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Verso il voto

“Vedrai che Bergamo”, la festa per Elena Carnevali: “Fidatevi di me e insieme coltiviamo il sogno della città del futuro” fotogallery

In Fiera il lancio della campagna del centrosinistra. Presenti oltre 500 persone: tutte le liste a sostegno della candidata, il sindaco Gori, la sindaca di Brescia Castelletti e la vice sindaca di Milano Scavuzzo

Bergamo. L’immagine che ti porti a casa è quella di lei, sorridente e felice, con le braccia alzate che li conquista tutti, uno per uno, e li stringe in un grande, metaforico, abbraccio. Si sente l’attaccamento, lo si percepisce. Del resto, è proprio quella dimensione lì, quella della familiarità e, perché no, anche dell’affetto che la lega ai suoi fedelissimi, il popolo dei 500 che hanno scelto di esserci. “CSiamo”. E non è un caso. Dove? In Fiera, in una sala gremita per vivere da vicino, per essere protagonisti del lancio ufficiale della campagna elettorale. Schierati ai nastri di partenza, ciascuno con la sua pettorina, ma stretti sotto un’unica bandiera, quella che porta il nome di Elena Carnevali.

Quella andata in scena sabato pomeriggio è la festa della candidata sindaco del centrosinistra e di tutte le anime che compongono la coalizione. Due ore di incontro, divise tra entusiasmo e politica, con un parterre d’eccezione, pronto a tirare la volata dell’ex deputata Dem: dal sindaco Giorgio Gori, alla sindaca di Brescia Laura Castelletti, passando per Anna Scavuzzo, vice sindaco di Milano. Insieme a loro, un tripudio di magliette colorate ma identitarie: quella blu della Lista Gori per Carnevali, quelle rosse del Pd, quelle bianche e arancioni della civica di Carnevali, ma anche gli abiti civili di Futura, Insieme per Bergamo, +Europa e Italia Viva e Bergamo Europea.

Carnevali suona la carica e la folla si fa sentire tra cori, applausi e centinaia di foto ricordo. Sembra solo ieri quella serata di fine ottobre in cui l’assemblea cittadina del Pd l’ha scelta. Sembra solo ieri quando, tra abbracci ed emozione, ha deciso di scendere in campo per la sua Bergamo. Ma questo è il tempo dell’oggi Quello dello spirito non ha mai mancato di farsi sentire, quello che non è mai andato perso, quello che racconta il leit motive di una cavalcata che l’accompagnerà negli ultimi 45 giorni. Come a dire che “il bello deve ancora venire”.

Microfono all’americana e tailleur blu, Carnevali ha invitato i suoi ad avere fiducia, a metterla in circolo, per il bene della città e dei suoi cittadini. Ma anche per inseguire un sogno, quello di lavorare, uniti, per costruire la Bergamo del domani. E lo fa, prima di tutto, rinnovando la stima e il grazie a chi l’ha preceduta. Non mancano infatti le belle parole per Gori. Lui che, al termine del suo intervento, le rende gli onori, invitando i presenti alla standing ovation.

“Io ho tanta voglia di fare per la nostra Bergamo perché credo moltissimo in questa città – così Carnevali -. È una città che è rinata in questi dieci anni, e non dobbiamo permettere a nessuno di interrompere il suo cammino. Non dobbiamo permettere a nessuno di trascinarla altrove, di riportarla indietro. Sta a noi accompagnare la nostra Bergamo in questa sua crescita. Dobbiamo indirizzarla con la nostra competenza, la nostra capacità, la nostra tenacia,  il nostro amore e con il sorriso e con fiducia. Ecco, la fiducia. Viviamo nei tempi del disincanto, del particolarismo, del rancore. Invece, vi chiedo questo: di fidarvi di me, di fidarvi di noi, di mettere in circolo la fiducia. Di uscire da qui oggi e dire a tutti, quartiere per quartiere, a chi la pensa come noi e a chi no, che la mia, la nostra Bergamo, sarà una città che farà venire voglia di fidarsi. La mia e la vostra Bergamo sarà una Bergamo di tutti. Sarà una Bergamo piena di cura, di vivacità, di bellezza, di cultura, di salute, di verde, di respiro, di internazionalità. Farà venire voglia di andare a votare, di credere nel futuro. Questa sarà la vostra Bergamo, quella che, insieme, avremo costruito”.

Non mancano le provocazioni al suo rivale Andrea Pezzotta: “La nostra Bergamo non se lo merita un sindaco part time.  E guardate che questa faccenda del part time non è da sottovalutare perché ci racconta bene l’idea che i nostri avversari hanno di Bergamo. Non puoi tenere ferme le lancette del tempo, mentre i cambiamenti rapidissimi si impongono nella nostra società, dove ogni giorno sei chiamato a prendere decisioni che devi assumere insieme alla tua Giunta e ai consiglieri, ai tecnici del Comune con  il dovuto senso di responsabilità per il bene comune. Non puoi pensare di fare il sindaco e continuare a fare l’avvocato: significa che non  hai capito che cos’è oggi Bergamo. Non puoi dedicarti ad altro se credi che la partecipazione, la collaborazione tra le tante energie della nostra città sia necessaria a condividere e costruire l’appartenenza e la crescita di una comunità”.

Una complessità che va gestita secondo quello che lei racconta essere “il metodo Gori”: “Alla complessità si risponde con un atteggiamento di apertura e di alleanze. In mezzo a tutto ciò ci sono 10 anni di “metodo Gori” che hanno cambiato la città e l’hanno interconnessa con il resto del mondo. Non è un caso che questa sera ci siano qui Laura, la Sindaca di Brescia, e Anna, la vice sindaca di Milano. Perché da 10 anni stiamo lavorando insieme: perché Bergamo non è una città di provincia ma è un città aperta al mondo che compete con le migliori città europee. La chiave per reagire alle sfide che dobbiamo affrontare è nel “Sistema Bergamo” che vede lavorare insieme, per raggiungere obiettivi condivisi, il Comune, le rappresentanze del mondo produttivo, le parti sociali, le associazioni e le diverse istituzioni. Non certo proponendo un modello di sviluppo e di governo che fa riferimento a 15  anni fa”.

E non le manda a dire quando ricorda alcune frasi del discorso che Pezzotta ha tenuto in occasione della cena dei mille di venerdì 19 aprile. “All’inizio della campagna elettorale ci eravamo detti che sarebbe stata una competizione senza attacchi personali, all’insegna della correttezza, preferendo il bene di Bergamo e dei bergamaschi agli slogan. Invece ho misurato il qualunquismo della loro iniziativa politica quando, ancora ieri,  hanno bollato la nostra proposta del Fondo Abitare Giovani come demagogica. È demagogico pensare all’urgenza della questione casa per i nostri giovani? È demagogico pensare al caro affitti? No! Un amministratore serio sceglie su quali priorità investire e grazie a un bilancio solido. Noi metteremo un milione di euro all’anno per cinque anni, vale a dire 500 contratti di affitto a canone calmierato. Loro: zero”.

Poi torna alla Bergamo, quella per la quale ha scelto di scendere in campo: “Voglio restituire a Bergamo quello che ho ricevuto dalle bergamasche e dai bergamaschi in 24 anni di impegno civico, amministrativo e politico, forte di un lascito prezioso di chi mi ha preceduta e che intendo arricchire con le mie di capacità, di ascolto, dedizione, perseveranza e determinazione nell’assumere la responsabilità di prendere decisioni. In questi anni per la mia città ci sono sempre stata. Molti di voi ne sono testimoni perché abbiamo lavorato insieme, per fare in modo che Bergamo beneficiasse di risorse e di scelte che hanno favorito il nostro territorio. Durante il mio impegno parlamentare la collaborazione non è mai mancata, anche con i miei “avversari politici (che non ho mai considerato nemici) perché al centro di ogni azione c’è sempre stato l’interesse per la nostra comunità”.

Gli interventi

Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, candidato alle Europee per il Pd, accolto con un’ovazione: “Grazie perché in questo finale di mandato sto ricevendo molto affetto, partecipazione da parte dei cittadini. E questo mi commuove, come lo sono adesso. Grazie per avermi accompagnato in questi anni, per la forza e l’energia che ho ricevuto dalla città e dai cittadini. Parlo a nome dei miei compagni di viaggio, con cui ho trascorso questi anni: la mia squadra, della quale sono molto orgoglioso. Il regalo che vi chiedo è questa storia continui. Non posso pensare che dopo dieci anni si possa tornare indietro. Dalle espressioni pubbliche di Pezzotta, dai programmi che ho letto, colgo il fortissimo rischio di tornare indietro di 15 anni. Il suo orologio e la sua visione pagano solo nel piccolo benessere. Abbiamo eredito una città ben amministrata, ma che non ha saputo creare occasioni, arrivare ai giovane, avere cura ai fragili, coltivare dimensione tra città e ambiente. Non voglio che si torni indietro. Non lo voglio.

Si può fare meglio? O di più? Certo. Non siamo stati perfetti, per niente. E Elena è la persona giusta. Elena non è sola, ha vicine tante persone capaci, ciascuna con le sue competenze, le stesse che lei è capace di raccogliere. E la sua forza è la squadra. E dall’altra parte, di squadre, non ne vedo. E se le dovessi vedere, inizierei a preoccuparmi.

Elena è Elena, non è me. E’ la sua forza, è una donna. Con più umanità, più capacitò di ascolto, una persona che vive in sintonia con i cittadini. Penso davvero che sia la persona giusta per prendersi cura e prendere per mano la città. Una Bergamo con meno cantieri, sì, ma più capace di ricucirne le tante realtà che la rappresentano. Elena sarà capace di offrire più sicurezza e garantire più speranza: questo sarà il suo lavoro. E’ ancora, sarà capace di innovare concentrandosi meno sulle cose fisiche, ma più sulle persone. Desidero fortemente che questo testimone passi nelle sue mani. Io, a forza di dire Bergamo è diventata una città europea, mi sono lasciato affascinare da questa avventura. Credo che una campagna rafforzi l’altra. E credo anche che i bergamaschi vedranno la convergenza del disegno, chiara e nel segno della continuità”.

Laura Castelletti, sindaco di Brescia: “Questa festa mi ha scatenato un sacco di ricordi, so cosa vuol dire vivere un momento come questo. Bisogna mettersi pancia a terra a raccogliere consensi e voti. Oggi mi sento a casa, e lo dico perché in questi anni ho vissuto un’esperienza amministrativa in sintonia con Bergamo: la cosa più straordinaria che mi sia capitata. Vi guardo con affetto unico e lo faccio a partire dall’assessore Nadia Ghisalberti, con la quale mi unisce un’amicizia vera e sincera, Giorgio (Gori ndr) è un amico. Mi auguro che il dialogo possa continuare, parlando al femminile. Un’impresa difficile, e io lo so bene, perché questo mondo è ancora ricco, purtroppo, di stereotipi. Sogno due sindache della A4. Io e te, Elena, abbiamo la stessa grande fortuna: alle spalle ci sono due sindaci bravissimi, pronti ad affidarci città complesse ma in grande evoluzione, con una visione. E il nostro dovere è quello di accompagnarle verso il futuro e farlo con grande passione. Due città, una capitale sola, per portarle in Europa”.

Anna Scavuzzo, vice sindaca Milano: “Elena è una persona che è cresciuta nell’amministrazione, mossa fin dal principio da una grande passione civica e politica. Per lei, tornare a Bergamo dopo l’esperienza di Roma ha significato rimettere al centro la comunità. Questa è la sfida di una donna, una fatica che condividiamo, ma anche un’alleanza propositiva, segno di una maturità che fa grande la la democrazia. La stessa sinergia che devono avere le città lombarde, oggi più che mai, perché Regione Lombardia rappresenta, giorno dopo giorno, un governo del territorio sempre più debole”.

Le liste

Marzia Marchesi e Sergio Gandi capilista della lista del Pd: “Bergamo è una città proiettata in Europa – così Marchesi -. E per continuare ad esserlo vanno ascoltate e sostenute le istanze dei cittadini, garantendone i diritti, per immaginare un futuro di pace”. Così Sergio Gandi: “Siamo qui per fare il meglio possibile. Noi non siamo militari, come dice Pezzotta dei suoi, ma volontari. Non siamo agli ordini di nessuno, piuttosto siamo qui a sostenere Elena che sarà la prima sindaca donna di Bergamo. Il centrosinistra fa rima con coesione, credibilità, capacità di amministrare. Non abbiamo bisogno dei super esperti del centrodestra, noi abbiamo già Elena”. Parola anche al segretario cittadino Alessandro De Bernardis: “Bergamo non deve tornare indietro, faremo di tutto per portare la nostra candidata al trionfo”.

Marcella Messina e Robi Amaddeo per Lista Gori per Carnevali: “Gori e Carnevali sono due nomi importanti. Dopo dieci anni di amministrazione, la città è cambiata e trasformata, è fresca e ha un sacco di energie, come la nostra Lista2. Amaddeo: “La passione civica che è l’unico e vero campo largo. Le promesse che abbiamo fatto le abbiamo mantenute, diversamente dal centrodestra”.

Oriana Ruzzini, Aldo Lazzari e Alberto Magistro, di Futura: “Il nostro è un progetto politico nuovo – così Ruzzini -, a cui si sono avvicinate tante esperienze e competenze. Lavoriamo per il binomio ambiente e salute e per rimettere al centro ciò che oggi sta al margine, alle periferie, ricreando un dialogo tra centro e quartieri”. Lazzari: “Ai mille soldati rispondiamo con una Bergamo abitata da mille anime che devono sentirsi a casa”. Magistro: “Ci siamo anche per garantire che vengano rispettati i diritti di tutti, anche quelli della comunità LGBTQIA+. I diritti sono uno dei punti cardini del nostro programma, tra i quali anche quelli alla casa e all’accessibilità dei servizi”.

Così Paolo Aresi di Bergamo Insieme: “Il nostro vero avversario è l’assenteismo. Possiamo anche vincere le elezioni ma se andrà a votare solo il 605 della popolazione, la nostra sarà una sconfitta. Abbiamo una grande responsabilità, quella di convincere la gente che la politica è importante e serve. Democrazia è un grande dono e non è scontata, viene dalla resistenza”.

Bergamo Europea, Dino Paoli e Paola Rossi: “Ieri pomeriggio è nata Bergamo Europa, un progetto politico con + Europa e Italia Viva. E’ la rappresentazione politica dei riformisti, degli europeisti e dei liberali che combatte la destra omofoba, oscurantista, liberticida”.

Claudia Lenzini e Marco Bonomi, per la lista civica di Elena Carnevali: “Ci siamo per metterci a disposizione. Siamo civici italiani e non, una squadra frutto di una pluralità di rappresentanze. Siamo qui con una gran voglia di metterci a disposizione della città, partendo dal basso, ascoltando la gente e i quartieri”.

 

 

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