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L'intervista

Il rettore Sergio Cavalieri: “Mancavano le residenze universitarie, la Montelungo colma il vuoto”

L'attrattività dell'Università degli Studi di Bergamo è in continua crescita. La guida dell'Ateneo orobico sull'aumento degli studentati: "L’obiettivo è arrivare a 1.200 posti letto entro il 2030"

Bergamo. Bernareggi, Pignolo, Rosate, Salvecchio, Sant’Agostino, Caniana, Moroni, Kilometro Rosso, Dalmine. Sono le sedi dei campus dell’Università degli Studi di Bergamo, una vera e propria “dorsale della cultura” (come viene descritta sul sito ufficiale) che attraversa tutta la città fino ad uscire dai suoi confini e invadere l’hinterland, arrivando fino a Stezzano e al comune dalminese, sede del polo ingegneristico.

Il rettore Sergio Cavalieri non può che esprimere grande soddisfazione per una crescita che negli ultimi anni si è resa sempre più evidente, con un incremento dei numeri praticamente in tutti gli ambiti che l’estesa comunità universitaria ingloba (pandemia a parte). “Non dimentichiamoci che UniBg è un ateneo giovane, che compie quest’anno 56 anni – esordisce Cavalieri -. Se è vero che da una parte perdiamo qualcosa in termini di prestigio storico e tradizione, dall’altro la nostra giovane età rende presente nel nostro Dna una spiccata capacità di adattamento alle mutevoli condizioni socioculturali della nostra epoca”.

Ma l’attrattività dell’Università orobica si lega anche alla sua ‘casa’, al territorio che l’ha vista nascere e migliorarsi fino ad arrivare alla rilevante dimensione attuale: “Un aspetto di grande importanza è la nostra presenza in un ecosistema, la realtà bergamasca, di suo estremamente attrattivo. La provincia di Bergamo è una delle realtà con i tassi di disoccupazione più bassi (nel 2023 2,9%, dato mai così basso in provincia, ndr), un contesto che garantisce reali opportunità di lavoro ai giovani al di là dello specifico ambito: l’Università ha un placement alto di studenti e laureati che, uscendo da facoltà anche non prettamente aziendalistiche o ingegneristiche, trovano opportunità professionali coerenti con le loro aspirazioni”.

La crescita dell’Ateneo, testimoniata anche dai numeri (da qualche anno ormai l’Università si assesta sui 20.000 iscritti), è legata a doppio filo ad uno stretto rapporto con lo studente, non visto come mero ‘numero di matricola’ ma come persona con la necessità di avere determinati servizi: “I dati Almalaurea dei nostri laureati denotano un livello di soddisfazione molto alto sui servizi universitari e sulla qualità dei docenti dell’Ateneo. Un punto di forza e un aspetto da non sottovalutare nel ‘passaparola’ che si crea all’interno delle famiglie, tra amici, un elemento che porta Bergamo ad essere spesso messa tra i primi posti nei percorsi di orientamento”.

Parlare di servizi universitari a Bergamo significa inevitabilmente, fin dal 2015, posare lo sguardo sul progetto di riqualificazione delle ex caserme Montelungo e Colleoni, dove saranno realizzati circa 450 nuovi alloggi per gli studenti: martedì 21 maggio è arrivata infatti l’approvazione della proposta di Redo Sgr per la ristrutturazione dell’area, con il raggiungimento del nuovo accordo integrativo.

“Il progetto colma quello che pesava come un anello mancante nel quadro universitario di Bergamo: naturalmente rimangono anche altre sfide da affrontare, ma sicuramente il tema degli alloggi rappresenta una necessità impellente – sottolinea la guida dell’Ateneo -. La residenzialità si ricollega alla necessità di avere dei luoghi che permettano occasioni di socializzazione, non solamente posti per dormire: l’idea è che queste possano diventare luoghi di esperienza universitaria a 360°, un aspetto che a Bergamo attualmente manca. I numeri delle residenze attuali non sono infatti coerenti con la dimensione attuale dell’Ateneo”.

Naturalmente il processo richiederà ancora un po’ di tempo: la Montelungo potrebbe essere pronta, tra gli ultimi step burocratici e il cantiere, da qui a tre anni, mentre a breve dovrebbe partire la riqualificazione della sede dell’ex Accademia della Guardia di Finanza di via Statuto, che ospiterà uffici, aule studio e il polo giuridico dell’Ateneo: “L’ex caserma Montelungo e la nuova sede di via Statuto non ospiteranno solamente posti letto, bensì una serie di facilities aggiuntive, come gli impianti sportivi, che li renderanno luoghi di interazione culturale tra studenti e cittadinanza. La presenza del polo giuridico-amministrativo darà un ulteriore slancio al quartiere di Santa Lucia”.

“L’obiettivo è arrivare a 1.200 posti letto entro il 2030, un traguardo che diventerà veramente fattibile se nel 2027 riuscissimo ad arrivare sugli 800 – dichiara il rettore -. La residenzialità è l’anello mancante che andava consolidato con soluzioni adeguate”.

Residenzialità che si ricollega anche al tema della mobilità internazionale, che in UniBg nell’ultimo triennio ha attraversato un incremento notevole, sia nei dati degli studenti outgoing che in quelli incoming: l’Europa è ormai il luogo di costruzione del profilo del moderno studente universitario, ma la mobilità universitaria abbraccia anche il resto del mondo in una moderna armonia di diversità culturale: “In un contesto storico come quello attuale diventa per i nostri STUDENTI ancor più fondamentale avere l’occasione di compiere un’esperienza internazionale, in primo luogo per cogliere metodologie e modalità didattiche diverse. I nostri giovani devono avere la possibilità di comprendere la valenza della multiculturalità: certo, più si amplia il raggio maggiore deve essere la sensibilità dello studente nel capire i valori delle altre culture”.

“In un periodo storico di conflittualità come quello che stiamo vivendo, all’interno e al di fuori dell’Europa, è importante arrivare alla consapevolezza che le divisioni non sono legate a fattori culturali ma a motivazioni economico-politiche – ribadisce il rettore -. Gli studenti sono i nostri ambasciatori nel portare avanti un dialogo che nella nostra contemporaneità rischia di essere interdetto”.

Ma a viaggiare non sono solamente gli studenti: la capacità di UniBg di portare avanti un’attività di ricerca eccellente dipende anche dalla sua presenza attiva all’interno del dibattito internazionale. Gli scambi di ricercatori, in uscita e in entrata, sono la chiave per essere sempre consapevoli degli sviluppi più recenti, ma anche – di riflesso – per alimentare una didattica basata sull’innovazione.

“La pandemia in questo ambito ha rappresentato un vero e proprio shock, con l’interruzione di tutte le attività – ricorda Cavalieri -. Trovarsi confinati all’interno delle proprie mura e non poter più godere di questo fecondo scambio è stato un grande limite, al di là delle possibilità di usare la tecnologia per collegarci con le varie parti del mondo. L’ambito della ricerca presuppone un’empatia tra ricercatori che difficilmente si può trasmettere a distanza”.

 

Sergio cavalieri

 

Nello scorso anno accademico sono stati ben 40 i docenti outgoing, partiti per soggiorni accademici esteri dall’Università di Bergamo, mentre si attestano a 37 quelli incoming. In crescita anche le mobilità docenti su fondi Erasmus, grazie al nuovo programma di Blended Intensive Program (BIP) e all’Alleanza Bahuhaus4EU.

“Lo scambio di docenti è un’esperienza consolidata, ormai parte del percorso accademico di un ricercatore: anche nel dottorato è sempre prevista una permanenza accademica di sei mesi all’estero – afferma -. Come Ateneo stiamo potenziando queste attività anche in virtù dell’acquisizione di moltissimi progetti di ricerca, un dato che segnala una maggior incisività nel portare a casa finanziamenti europei e internazionali che tra i benefici hanno un aumento del flusso di docenti stranieri in arrivo e maggiori occasioni di partenza per i nostri docenti”.

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