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Area di Sosta

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Tutti Rambo tecnologici? Tra conquiste e ricaduta di disagi nella vita di molte persone

In un mondo che sembra andare sempre più nella direzione della riduzione progressiva di personale, troviamo sempre più servizi legati alla conoscenza del digitale e abuso di termini stranieri: e chi ne resta fuori?

È innegabile che la vita media – in generale e almeno dalle nostre parti – si è allungata: ma, oltre a soffermarci sulla durata, vogliamo anche parlare dei contenuti, della qualità? Non è che abbiamo aggiunto anni alla vita, trascurando di dare vita agli anni?

La cruciale domanda nasce da svariate situazioni e circostanze nelle quali molti – se vogliamo essere sinceri con noi stessi – si trovano sull’arco delle 24 ore. I più esposti e indifesi sono però innegabilmente donne e uomini della fascia anziana davanti all’inarrestabile aumento dei disagi tecnologici e relativa inadeguatezza ai molteplici aggiornamenti da affrontare. Va peraltro chiarito che si tratta di passi imposti per non restare spiazzati o tagliati fuori dall’evoluzione continua, prendiamo anche solo il campo largo degli smartphone. Chi non ha la fortuna di un figlio o di un nipote “navigato”, annaspa spesso in una palude dove si procede per tentativi, “smanettando”, con relativi rischi di smarrirsi.

Una delle immagini più iconiche per raffigurare la stagione delle rughe è quella dei due “vecchi” – parola scritta in caratteri dorati su scatole di latta – che reclamizzavano il cacao della “Talmone” di Torino, 60-70 anni fa. La coppia mette tenerezza anche oggi e illustra con efficacia una civiltà ormai remota, nella quale gli anziani erano circondati dal rispetto e la loro parola, frutto di esperienza, era ascoltata.

Generazione Smartphone, ma chi è fuori?

Nel presente, al di là delle abbondanti e incongruenti chiacchiere per andare incontro al popolo della terza e quarta età, chiunque ha modo di trovare sulla sua strada barriere di ogni genere, dal semplice rifornimento di carburante (Mai capitato di dover girare per km alla ricerca di qualcuno che provi la pressione di qualche pneumatico sgonfio?) alle più complesse operazioni bancarie. La gamma degli ostacoli è smisurata. La finalità non dichiarata ma evidente è la riduzione progressiva del personale in ogni ambito.
Verissimo che i nativi digitali fanno tutto con lo smartphone: pagano al posteggio, riescono a sapere tutto in tempo reale con decine di “app”, dal traffico alla meteo, diteggiando con velocità fulminea, inarrivabile per un normoattempato.

Piccolo campionario di ordinaria quotidianità

Proviamo però a restare in un panorama di ordinaria e usuale quotidianità:

– Chi non si è mai trovato a dover prenotare un qualsiasi appuntamento, dal fornitore di gas o energia elettrica, all’ufficio tecnico di un Comune anche di valle, dalla visita medica ad altri centralini? Prima c’erano persone che rispondevano e smistavano, adesso si è costretti a trasformarsi in Rambo dei tasti, sbagliando quasi sempre al primo tentativo quando ci si imbatte nella fortuna di azzeccarci.
– Di più, ora in diversi ristoranti, soprattutto in città, si estende un’altra tendenza: chi vuol pranzare o cenare, deve scegliere da menu elettronici e mandare l’ordinazione direttamente in cucina. Questo comporta che viene meno la possibilità di avere una dritta dal cameriere; inoltre anche le tempistiche si dilatano per la necessità d comprendere il meccanismo dell’app. E chi spiega al cliente di Trapani cosa sono i casoncelli alla bergamasca? È già ostico dover individuare un piatto tra una costellazione di proposte su fogli di carta, mettiamoci nei panni di clienti alieni da questo genere di esercizi. Nessuna meraviglia poi se qualcuno si alzasse, salutasse e togliesse il disturbo…
– Lo stesso pagamento del pedaggio al parchimetro può diventare un bel rebus per chi non è abituato.
– Chi poi ha la sventura di capitare in una stazione ferroviaria o di autobus e deve arrangiarsi a fare il biglietto alla cassa automatica, vede i sorci verdi in diretta. Se per incapacità gestuale non vuol perdere soldi e treno, è quasi costretto a mettere in conto una multa.
– Nell’ampia e incompleta casistica rientrano anche le operazioni bancarie prima svolte dal personale degli istituti di credito e ormai sempre di più scaricate addosso al titolare del conto (il quale se sbaglia, è proprio il caso di dire che paga).
– Aggiungiamo la pratica sempre più diffusa di orientare il consumatore a scannerizzarsi il codice a barre dei prodotti che mette nel carrello.

Sistema da correggere o corsa da frenare

Altro aspetto non secondario: l’abuso di termini stranieri, soprattutto l’inglese. Se uno ha il cellulare può lanciare il suo SOS al “dottore generalista” Google, altrimenti? Rassegnarsi, andare in confusione, imprecare…

L’elenco è interminabile e il povero malcapitato a volte non sa più a che santo votarsi. Il verbo più coniugato è “ridurre” e viene applicato un po’ ovunque: dal personale agli sportelli, dai camerieri, agli impiegati di banca, alle cassiere. C’è da meravigliarsi se una moltitudine di anziani o desueti social finiscono per arrendersi, persi in un labirinto dove non sanno trovare la via d’uscita?

Al punto in cui siamo, forse c’è un sistema da correggere o una corsa da frenare.

In questo mare ipertecnologico, la pretesa è invece che tutti vadano di corsa, agli ordini di Sua Maestà, la sovrana assoluta “La Fretta”.

Massimo Gramellini in uno dei suoi sarcastici “buongiorno” ha giustamente osservato che il limite di velocità “oltre che sulle strade dovrebbe essere abbassato anche nelle altre attività umane”. Non si può sostituire la vita reale con quella virtuale. E la vita non è solo PC, internet e app. Ma appena dietro l’angolo c’è già appostata l’intelligenza artificiale con una selva di punti interrogativi. Come non diventarne camerieri?

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