• Abbonati
Il processo

Omicidio Yana, le impronte dell’ex sulle telecamere di casa e la minaccia: “Se ti metti con lui ti ammazzo”

La testimonianza in aula del ragazzo che la giovane cresciuta a Romano di Lombardia stava frequentando prima del femminicidio

“Se ti metti con un uomo che conosciamo entrambi, ti ammazzo”: un avvertimento che Dumitru Stratan, arrestato nel marzo 2023 per l’omicidio dell’ex fidanzata Yana Malaiko, non ha lasciato cadere nel vuoto.

A testimoniare la minaccia, giovedì 2 maggio di fronte alla Corte d’Assise a Mantova, è stato Andrei Cojacaru, il ragazzo che la 24enne cresciuta a Romano di Lombardia e poi trasferitasi a Castiglione delle Stiviere (Mantova) stava frequentando da circa un mese prima del femminicidio.

I due si erano conosciuti al bar dove la giovane aveva trovato lavoro, in piazzale Resistenza: una vicinanza che aveva mandato su tutte le furie Stratan, fino all’efferato delitto del 20 gennaio sul quale hanno fatto chiarezza le indagini dei carabinieri, ricostruite in aula dal Capitano Claudio Zanon.

Fondamentali per incastrare il 34enne di origine moldava sono state le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza: da quelle del sistema di lettura targhe, che lo hanno posizionato nella zona dove ha occultato il cadavere, fino a quelle del condominio dove abitava Yana.

È qui che gli investigatori hanno accertato la presenza di Stratan a tarda ora: alle 5.30 del mattino lo riprendono uscire con il trolley all’interno del quale aveva nascosto il cadavere della giovane, portato in garage. Qualche ora dopo l’imputato ha portato in zona la sua Mercedes, rimasta pochi minuti nei box prima di uscire per dirigersi verso la zona Valle.

Lo stesso Stratan era stato visto impantanato con la sua auto attorno alle 9.20: per questo era stato costretto a recuperare una 500 che abitualmente era nella disponibilità della sorella per poterla liberare dal fango. Nel primo pomeriggio l’occultamento effettivo del cadavere, ritrovato l’1 febbraio dai carabinieri.

Ma anche altre telecamere sono state fondamentali nella ricostruzione della vicenda: i Ris hanno rilevato le impronte digitali di pollice e indice di Stratan anche su una telecamera semisferica della casa della sorella, all’interno della quale viveva Yana, mentre altri dispositivi di sorveglianza, alcuni nemmeno funzionanti, erano stati asportati o disattivati dall’imputato all’interno del condominio.

Iscriviti al nostro canale Whatsapp e rimani aggiornato.
Vuoi leggere BergamoNews senza pubblicità?   Abbonati!
Più informazioni
commenta

NEWSLETTER

Notizie e approfondimenti quotidiani sulla tua città.

ISCRIVITI