Bergamo. Al via il cantiere per la posa della recinzione di Piazzale degli Alpini. Ed è subito polemica. La delibera, votata in Consiglio Comunale, approvata con un solo voto di scarto a favore dell’amministrazione Gori, non ha smesso di far discutere. La battaglia politica consumatasi a suo tempo a Palazzo Frizzoni, è infatti tornata a rivivere, a colpi di post sui social e dichiarazioni al vetriolo, a favore della posa della pietra ringhiera. I lavori, che prevedono una spesa di 800mila euro, sono infatti cominciati nella giornata di ieri, martedì 30 aprile, e hanno visto scendere in piazza gli operai della ditta che si è aggiudicata l’appalto. Un inizio che ha riguardato il lato del piazzale che guarda verso via Angelo Maj, quello che, come da previsione, sarà delimitato in maniera permanente. Sorte diversa toccherà invece a quello che affaccia su Viale Papa Giovanni che vivrà di una struttura mobile, da aprire e chiudere a seconda degli orari del giorno e della presenza, o meno, di eventi di carattere culturale.
Una scelta che ha diviso la politica tanto quanto l’opinione pubblica, con da parte, nella fattispecie l’attuale Giunta, chi rivendica la decisione presa a fronte della possibilità di garantire una maggior sicurezza in una delle aree più critiche della città, trasformandola in un luogo più sicuro e dedito alla socialità, e dall’altra, la minoranza, che grida allo scandalo rispetto alla volontà di delimitare un luogo pubblico, trasformandolo in un “recinto”, sottolineando come la soluzione altro non sia che la testimonianza delle politiche inefficienti di chi guida la città.
Chi la scelta la difende è certamente Sergio Gandi, vice sindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Bergamo: “Innanzitutto definirlo un recinto è un’espressione impropria. Le due recinzioni, quella permanente e quella mobile, sono state volute da un lato per tutelare gli operatori che gestiscono l’area e che la rendono un luogo importante per la socialità della città, molto vissuto e anche ricercato grazie alle sue svariate proposte culturali e dall’altro perché riqualificare il piazzale ci consente di garantire una maggior sicurezza dell’area stessa, cercando, così, di allontanare situazioni di degrado, di bivacco e di spaccio. Abbiamo sempre detto, e continuiamo a farlo, che governeremo il territorio fino all’ultimo giorno, perché questo ci hanno chiesto i cittadini quando ci hanno scelti e perché questo significa assolvere in maniera responsabile al compito che ci è stato affidato. E così stiamo facendo. Se poi, questa scelta, che convintamente rivendichiamo, non piace a una parte politica, pazienza”. E sui criteri di assegnazione dell’area, indicati nel bando per la gestione degli eventi in Piazzale Alpini, ovvero la gratuità dell’area e l’ulteriore dotazione economica di 250mila euro, importo in cui è compresa anche la parte relativa ai sistemi di sicurezza, Gandi risponde: ” Questo bando è identico a quello dell’anno scorso e nasce dalla volontà di trovare una soluzione ai precedenti che erano andati deserti. Ci siamo resi conto che per far sì che anche Piazzale degli Alpini diventasse un luogo attrattivo per le società chiamate a gestire le programmazioni estive degli eventi culturali e musicali, era necessario fare un investimento. E l’abbiamo fatto. Non ci siamo mai nascosti. Aggiungo anche che non è nulla di più o di meno di quanto facciamo regolarmente, magari a fine anno, con altri soggetti che operano in città”.
Una posizione agli antipodi quella di Fratelli d’Italia che ha scelto proprio Piazzale degli Alpini per presentare la sua lista, appuntamento fissato per sabato 4 maggio: “Siamo sempre stati contrari a questa decisione – racconta Arrigo Tremaglia, candidato per le amministrative dell’8 e del 9 giugno -. E ribadiamo la nostra posizione per due ragioni: la prima è perché non è mettendo una recinzione che si risolvono i problemi di sicurezza della zona. Un’area peraltro dove cinque anni fa, in occasione della nostra presentazione, c’era già un cantiere, quello che avrebbe riqualificato il piazzale. A distanza di tempo, saremo di nuovo lì, in mezzo ad un altro cantiere. A dimostrazione del fatto che ieri come oggi nulla è cambiato. Non si può privatizzare un luogo pubblico e non si può immaginare di risolvere i problemi dello spaccio e del degrado con un recinto. Certo che serve uno spazio dedito alla socialità, purché sia adatto e sia anche rispettoso della vita dei cittadini che quella zona la abitano. Noi, ad esempio, siamo dell’idea di immaginarlo all’interno del complesso di Porta Sud, non certo in mezzo alla case. Questa scelta altro non è che la dichiarazione concreta della resa di questa amministrazione”.
commenta