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Finale di europa league

I segreti del Bayer Leverkusen imbattuto: “Consapevolezza, forza mentale e zero pressioni”

Pietro Nicolodi, principale voce della Bundesliga in Italia per Sky Sport, presenta gli avversari dell’Atalanta: “Xabi Alonso ha migliorato i giocatori e la società ha fatto un mercato perfetto. I più pericolosi? Tutti, ma soprattuto Wirtz”

Dublino (Irlanda). Se è vero che parlano i numeri, quelli del Bayer Leverkusen edizione 2023/24 sono anche piuttosto logorroici. 51 partite disputate in stagione, 43 vinte, 8 pareggiate, nessuna sconfitta. Si tratta di un record europeo assoluto da quando sono state create le competizioni Uefa, che si è sviluppato attraverso tre competizioni: la Bundesliga, già messa in archivio a metà aprile e chiusa lo scorso weekend con 17 punti sullo Stoccarda secondo e 18 sul Bayern Monaco terzo, la Dfb-Pokal, con l’appuntamento in finale fissato per il 25 maggio contro il Kaiserslautern (che è nelle zone basse della classifica di 2. Bundesliga) e per l’appunto l’Europa League.

Una stagione che sarà un successo comunque andrà la finale di Dublino contro l’Atalanta, visto che il Meisterschale vinto stra-dominando il campionato (28 vittorie su 34) è stato il primo della storia e la bacheca non può certo dirsi ricca. Non per questo però il pensiero dei Werkself (letteralmente “l’undici della fabbrica”) arriveranno in Irlanda con la mente altrove: l’idea di chiudere la stagione senza mai perdere è concreta, realizzabile. Un’annata perfetta che ha stupito chiunque, anche chi, come Pietro Nicolodi, conosce profondamente la Bundesliga e da oltre vent’anni la racconta per Sky Sport.

“Mi aspettavo che potessero completare una buona stagione e l’avevo anche detto ai nastri di partenza, ma non pensavo così. Ero convinto che Xabi Alonso sarebbe diventato un grande allenatore, perchè nei fatti lo faceva già da giocatore, in campo. L’anno scorso ha portato la squadra in Europa League prendendola in mano a ottobre quando era in penultima posizione. Quest’estate hanno fatto una campagna acquisti fantastica, prendendo i giocatori giusti nei posti giusti, poi lui ha migliorato quelli che c’erano già. Un nome? Guardo la difesa: Jonathan Tah su tutti, così come Kossouonou, che provocava terrore ogni volta che prendeva palla, ora ha tutta un’altra personalità. E vale per molti altri”.

Qual è stato l’aspetto su cui Xabi Alonso ha lavorato meglio?

“Quello mentale. Li ha fatti diventare super. Penso a Granit Xhaka, un grandissimo giocatore, ma quante volte ha buttato via le partite perché perdeva la testa? Quest’anno il quinto giallo lo ha preso alla 31a giornata”.

 

Xabi Alonso Bayer Leverkusen

 

Lo svizzero, arrivato dall’Arsenal, è stato solo uno dei tanti acquisti di quest’estate. Quanto c’è dei nuovi innesti in questo cammino trionfale?

“La campagna di rafforzamento estivo ha un po’ cambiato la filosofia del club, che abitualmente puntava sui giovani, ma va sottolineato che hanno rafforzato la squadra spendendo relativamente poco, perché Grimaldo lo hanno preso a parametro zero: se una grande squadra si fa sfuggire un giocatore del genere mi vien da pensare che non capisca molto di calcio. In Europa League hanno giocato contro Boniface e lo hanno comprato. Lo stesso Xhaka è stato un top acquisto. E anche le seconde linee (per modo di dire) come Hofmann, Tella, Stanisic. Sono stati bravissimi a gestire il periodo di gennaio e febbraio quando avevano numerosi giocatori in Coppa d’Africa, quando si è infortunato Boniface: non hanno fatto mai una piega in tutte le partite. Andavano sotto, ma non cambiavano mai”.

E poi rimontavano nel finale: 22 gol dopo l’86’, di cui 14 incisivi sul risultato, per pareggiarla o per vincerla. Qual è il segreto?

“Sapere di avere le qualità è fondamentale, ma anche avere una rosa profonda. Robert Andrich oggi a centrocampo è imprescindibile, ma voleva andare via a gennaio perché non giocava, poi dopo l’infortunio di Palacios è stato mostruoso. E poi hanno giocatori di ogni caratteristica possibile. Non manca niente, è una rosa completissima: basta guardare l’attacco. La tecnica di Schick, la dirompenza fisica di Boniface, la velocità di Adli. Poi certo, vanno messi insieme. Ed è merito dell’allenatore, che ha fatto un lavoro fantastico. La stagione perfetta da cima a fondo”.

Quando ha capito che poteva essere “l’anno buono” per il Bayer?

“La prima partita dell’anno è stata quella fondamentale: una vittoria contro il Lipsia che, ripercorrendola, è stata quella che ha cambiato la vita. Una delle più belle dell’anno, che ha subito dato alla squadra subito la consapevolezza di potersela giocare ad altissimi livelli”. Ho capito che avrebbero vinto il titolo a gennaio, partita ad Augsburg in trasferta: gol di Palacios all’ultimo minuto”.

Il talento a Leverkusen non è mai mancato: cosa è cambiato rispetto agli ultimi anni?

“La squadra ha imparato a non fallire mai i momenti chiave delle partite, una peculiarità che era storica: 88 minuti da fenomeni, poi all’ultimo buttare via la partita. Mi ricordo una partita contro il Bayern, dicembre 2021: giocarono una partita favolosa, erano sull’1-1 in uno scontro al vertice, poi al 95’ Tah regalò la palla a Lewandowski che segnò l’1-2 e iniziò la crisi. L’ennesima”.

Molti di quei giocatori peraltro sono ancora in rosa. Solo che quest’estate è stato detto che la squadra partiva “per vincere”. Cosa li ha convinti?

“Un complesso di cose. Perché anche i giocatori ci hanno messo del loro: va bene l’impatto l’allenatore, ma anche loro sono stati perfetti. E poi niente è fatto per caso. Io penso a Frimpong, giocatore mostruoso migliorato in maniera incredibile, diventato molto solido nei momenti chiave: 25 accelerazioni le faceva sempre, ma 23 volte la palla andava per aria. Ora invece è sempre decisivo”.

Si può trovare un punto debole in questa squadra?

“Onestamente non ce ne sono, se non han perso una partita in tutto l’anno, nonostante ne abbiano giocate 51, e prendendo l’Europa League come manifestazione ‘di riserva’ fino a un certo punto, un motivo ci sarà. In Bundesliga di punti deboli non ne han fatto vedere mezzo. Forse Kovar in porta è più scarso di Hradecky, che è il titolare: penso che a Dublino giocherà lui visto che ha fatto tutto il percorso europeo, ma siamo alle veramente alle inezie. Ecco, un altro miracolo di Xabi: Hradecky era famoso per fare parate incredibili, ma anche per dei passaggi a vuoto clamorosi. Quest’anno non ne ha mai avuti, forse uno. Ancora nel 2023…”.

 

Bayer Leverkusen

 

In che senso Europa League manifestazione ‘di riserva’?

“Perché l’obiettivo era un altro: vincere la Bundesliga. E si è visto per come hanno affrontato gli ottavi contro il Qarabag, arrivati nel momento clou della stagione in Germania. 2-2 all’andata rimontando da 0-2, 3-2 al ritorno rimontando ancora da 0-2: sono riusciti a recuperare partite che avevano già perso. A proposito: quando hanno segnato per primi poi hanno sempre vinto. 28 volte in vantaggio, 28 vittorie. Statistiche veramente clamorose”.

Tra tutte le squadre che ha affrontato il Leverkusen quest’anno, chi l’ha messa più in difficoltà? Insomma, a chi si deve ‘ispirare’ l’Atalanta per poter creare seri problemi a una squadra così praticamente perfetta?

“Sicuramente lo Stoccarda, l’unica che in tre partite è riuscita veramente ad arrivare al limite della vittoria, anche se poi due le ha pareggiate e una l’ha persa in Dfb-Pokal, però anche lì ci è andato molto vicino. Il Leverkusen anche contro di loro ha sempre trovato una soluzione, in tutte le maniere: dalla distanza, sui corner, da fuori area. Può fare gol in ogni modo e non c’è giocatore che non abbia il gol nei propri ranghi. Guardano sempre in avanti, e infatti hanno segnato quasi tutti”.

Domanda forse scontata: se l’Atalanta potesse togliere un solo calciatore dal Leverkusen, chi dovrebbe scegliere?

“Facile: Florian Wirtz”.

Ecco, per l’appunto…

“Semplicemente è il più forte di tutti, è uno che può decidere la partita in qualunque modo. E la finale è una gara secca nelle quali non sempre emergono tutte le caratteristiche e il lavoro che magari viene fuori in una stagione. Basta vedere la finale di Champions dell’anno con l’Inter che se l’è giocata fino all’ultimo col Manchester City. Però poi ha segnato Rodri, il più decisivo. Anche lì. Ecco, Wirtz è uno di quelli che se il Leverkusen non gioca bene può fare male lo stesso, in ogni modo possibile. Cambia la faccia della partita, che si inventa sempre qualcosa”.

 

Florian Wirtz Bayer Leverkusen

 

L’attaccante più pericoloso per l’Atalanta è…

“Direi Boniface, perché è uno che vede gli spazi e sa buttarsi dentro, è un carrarmato che se sta bene è tremendamente pericoloso. Schick dal punto di vista tecnico è più forte, ma dal punto di vista fisico è sempre un po’ incerto”.

L’uomo a sorpresa del Leverkusen a cui devono stare attenti i nerazzurri?

“Posso fare il nome di Andrich, ma anche di Palcios, ma così come Frimpong, a cui non puoi concedere neanche un metro. Non hanno problemi a gestire situazioni diverse. Insomma, attenti a ttutti”.

Il fatto di non aver mai perso può essere mentalmente una limitazione?

“Non lo stanno vivendo per niente come un peso. Aggiungerei che se vincono l’Europa League la festeggiano, ma se non la vincono se ne fanno una ragione. L’obiettivo principale dell’anno era nettamente il campionato: poi ci tengono a vincere, è sempre stato così, e ci tengono a vincere anche la Dfb-Pokal. In ogni caso ci arrivano con la mente molto sgombra e senza pressioni”.

“Senza pressioni” che poi è una chiave in generale a Leverkusen.

“Certo, anche perché quello della BayArena è il fattore campo che incide meno in Germania, per capirci. Adesso cantano, riempiono sempre lo stadio, ma parliamo sempre di un pubblico di una piccola cittadina, che si identifica più che altro con la Bayer intesa come azienda, che è un’istituzione leggendaria. Poi dal punto di vista sportivo tradizione c’è. Questo è il primo titolo di Germania che vincono nel calcio, ma avevano una grande squadra di basket, una squadra di atletica leggera che ha prodotto campioni olimpici, una squadra di pallamano forte. Dal punto di vista polisportivo è stata una delle grandi forze, ma ha una tradizione sportiva pazzesca la città rispetto alle dimensioni che ha”.

In conclusione: che si dice in città? Cosa pensano dell’Atalanta?

“Sono consci di andare in contro ad una partita tosta: questo è poco ma sicuro”.

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