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A bergamo

“Andare incontro ai giovani, vedetta verso il futuro”. Confronto tra generazioni protagonista alla Fiera dei Librai

In occasione del Premio Strega Tour, tutti i candidati alla vittoria finale del prestigioso premio letterario sono saliti sul palco dell’Auditorium per leggere il monologo di Antonio Scurati per il 25 aprile

Bergamo. “Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così”. Salgono sul palco dell’Auditorium di Piazza della Libertà tutti i candidati finalisti del Premio Strega (assente Paolo Di Paolo, impossibilitato ad esserci) per leggere il monologo che Antonio Scurati (Premio Strega 2019) avrebbe dovuto leggere al programma Che sarà. Un’apertura significativa quella della tappa bergamasca del Premio Strega Tour, tenutasi domenica 21 aprile in Auditorium di Piazza della Libertà, nell’ambito della Fiera dei Librai di Bergamo.

Auditorium che, a gruppi di quattro, ha ospitato i candidati alla vittoria finale del prestigioso premio letterario italiano: un’occasione per dialogare sulle opere, ma anche, in senso più ampio, sul sistema editoriale e riflettendo sul presente.

Presenti sul palco Chiara Valerio (“Chi dice e chi tace”, Sellerio), Dario Voltolini (“Invernale”, La nave di Teseo), Valentina Mira (“Dalla stessa parte mi troverai”, SEM), Tommaso Giartosio (“Autobiogrammatica”, minimum fax), Antonella Lattanzi (“Cose che non si raccontano”, Einaudi), Melissa Panarello (“Storia dei miei soldi”, Bompiani), Daniele Rielli (“Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale”, Rizzoli), Adrián N. Bravi (“Adelaida”, Nutrimenti), Donatella Di Pietrantonio (“L’età fragile”, Einaudi), Raffaella Romagnolo (“Aggiustare l’universo”, Mondadori) e Sonia Aggio (“Nella stanza dell’imperatore”, Fazi).

Ciò che traspare dai dialoghi con gli autori è l’esigenza di un inevitabile confronto tra la scrittura e il mondo in cui esercita. Un confronto che non a caso parte da Valentina Mira ed il suo “Dalla stessa parte mi troverai” (edito da SEM) che, uscito ad inizio anno, ha iniziato a far parlare di sé proprio in occasione della nomina per il Premio Strega. Il libro infatti è stato attaccato da esponenti politici e dalla stampa di destra con l’accusa di revisionismo storico sulle vicende di Acca Larentia, seguita da un’accusa all’autrice per una sua conversione politica dopo una sua collaborazione passata con un sito conservatore. Accuse verso un posizionamento giudicate pesanti (“grave che i politici si esprimano contro un libro”) e pretestuose, poiché mosse apparentemente senza aver letto il libro.

Un confronto sulla lettura ed il proprio pubblico che ha guidato l’intero dibattito. Iniziato con la “giocoleria delle parole” di Tommaso Giartosio (che ha presentato il suo “Autobiogrammatica”), seguito dagli “umani in una geografia costretta” di “Chi dice e chi tace” di Chiara Valerio. Autrice che usa “modelli matematici per descrivere rapporti molto complessi”, differenze che aggiungono più che dividere.

 

I candidati finalisti del Premio Strega leggono il monologo di Scurati Fiera dei Librai

 

Un dibattito sempre molto interessante, che ha visto gli autori capaci di catturare la numerosa platea, confrontandosi tra loro e mettendo in gioco i propri caratteri, tra riflessioni profonde e battute divertenti e pungenti. L’ironico Dario Voltolini (che ha presentato il suo dialogo con la figura paterna in “Invernale”) mostra la similitudine tra corpo umano ed animale, un confronto dialettico che si scontra con l’esigenza della fame, il tabù della morte simile al tabù della violenza nell’uccisione degli animali, temi apparentemente divergenti indice però di come la società allontani dal proprio sguardo tutto ciò che non le fa piacere.

Una discussione virata poi sul tema del lato oscuro, da quello indicato da Giartosio nei “segreti insiti nel linguaggio”, a quelli conosciuti ed agiti descritti nel libro di Valentina Mira, che invita a non identificare il buono solo con la vittima ed il cattivo solo con il carnefice. Un lato oscuro “di cui non si ha mai memoria – spiega Chiara Valerio – e dal quale distogliersi facendo fatica, raggiungendo una giusta condotta attraverso una metamorfosi del bene”.

Nel finale, un confronto necessario sul tema dei giovani che si confrontano con la lettura. “Il mercato editoriale italiano vende libri per un miliardo e mezzo, da sempre – spiega ancora Valerio – bisogna andare incontro ai giovani, vedetta verso il futuro”. Per Giartosio, fondamentale deve essere ancora il ruolo della scuola, per “continuare a dare scossoni al mondo in cui viviamo”, intercettando le diverse dimensioni di scrittura e di lettura oggi disponibili. Valentina Mira pone una riflessione sullo stato generale della lettura in Italia, dove “è triste che sia considerato un lettore forte chi legge un libro al mese”. Scrittrice che sottolinea come la sua sia “la generazione più povera dal secondo dopoguerra”, una generazione costretta a barcamenarsi tra diversi lavori, cresciuta nel nichilismo di un mondo che parla di estinzione.

Passato, presente e futuro, a confronto. Un confronto che, ancora una volta, vede nei giovani una nuova forza per il futuro, una generazione che deve credere nei propri mezzi. Eredi con coraggio, voglia di fare ed esigenza di esprimersi, lontani dagli eredi sbiaditi di una storia che ha conosciuto il solo linguaggio della violenza e della sopraffazione.

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