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Automobile Club Bergamo

Sicurezza stradale

Controllare la velocità per abbassare gli incidenti

Tecnologia a sostegno della sicurezza stradale: le statistiche confermano

È una certezza acquisita da tempo: gli eccessi di velocità e le distrazioni – soprattutto con i telefonini e il loro corollario tecnologico – sono le prime cause degli incidenti con conseguenze di ferimenti e vittime sulle nostre strade. L’ACI si batte con forza per la sicurezza di tutti gli utenti della strada, a partire dai più vulnerabili.

Proprio per questo si deve intervenire con fermezza senza la solita coda dei “sì, però, ma, forse”, con i quali si finisce per annacquare spesso interventi che occorrono. La revisione del Codice della strada sta per arrivare al traguardo dopo una lunga corsa.

Il meglio è nemico del bene: va perseguito, ma intanto occorre anche procedere, poi una volta messe in atto le nuove norme, si potranno introdurre tutti i miglioramenti che la verifica concreta della strada suggerirà e imporrà. Il fine primo e ultimo è quello di evitare che le strade siano le valvole di sfogo di frustrazioni o competitività pericolose, talora anche di imperdonabile bullismo da prestazioni al volante.

Uno dei mezzi di comprovata efficacia perché il messaggio passi con tutti gli utenti, senza distinzione di sorta, è la certezza della punibilità e della pena contro chi trasgredisce. E questo si traduce in concreto nel controllo della velocità con gli strumenti tecnologici di cui oggi si dispone. Fuor di metafora sono i rilevatori di velocità, quindi gli autovelox che si confermano come i mezzi più convincenti per indurre al rispetto dei limiti. Se è accertato che l’alta velocità è all’origine di molti sinistri, si ha anche un riscontro da statistiche del notevole abbassamento degli incidenti laddove gli autovelox sono installati, con tutte le premesse e garanzie di legge sul come e dove. L’autorità istituzionale – dallo Stato fino ai Comuni – deve essere garante della correttezza, della regolarità nella posa e nel funzionamento degli autovelox, sui quali non deve esserci neppure l’ombra del sospetto che si voglia e possa fare cassa. Posta questa come premessa irrinunciabile, ci sono le cifre a conforto e ci sono anche le esperienze che vengono dall’estero a dimostrarne utilità e necessità.

Un esempio: dove in Italia sono stati installati i Tutor gestiti dalla Stradale si è arrivati a un abbassamento della velocità con percentuali che vanno dal 25 al 15% con parallelo calo fino al 77% degli incidenti stradali. Va poi anche sottolineato che i Comuni devono reinvestire in sicurezza stradale il 50% degli incassi fatti con le multe.

Altro esempio che giunge stavolta dalla Gran Bretagna, da una ricerca fatta dalla London School of Economics (Lse). Sotto esame 2500 strade sorvegliate almeno con un autovelox: qui, in 25 anni, gli incidenti sono scesi dal 17 fino al 39% e i morti dal 58 al 68%. Al punto in cui siamo, bisogna “fare” e alla svelta, perché – come ha giustamente scritto Giangiacomo Schiavi su ‘la Repubblica’ (23 aprile 2024) – siamo “circondati da automobilisti che sembrano venuti dalla giungla, pericolosi e incivili. Poter dire ‘è andata bene’, non basta”.

 

* Presidente dell’Automobile Club di Bergamo

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