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Ballando di architettura

Smorfie di piacere: gli Sneer, il loro album d’esordio e l’insostenibile leggerezza dell’essere trio

L’album di debutto di questo frizzante trio bergamasco s’intitola "Young Again" e mescola elementi di rock, funk, jazz, elettronica e hip-hop

Sneer” è un vocabolo inglese dai molteplici significati, lo si può tradurre come ghigno, smorfia, sberleffo o commento sarcastico. Tutta roba che piace a chi scrive e – mi auguro – a chi legge questa rubrica.

Ma non solo, sentite qua: “Sneer è l’unione aromatica delle fragranze di Massimiliano Milesi (sax baritono, soprano e tenore), Francesco Baiguera (chitarra baritono, classica ed elettrica) e Michele Zuccarelli (batteria acustica ed elettrica). Questa miscela si ottiene da brevi e intense composizioni melodiche ricche di poliritmie, suoni lo-fi e reminiscenze blues. Un cocktail dal gusto ruvido e agrodolce accompagnato da momenti di limpida improvvisazione, jazzato lirismo, ritmi di tendenza e melange psichedelico”.

Tutto chiaro, no? Eppure quella appena citata è la definizione che gli Sneer danno di sé. Niente di meno.

L’album di debutto di questo frizzante trio bergamasco s’intitola YOUNG AGAIN e mescola elementi di rock, funk, jazz, elettronica e hip-hop. Sin dal primo ascolto le composizioni sembrano voler sfidare l’ascoltatore a cogliere questo o quel richiamo illustre: da Beck ai Simpson, dal Rock in Opposition al Canterbury, dai sempreverdi King Crimson ai Can, dai Flying Lotus a Thundercat. E chissà quante altre citazioni possono sfuggire. Un centrifugato di metriche, versacci e stratificazioni sonore, prodotto con robuste dosi di compressione e saturazione, il tutto condensato in 40 minuti di piacevolissimo caos.

sneer

Per vederci più chiaro, ne dialoghiamo coi diretti interessati.

Quando, come e perché nascono gli Sneer?

Gli Sneer nascono dalla mente di Francesco Baiguera alla chitarra, come duo insieme a Ivan Maddio. Successivamente si aggiunge Michele alla batteria e dopo essersi arenato per un certo periodo, il progetto riprende forma grazie all’ingresso di Massimiliano Milesi al sax, al posto di Ivan. Perché? Perché no?

Quali sono i vostri riferimenti stilistici e artistici, se ve ne sono?

Siamo tutti onnivori, ci appassiona la musica creata con un certo sapore, una certa dedizione verso il “suono” e una ricerca personale nei confronti della forma. Proveniamo da un background jazzistico e rock, quindi dalla musica suonata, chi più chi meno. Il punto d’incontro, il nostro collante, è l’attitudine lo-fi, cioè il concetto che la musica composta da idee musicali complesse e avanzate possa essere riprodotta tramite strumenti basici o non lineari, e viceversa.

Come componete? Fate jam di gruppo in sala o vi scambiate idee a distanza?

La composizione è principalmente opera di Max (Massimiliano Milesi) e Francesco. Una volta composto il brano, proviamo a dargli una forma suonata e a farlo girare un po’. In una seconda fase pre-produciamo il tutto, quindi, dopo alcuni ascolti, registriamo la versione definitiva.

In studio suonate tutto in presa diretta o sovraincidete?

Entrambe le cose.

La vostra musica è molto densa: come stabilite il momento in cui “non c’è più nulla da aggiungere” ad un brano?

È la musica stessa che lo suggerisce. Può suonare come una frase fatta, ma arriva un punto in cui l’idea ha preso la sua forma e ha detto ciò che aveva da dire.

Avete pensato di estendere la vostra “palette” ad altri strumenti o ad una voce?

Sì, ci stiamo pensando, per il prossimo album ci saranno delle interessanti sorprese (ride).

Siete, credo, tutti “under 40”: che idea vi siete fatti dell’attuale panorama discografico e live?

La situazione discografica è giunta ad una fase incredibilmente “vaporosa”, più che liquida. Siamo ormai ad uno stadio ancor più effimero, ed essendo fatalisti, se così è, così dev’essere. Crediamo che la musica come “arte dei suoni” stia raggiungendo il suo stato ontologico originario, in cui essa stessa non esiste se non nello stesso momento in cui avviene. Siamo incredibilmente felici che le cose stiano in questo modo, poiché è in corso un cambiamento radicale dei modi di ascolto e di fruizione che porterà a un qualcosa di sicuramente diverso, un nuovo media o una nuova forma di suono. Dall’altro lato, la musica dal vivo sta avendo un grande ritorno, forse maggiormente annichilita nelle sue micro-nicchie di culto, ma comunque, viva. Siamo convinti che la musica, la forma del suono, non morirà mai.

Cosa bolle in pentola?

Stiamo già lavorando alla seconda fatica, inoltre è in corso il tour promozionale di questo primo album, di cui potete trovare le date sui nostri social e sul sito: http://www.sneer.it

 

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