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La legacy

Bergamo e Brescia, dall’anno della Cultura una grande eredità condivisa

Un progetto di ricerca inter-ateneo svela l’impatto sociale ed economico dell'anno della Cultura sui territori e sulle comunità

Bergamo. La legacy, ‘eredità’, di Bergamo e Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, dimostra come eventi culturali di grande portata possano produrre benefici duraturi e trasformativi per le comunità locali, rafforzando la collaborazione tra istituzioni e promuovendo lo sviluppo territoriale e culturale.

Martedì 21 maggio, nella sede del Rettorato dell’Università degli Studi di Bergamo, sono stati presentati i primi risultati del progetto di ricerca inter-ateneo intitolato “La Legacy BGBS2023 sui territori e le comunità”. La ricerca, avviata in collaborazione tra gli atenei di Bergamo e Brescia con il supporto dei rispettivi comuni, mirava a valutare l’eredità culturale, sociale ed economica di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

L’analisi definisce, attraverso un’analisi dati eterogenea, i risultati della grande iniziativa che ha attraversato lo scorso anno e misurarne i benefici sui territori provinciali e sulle loro comunità. Un secondo obiettivo è quello di offrire una metodologia riproducibile anche in contesti differenti.

La ricerca, basata sui dati raccolti da NtNext, una società di comunicazione bergamasca, è stata articolata in diverse fasi modulari che includono un’analisi preliminare del lavoro svolto prima dell’evento: l’organizzazione di un workshop durante il festival Bergamo Next Level per indagare la legacy dell’evento, l’analisi delle legacy sui territori e sulle comunità tramite mapping degli eventi e una serie di interviste condotte tra aprile e maggio 2024 con i rappresentanti di realtà culturali, produttive e di servizio delle due città.

Il progetto indaga tre ambiti principali di trasformazione generati dall’evento: le trasformazioni nell’ambito dell’offerta culturale, le trasformazioni sociali nelle comunità e le trasformazioni nell’ambito della rigenerazione e valorizzazione territoriale. Le interviste hanno messo in luce il ruolo della Capitale Italiana della Cultura nel creare visibilità nazionale e internazionale e nel rafforzare le reti interne tra istituzioni, enti e associazioni locali.

“È interessante osservare la distribuzione territoriale, come i territori provinciali abbiano raccolto lo stimolo e si siano attivati – dichiara Giorgio Gori, sindaco di Bergamo – È diventato un vero proposito per ricucire le relazioni tra i capoluoghi e la province, un’occasione per convergere in una visione comune e porre tutti in luce sfruttando una visibilità che altrimenti non avrebbero avuto, rendendo visibili piccoli eventi che altrimenti non avrebbero avuto voce”.

“Il progetto di ricerca ancora in corso fra le due università è un ulteriore tassello che arricchirà di valore l’esperienza di BGBS2023 – afferma Laura Castelletti, sindaca di Brescia – Abbiamo sempre sostenuto che il successo della Capitale sarebbe dovuto andare oltre i clamorosi numeri legati alle affluenze turistiche, e questo progetto è l’ulteriore conferma di come il 2023 sia stato un anno straordinario per tutti, non solo per chi è venuto a godere delle nostre belle città. Il prezioso lavoro delle due università costituirà per Brescia uno dei punti da cui partire per la costruzione del piano strategico della cultura che vuole creare una comunità plurale, coesa e inclusiva, partendo dal patrimonio culturale posto nel cuore della città, fino alla vitalità dei quartieri”.

Nadia Ghisalberti, assessore alla cultura del comune di Bergamo, sottolinea l’importanza della collaborazione: “Crescere insieme, al contempo obiettivo e metodo della Capitale 2023, si rivela un approccio proficuo anche per le due Università di Bergamo e di Brescia, che si sono impegnate in un progetto di ricerca condiviso. La raccolta e l’analisi dei dati condotta dai due team di ricercatori permetterà di valutare il cambiamento sociale e culturale che le numerose attività realizzate nello scorso anno hanno generato nella comunità”.

“L’attività delle Università è auspicabile che non si limiti a questa prima fase di “valutazione di impatto” – evidenzia Elisabetta Bani, prorettrice alla Terza missione e ai rapporti con il territorio dell’Università degli Studi di Bergamo -, ma prosegua con la sperimentazione di modalità di stabilizzazione delle buone pratiche sperimentate durante l’anno di Capitale della Cultura, luoghi nei quali dare attuazione alla Terza missione delle università secondo il noto modello di interazione a tripla elica fra i tre attori fondamentali dei processi innovativi: le università, le istituzioni e il privato”.

“Siamo certi che tale modello, oltre a generare una risposta attesa e utile per dimensionare scientificamente l’impatto dell’evento, consentirà anche di avviare percorsi di lettura e valutazione delle migliori azioni intraprese – aggiunge Carlo Alberto Romano, prorettore all’Impegno sociale per il territorio dell’Università degli Studi di Brescia – e, in un momento successivo, di consolidare, nei rispettivi ambiti, le relazioni con un network composito di soggetti qualificati, propensi e idonei a sviluppare proficue interazioni, anche nel prossimo futuro. Per l’Università degli Studi di Brescia si tratta di una proposta concreta di impegno sociale per il territorio in linea con gli obiettivi fissati dal piano strategico di ateneo 2023/2028″.

Il tema della valorizzazione si è reificato in due concetti, quello della responsabilità e quello della consapevolezza: “Questi sono elementi che appartengono al nostro modo di pensare”, dichiara Romano.

Il progetto prevede una restituzione pubblica dei risultati nell’autunno del 2024 e si pone come punto di partenza per future iniziative di ricerca e collaborazioni inter-ateneo.

“È interessante sperimentare questo lavoro di squadra interdisciplinare tra i due Atenei, poiché ci permette di comprendere l’importanza di conoscere importanti sinergie avviate da un numero così alto di soggetti nei due territori in modo coordinato e condiviso – raccontano Rossella Baratta, Federica Burini, Niccolò Casnici e Lorenzo Migliorati, del team interdisciplinare e inter-ateneo -. Speriamo che questa iniziativa ci permetta in futuro di avviare insieme altre iniziative di ricerca interateneo, legate al ruolo centrale della cultura come motore di rigenerazione sociale e territoriale”.

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