un grande giocatore. Non sorrideva mai, era scuro ad ogni errore”.

Un punto di svolta, come quello trovato a Bergamo da De Ketelaere: “Più sta lontano dalla porta, più è in difficoltà. Ama arretrare per legare il gioco, ma lui deve fare l’attaccante. Che significa: fare gol o farli fare. Infatti li fa”. E anche Lookman: “Oggi è un top, ma non lo era. Era forte, ma viveva di spunti e spariva dalle partite. Anche dagli allenamenti. Ci ho lavorato con la pazienza dell’artigiano”.

E sull’obiettivo Scudetto: ”Manca un abisso. Lo scudetto si vince sopra i 90 punti, due volte ne abbiamo fatti 78, quest’anno se va bene chiudiamo a 72. Finora il nostro target è stato quello. Aggiungere 15 punti non è poco, anche con qualche sconfitta in meno. Oggi per fare il salto di qualità e vincere, devi perdere a livello economico. L’Atalanta non può permetterselo”

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