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L'inaugurazione

Fondazione Dalmine: la cultura industriale fa scuola, tre giorni per scoprire la nuova sede fotogallery

Una sala immersiva di 60 mq, l’unica in Italia in cui si vive l’esperienza della trasformazione dell’acciaio fin dentro i processi di fusione. Un archivio storico con 100 mila fotografie e 17 mila terabyte di documenti digitalizzati e un programma education, totalmente gratuito, che coinvolge 25 mila studenti ogni anno e ne ha già formati oltre 70 mila

Dalmine. Fondazione Dalmine ETS (Ente Terzo Settore) ha inaugurato giovedì 18 aprile la sua nuova sede. Una festa memorabile che annuncia una tre giorni di porte aperte in programma il 19, 20 e 21 aprile.

Nella nuova sede le pareti si fanno di vetro e interno ed esterno vivono in un connubio di luce, lasciando che robot e natura si guardino, riducendo il confine tra storia e futuro. Quello che era un edificio di inizio Novecento, tipico di una Company Town, diventa oggetto di un restauro architettonico fra i più innovativi ed eco-sostenibili d’Italia e rinasce con una nuova idea, più moderna e tecnologica, per diventare la casa di una cultura industriale che sa cogliere le trasformazioni della società e le sfide del futuro.

Nella nuova sede Fondazione Dalmine accoglie i visitatori con un’esperienza: una sala immersiva di 60 metri quadri, l’unica in Italia in cui è possibile vivere l’esperienza industriale siderurgica come un profondo viaggio nei processi produttivi più complessi. Il fuoco, l’automazione, l’altissimo livello tecnologico, la storia di un’eccellenza sono la trama di un video che porta lo spettatore nel cuore dell’evoluzione tecnologica che da sempre caratterizza il percorso di TenarisDalmine.

Fondazione Dalmine ETS rinnova così la sua missione di promozione della cultura industriale attenta ai temi della sostenibilità ambientale ed energetica e lo fa a partire dal luogo che ospita la sua nuova sede: l’ex foresteria aziendale del 1924, in cui sono stati recuperati oltre 4.000 mq di nuovi e ampi spazi. L’intervento di ristrutturazione, interamente sostenuto da TenarisDalmine e dalla Fondazione Enrico e Agostino Rocca, rispetta i requisiti della certificazione LEED livello Gold, programma di certificazione volontario che attesta il grado di eco-compatibilità e sostenibilità, intervenendo già in fase di progettazione a regolamentare il consumo energetico ed idrico, la riduzione delle emissioni di CO2, il miglioramento della qualità ecologica degli interni, i materiali e le risorse impiegati. Il progetto della nuova sede è firmato dallo studio Caruso Torricella Architetti e dallo studio ARCH 02 di Milano che ha curato anche la realizzazione tecnica della Sala immersiva in collaborazione con NEO [Narrative Environment Operas].

L’attività della Fondazione si articola con un’area Heritage e Storia dedicata alla raccolta e salvaguardia degli archivi, sempre accessibile e gratuita, con 100 mila fotografie e 17 mila terabyte di documenti digitalizzati. Prosegue con le attività dell’area Cultura industriale ed Education, con molteplici programmi per le scuole e laboratori robotici dotati di macchinari di ultima generazione, i primi in Italia ad aver ottenuto il marchio FACT Centre for Industrial Automation, standard mondiale per attrezzature di apprendimento, metodi didattici ed equipaggiamento tecnico.

I programmi Education di Fondazione Dalmine sono erogati in maniera totalmente gratuita e interessano ogni anno circa 25.000 studenti. Sono oltre 70.000 gli studenti che hanno già conosciuto la Fondazione per le attività formative.
L’investimento per la ristrutturazione dell’immobile, pari a circa 17,5 milioni di euro, è stato interamente sostenuto da TenarisDalmine e dalla Fondazione Enrico e Agostino Rocca. A questi si aggiungono quasi 2 milioni di euro per le attrezzature dei laboratori destinati alle scuole forniti da Fondazione Dalmine ETS.

Il 19, 20 e 21 aprile, dalle 9 alle 19 la nuova sede di Fondazione Dalmine aprirà per la prima volta al pubblico, con una serie di visite guidate alla scoperta degli spazi e del lavoro dei suoi ricercatori e formatori.

Promuovere la cultura industriale quale parte di una storia collettiva e di un sistema di valori e conoscenze in continua trasformazione è l’obiettivo principale di Fondazione Dalmine ETS (Ente Terzo Settore). La Fondazione, nata per iniziativa di TenarisDalmine, si rivolge ad una “comunità” ampia: alle generazioni di persone che lavorano e hanno lavorato in Dalmine, azienda globale con una storia più che centenaria; alle famiglie che hanno vissuto direttamente o indirettamente il legame con l’industria e con il suo sistema di welfare; agli abitanti della città di Dalmine, esempio modello di company town novecentesca, costruita dall’impresa attorno al sito produttivo; ma anche agli studiosi, al mondo della ricerca storica, ai visitatori e alle persone variamente interessate a comprendere il cambiamento della società attraverso la lente delle trasformazioni economiche, sociali e culturali che l’industria porta con sé quando è profondamente radicata in un territorio.
E poi, guardando al passato e al futuro con la responsabilità di tramandare un heritage e una cultura industriale, alle giovani generazioni, coinvolgendole su temi e linguaggi a loro vicine, contribuendo al loro percorso di formazione e di costruzione di una visione consapevole della realtà.

Fondazione Dalmine: tra storia e futuro, tre giorni per scoprire la nuova sede

EDUCATION

L’impegno di Fondazione Dalmine ETS verso la comunità e verso le nuove generazioni si concretizza nella promozione di laboratori e attività educative rivolte al mondo della scuola e dell’università, nella convinzione che queste attività rappresentino lo strumento più significativo di crescita e sviluppo dei territori in cui l’azienda è presente. Nel corso degli anni i programmi education della Fondazione si sono strutturati, differenziando l’offerta formativa e il target di riferimento, mantenendo sempre la completa gratuita della proposta. Attualmente la Fondazione Dalmine ETS promuove laboratori, visite, progetti e percorsi di PCTO. Un approccio multidisciplinare – ludico e collaborativo – che esplora i linguaggi delle nuove tecnologie e della comunicazione e, prendendo le mosse dalla scoperta dei luoghi, degli archivi, dei musei industriali, attraverso fonti, bibliografie, strumenti digitali, robot.

Il programma tecnico Roberto Rocca ha l’obiettivo di formare persone in grado di realizzare un progetto di vita, con competenze tecnologiche di alta qualità, affrontando le sfide del settore industriale. Si sviluppa attraverso una proposta di laboratori di robotica industriale e collaborativa, PLC e impianti elettropneumatici in collaborazione con ABB, Festo e Siemens, al fine di fornire agli studenti delle scuole tecniche e professionali, dei licei tecnologici e degli ITS le competenze per affrontare le sfide connesse all’industria 4.0.

Il programma di borse di studio Roberto Rocca è volto a premiare e riconoscere l’eccellenza, l’impegno e la passione per lo studio degli studenti del triennio delle scuole secondarie di II° grado, degli ITS e dell’università, anche per dare loro la possibilità di continuare la formazione.
After School Roberto Rocca è un programma di attività STEAM in orario pomeridiano per studenti della scuola secondaria di I° grado con l’obiettivo di favorire l’orientamento, raggiungere lo sviluppo integrale e delle abilità socio-emotive, ridurre l’abbandono scolastico, promuovere la parità di genere. Dal 2011 ad oggi sono stati più di 70.000 gli studenti coinvolti nei progetti educativi di Fondazione Dalmine ETS.

Fondazione Dalmine: tra storia e futuro, tre giorni per scoprire la nuova sede

HERITAGE

La storia di Tenaris a Dalmine riflette i grandi cambiamenti del ‘900 e si compone, come un mosaico, degli accadimenti e delle vicende personali di chi ne ha fatto parte. Fondazione Dalmine ha il compito di conservare e valorizzare l’archivio che le raccoglie tutte: 2.000 metri lineari d’archivio con documenti eterogenei tra cui 100.000 fotografie, 900 audiovisivi, 5.000 disegni e manifesti; 10.000 volumi in rete; 60.000 digitalizzazioni per 17.000 terabyte di spazio virtuale. Il fondo principale raccoglie i documenti prodotti in oltre 100 anni di storia dalla Società Tubi Mannesmann, poi Stabilimenti di Dalmine, poi Dalmine S.p.A., oggi TenarisDalmine, nonché dalle società controllate, consociate e partecipate. Il materiale non riguarda soltanto l’attività produttiva dell’azienda, ma anche la storia delle persone, della città industriale, dei servizi sociali creati dall’impresa per i propri dipendenti. Altri fondi, acquisiti grazie a donazioni di archivi privati hanno ulteriormente arricchito questo ampio patrimonio, interamente consultabile.

In questi anni le attività di valorizzazione dell’archivio hanno contribuito a costruire memoria grazie al proficuo scambio e alla relazione con il territorio su cui TenarisDalmine ha sede, valorizzando legami e connessioni e aprendosi alla ricerca e allo studio. Quasi 2 mila ricercatori hanno indagato l’archivio, producendo 75 tesi di laurea e dottorato, 1.880 ricerche, 130 relazioni, 95 lezioni e seminari universitari, 50 articoli e saggi scientifici, 10 volumi della collana Fondazione Dalmine e 20 membership in reti culturali Italia e Europa.

Nella nuova sede di Fondazione Dalmine l’archivio trova spazio nel piano interrato in un’area attrezzata, dalle condizioni di luce, temperatura e umidità ottimali per la propria conservazione.

CULTURA INDUSTRIALE

Attraverso l’organizzazione di mostre ed eventi Fondazione Dalmine valorizza l’ampio patrimonio archivistico e costruisce partnership a livello locale e nazionale. Promuove la cultura industriale attraverso il racconto dei piccoli e grandi momenti che l’hanno caratterizzata nei decenni, percorrendo tutto il Novecento per affacciarsi, ora, ad un futuro che sempre più parla di sostenibilità e attenzione all’ambiente. Esposizioni, performance e open day non hanno solo il compito di celebrare il passato, ma di parlare alle nuove generazioni, con l’occhio critico e attento dello storico e la capacità di immaginare il futuro che caratterizza i giovani.

Fondazione Dalmine: tra storia e futuro, tre giorni per scoprire la nuova sede

UN EDIFICIO CON 100 ANNI DI STORIA

L’edificio della nuova sede della Fondazione Dalmine, parte integrante del quartiere Leonardo da Vinci, sorge a partire dalla metà degli anni ’20 per iniziativa dell’azienda per essere destinato sia agli impiegati, sia con funzione di albergo e foresteria per tecnici in permanenza temporanea presso l’azienda o che, non avendo famiglia, non vivevano in una casa aziendale. Di qui l’uso di chiamare l’edificio “pensione privata”, appellativo con cui, ancora oggi, alcuni dipendenti dell’azienda e abitanti della città sono soliti identificare l’ex-foresteria. L’architetto milanese Giovanni Greppi progetta l’edificio nel 1924. Un ampliamento del 1937 trasforma la facciata originaria. Tra gli anni ’20 e ’40, infatti, l’architetto Greppi progetta gran parte delle infrastrutture, dei quartieri residenziali, degli edifici pubblici che trasformano Dalmine in una vera e propria città industriale. L’impresa costruisce e consolida inoltre una fitta trama di relazioni con le istituzioni locali e con il territorio, attraverso iniziative ed interventi di carattere sociale, assistenziale, ricreativo, rivolti in primo luogo ai propri dipendenti e alle loro famiglie. A partire dal 1924 nascono così il Quartiere operaio, il Quartiere impiegati, gli impianti sportivi, il Quartiere centrale, una fitta serie di edifici collettivi e di rappresentanza, edifici religiosi, piazze, scuole, colonie e aziende agricole oltre alla Pensione privata, ora nuova sede della Fondazione Dalmine.
Successivi interventi negli anni ’60 aggiungono elementi e spazi funzionali ai servizi svolti dall’edificio che, fra l’altro, ospita anche la mensa degli impiegati fino agli anni ’90, quando viene chiuso.

L’investimento per la ristrutturazione dell’immobile, pari a circa 17,5 milioni di euro, è stato interamente sostenuto da TenarisDalmine e dalla Fondazione Enrico e Agostino Rocca. A questi si aggiungono quasi 2 milioni di euro per le attrezzature dei laboratori destinati alle scuole forniti da Fondazione Dalmine ETS.
Sono stati recuperati oltre 4.000 mq di nuovi e ampi spazi, destinati alle attività istituzionali, di incontro con clienti e fornitori, di formazione interna da parte di Tenaris Dalmine.
E, naturalmente, alle attività culturali della Fondazione Dalmine: gli archivi, gli ambienti dedicati alla conservazione e digitalizzazione dei documenti, uno spazio espositivo, aree per conferenze e seminari, una biblioteca, spazi per studio e ricerca, aule e laboratori progettati con particolare attenzione ai moderni approcci didattici e alle nuove tecnologie, un ampio parco.
Il progetto della nuova sede è firmato dallo studio Caruso Torricella Architetti e dallo studio 02 Arch di Milano che ha curato anche la realizzazione tecnica della Sala immersiva in collaborazione con NEO [Narrative Environment Operas].

SOSTENIBILITÀ: CERTIFICAZIONE LEED

L’intervento di restauro e risanamento conservativo dell’edificio storico destinato ad ospitare la nuova sede della Fondazione Dalmine ETS è stato sviluppato con particolare riguardo ai principi della sostenibilità. Intervenire su un edificio esistente, invece di utilizzare un suolo non precedentemente edificato, già di per sé è un aspetto rilevante in termini di sviluppo sostenibile e criteri di economia circolare. Con valore aggiunto, l’intervento rispetta i requisiti della certificazione Leed livello Godl, il sistema più prestigioso e riconosciuto a livello internazionale per la valutazione dell’efficienza energetica e dell’impronta ecologica degli edifici. Leed è un programma di certificazione volontario che può essere applicato a qualsiasi tipo di edificio (sia commerciale che residenziale) e concerne tutto il ciclo di vita dell’edificio stesso, dalla progettazione alla costruzione. Sviluppato dalla U.S. Green Building Council (USGBC), il sistema si basa sull’attribuzione di ‘crediti’ per ciascun requisito. La somma dei crediti costituisce i 4 livelli di certificazione: base, argento, oro, platino. La procedura per la conferma della certificazione si concluderà fra alcuni mesi.
Durante la ristrutturazione sono stati individuati tre focus d’intervento: acqua, materie prime ed energia.

L’impiego di un sistema di recupero e riciclo delle acque meteoriche, infatti, garantisce un risparmio della risorsa idrica del 100% per l’irrigazione delle ampie aree verdi di pertinenza, mentre l’utilizzo di sistemi di riduzione di flusso sulle rubinetterie e di una rete duale per i wc, proveniente dal sistema di raccolta delle meteoriche, consente il 50% di risparmio di acqua potabile per usi igienici.

Tutti i materiali utilizzati sono stati scelti in base all’elevato contenuto di materia prima riciclata, 95% in media per il solo acciaio, e un contenuto di riciclato del materiale edile pari al 30%. Le emissioni di sostanze organiche volatili all’interno dell’ambiente sono pari a zero grazie all’utilizzo di materiali con certificazioni di prodotto che garantiscono bassissime emissioni VOC e, contemporaneamente, l’attenta gestione delle attività di costruzione permettono il recupero della quasi totalità dei rifiuti generati dal cantiere. Infine la previsione sui consumi energetici permetterà di abbattere fino al 30% del fabbisogno rispetto a un edificio simile. Grazie a queste azioni, questo progetto rappresenta un esempio concreto di come, combinando tecnologie innovative e design sostenibile, è possibile trasformare edifici storici in strutture moderne e sostenibili, riducendo così l’impatto ambientale e creando ambienti più salubri e confortevoli.

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