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Cinema

Integrazione film festival

IFF: “Scenes with My Father” miglior documentario, “La voix des autres” premiato miglior corto

Si chiude con oltre 2.500 spettatori l’edizione 2024 del Festival di Bergamo dedicato a inclusione, identità e intercultura: cinque giornate di cinema dal mondo, 18 film in anteprima, 10 eventi collaterali, oltre 30 ospiti da altrettanti paesi

Bergamo. Il documentario Scenes with My Father di Biserka Suran e il cortometraggio La voix des autres di Fatima Kaci sono i film vincitori del 18° IFF – Integrazione Film Festival, concorso cinematografico internazionale dedicato a inclusione, identità e intercultura, promosso a Bergamo da Cooperativa Ruah. Le opere vincitrici sono state annunciate nella serata finale del Festival, sabato 18 maggio al Cinema Lo Schermo Bianco, nel polo culturale Daste.

Scenes with My father racconta di una giovane donna che esplora il misterioso passato del padre jugoslavo, alienato da tempo. La ricerca di risposte la porta a svelare un profondo trauma famigliare. La voix des autre ha per protagonista Rim, mediatrice tunisina che lavora in Francia con i richiedenti asilo. Ogni giorno traduce storie di uomini e donne in esilio, le cui voci sollevano interrogativi sulla sua stessa vicenda.

I vincitori sono stati scelti dalle Giurie di Premiazione di IFF, formate da critici cinematografici, registi, docenti universitari, appassionati di cinema e rappresentanti delle associazioni che partecipano all’organizzazione di Integrazione Film Festival, considerato ormai appuntamento fondamentale per la realizzazione di quel lavoro culturale tanto importante per favorire l’integrazione tra le molte realtà e identità che compongono la società contemporanea e in particolare il territorio bergamasco.

Quest’anno sono stati ammessi in concorso 16 film, selezionati tra le oltre 500 opere arrivate da tutti i continenti, una partecipazione che dimostra quanto IFF sia cresciuto, non solo in termini di quantità e qualità ma anche per come ha saputo ampliare la propria capacità di parlare ai registi di tutto il mondo.

Crescita che viene confermata anche dai numeri che riguardano il pubblico: sono stati più di 2.500 gli spettatori che hanno partecipato a questa 18esima edizione, tra proiezioni in sala, workshop e incontri con gli ospiti nello Spazio Eventi di Daste, adiacente alla sala, nel “salotto” IFF Corner.

Le motivazioni dei Premi. Miglior Documentario a Scenes with My Father di Biserka Suran: “Attraverso un viaggio ‘fittizio’, messo in scena per una rappresentazione, un padre e una figlia ripercorrono le tante fratture – migrazione, sradicamenti, silenzi e solitudini – che hanno segnato le loro vite: il viaggio vero, che rivela il passato, cura il presente e apre una possibilità di futuro, è quello delle relazioni. Al servizio di questo assunto, che investe tanto l’avventura esistenziale quanto il cinema, un dispositivo formale coerente e raffinato”.

Miglior Cortometraggio a La voix des autres di Fatima Kaci: “Con una regia impeccabile e ottime interpretazioni, La voix des autres si distingue per la sua profonda riflessione sul tema dell’accoglienza. Il sapiente uso delle voci, che intreccia arabo, francese e inglese, insieme a messaggi registrati, dà vita a un’esperienza cinematografica coinvolgente e offre uno sguardo autentico sulle complesse dinamiche burocratiche e psicologiche che caratterizzano l’atto stesso di accogliere gli altri. È un’opera che va oltre la retorica, offrendo una narrazione intensa che merita il riconoscimento più alto in questo festival.

Gli altri Premi assegnati: Premio Hot Corn – Migliore Interpretazione, assegnato dalla redazione della testata Hot Corn – grande novità dell’edizione 2024 – a Yasmine Kéfil per Sur la tombe de mon père di Jawahine Zentarm ; Menzione Speciale della Giuria a Zoo di Tariq Rimawi. E ancora: Menzione Speciale UniBg “Inclusione delle diversità” a Spring Roll Dream di Mai Vu; Menzione Speciale Basso Sebino a Sur la tombe de mon père di Jawhine Zentar e Premio del Pubblico a A Tropical Boy di LeeJihyeong.

Spiega Amir Ra, Direttore artistico di IFF: “Siamo davvero felici del lavoro svolto per la 18esima edizione di Integrazione Film Festival. Incontrare il pubblico al termine delle proiezioni e sentirlo entusiasta dei film è l’orgoglio più grande, un dono enorme per un Festival che è ormai fiore all’occhiello della città di Bergamo e non solo. Riuscire poi a portare artiste e artisti da tutto il mondo è stato sempre il nostro obiettivo, nella speranza che le loro opere potessero e possano essere d’ispirazione per le nuove generazioni. E ci sembra proprio di poter dire che questo scambio c’è stato. Del resto il concetto di metamorfosi, tema a cui abbiamo dedicato questa edizione, vuol dire anche questo: specchiarsi nell’arte altrui”.

Commenta il suo Premio Biserka Suran, nata in ex Jugoslavia e cresciuta in Olanda: “Da bambina vedevo mio padre lottare per adattarsi in un nuovo paese, i Paesi Bassi, e allo stesso tempo rimanere in contatto con il paese che era stato costretto a lasciare, l’ex Jugoslavia. Questo conflitto ha avuto un grande impatto su di me e ho voluto trasformarlo in un’opera d’arte per guarire le ferite della nostra famiglia. Il tema dell’integrazione ha un ruolo molto importante nel mio lavoro”.

Commenta la sua vittoria Fatima Kaci, tunisina che vive in Francia: “Ho scelto il personaggio di una mediatrice per esplorare i percorsi dell’esilio e mettere in discussione la possibilità di accogliere o meno la voce degli esiliati all’interno delle istituzioni. Il tema dell’integrazione è al centro di questo lavoro: si parla spesso di integrazione dal punto di vista degli individui, del loro dovere di integrarsi, ma si parla raramente delle istituzioni che selezionano ed escludono le persone”.

Palmarès vincitori: Premi e sinossi

Miglior Documentario Scenes with my father di Biserka Suran (Paesi Bassi, 45’)

Attraverso un viaggio “fittizio”, messo in scena per una rappresentazione, un padre e una figlia ripercorrono le tante fratture – migrazione, sradicamenti, silenzi e solitudini – che hanno segnato le loro vite: il viaggio vero, che rivela il passato, cura il presente e apre una possibilità di futuro, è quello delle relazioni. Al servizio di questo assunto, che investe tanto l’avventura esistenziale quanto il cinema, un dispositivo formale coerente e raffinato.

Miglior Cortometraggio La voix des autres di Fatima Kaci (Francia, 30’)

Con una regia impeccabile e ottime interpretazioni, La voix des autres si distingue per la sua profonda riflessione sul tema dell’accoglienza. Il sapiente uso delle voci, che intreccia arabo, francese e inglese, insieme a messaggi registrati, dà vita a un’esperienza cinematografica coinvolgente e offre uno sguardo autentico sulle complesse dinamiche burocratiche e psicologiche che caratterizzano l’atto stesso di accogliere gli altri. È un’opera che va oltre la retorica, offrendo una narrazione intensa che merita il riconoscimento più alto in questo festival.

Premio Hot Corn – Miglior Interpretazione

Yasmine Kéfil per la sua interpretazione in Sur la tombe de mon père di Jawahine Zentar (Francia 23’). Nel ruolo di Maïne ci ha portato dentro la storia con un’intensità e una potenza di sguardo incredibile, tanto che mai, nemmeno per un secondo di film, abbiamo dubitato che lei non fosse davvero Maïne. Una prova d’attrice davvero notevole.

Menzione Speciale della Giuria Zoo di Tariq Rimawi (Giordania 8’)

In un’epoca segnata da contraddizioni e repentini capovolgimenti, le opere d’arte che riescono a narrare la nostra essenza e le nostre esperienze quotidiane assumono un valore inestimabile. Spesso, la piena consapevolezza di chi siamo e di ciò che viviamo sfugge alla nostra percezione. Il cortometraggio “Zoo” emerge come un formidabile faro in questo mare di confusione, ponendosi come un acuto osservatore di dinamiche sociali che si svolgono sotto i nostri occhi, ma che raramente affrontiamo direttamente.

Menzione Speciale UniBg “Inclusione delle diversità” Spring Roll Dream di Mai Vu (Regno Unito 9’)

Tra i cortometraggi visionati e commentati dalla giuria, questo è stato ritenuto il più efficace e originale nell’imprimere sullo schermo i valori di una cultura inclusiva attenta alle diversità. L’utilizzo interessante e non scontato del linguaggio dell’animazione tramite stop-motion estende la diffusione del messaggio anche ad un pubblico più giovane. Un messaggio chiaro ma non banale che tocca le corde della differenza (e dunque anche dell’identità) di culture e tra generazioni diverse. Differenze che, tuttavia, alla fine trovano una loro autentica conciliazione.

Menzione Speciale Basso Sebino Sur la tombe de mon père di Jawhine Zentar (Francia 23’)  – Per avere legato in maniera empaticamente profonda i sentimenti della protagonista con quelli dello spettatore, puntando sulla complessità dell’incontro tra la tradizione e il desiderio di rinnovamento che accompagna le nuove generazioni, da sempre e in ogni luogo

Premio del Pubblico A Tropical Boy di LeeJihyeong (Corea 29’).

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