Roma. Due fiumi di folla: uno bianconero e uno nerazzurro, separati da un cordone di polizia. Con, in aggiunta, la complicazione della presenza degli internazionali di tennis che ha soltanto peggiorato la situazione di traffico e di transito intorno allo stadio Olimpico.
Così tifosi di Atalanta e Juventus hanno vissuto l’avvicinamento alla finale di Coppa Italia. A differenza di quanto accaduto in autostrada, dove due gruppi di tifoserie sono entrati in contatto, la situazione a livello di ambiente nella zona dello stadio è stata piuttosto tranquilla, al netto di qualche bomba carta esplosa: è successo anche che tifosi atalantini e juventini arrivassero all’impianto insieme, camminando fianco a fianco, senza particolari tensioni.
Già dalle 15 primi sostenitori sono arrivati in città, iniziando ad affollare le rispettive zone di competenza, quella nei dintorni del ponte della musica per quanto riguarda la Juventus e alla Farnesina per l’Atalanta: chi a caccia di una bevanda fresca, chi anche solo di una zona d’ombra, per mettersi al riparo dal caldo romano, condizioni meteorologiche diametralmente opposti rispetto al diluvio e al freddo di Bergamo.
Ciò che sicuramente non ha aiutato è stata la quasi assenza di bagni, oltre che di cestini della spazzatura: va da sé che ognuno si è arrangiato come meglio ha potuto, non sempre scegliendo la soluzioni più elegante.
La fiumana nerazzurra ha messo in mostra anche una discreta fantasia nella scelta della “camiseta” da indossare per l’occasione: si sono viste maglie di qualsiasi epoca, con stampati sulle spalle nomi più o meno gettonati. Quelli del presente, ovviamente, con tanti Scamacca, De Ketelaere, De Roon, Kolasinac, ma non sono mancati altri pilastri dell’epoca Gasp come Gomez, Zapata, Muriel e Ilicic, con i ben più fantasiosi Stromberg, Rustico, Tissone o Cornelius.
Clima sereno, parole di speranza e consapevolezza, ma anche tanti, tanti volti tesi: febbre da finale, si alzi il sipario.
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