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Bergamo next level

Sviluppare un nuovo concetto di longevità per vivere più a lungo e bene

Alla prima serata dell’evento targato Università di Bergamo il focus si incentra su un miglioramento delle condizioni di vita di chi invecchia male, tra obiettivi centrati e previsioni future, grazie anche alla tecnologia

Bergamo. Un concetto come quello della longevità è necessario per inquadrare nuovi modelli di città e società, nonché nuovi approcci alla cura e al benessere della persona. Tramite una tavola rotonda, nella prima serata dell’evento ‘Bergamo Next Level’, si è voluto analizzare questo grande fenomeno demografico, sociale ed economico. Ospiti speciali della serata il rettore dell’Università Bocconi Francesco Billari, il sindaco Giorgio Gori, Giuseppe Remuzzi direttore dell’istituto ‘Mario Negri’ e la professoressa Caterina Rizzi.

Termine di longevità che va di pari passo con la demografia di un paese, lente necessaria a delineare certi aspetti, come immigrazione e giovani: “Anni fa era molto più difficile immaginare un domani – ha precisato Billari -, c’era sicuramente un alto tasso di natalità, ma anche una maggiore mortalità rispetto ad ora, tantoché un cinquantenne era considerato già un anziano. Nel mondo di oggi si registra un numero inferiore di giovani, i quali sono oltretutto poco valorizzati. Dobbiamo essere in grado di sfruttare le risorse a disposizione, per questo diventa fondamentale anche l’immigrazione, strumento che consentirà di tappare le carenze in determinate fasce d’età”.

Che cosa si intende per longevità?
Molto spesso si tende ad accomunare due concetti solo all’apparenza molto simili, come aspettativa di vita e longevità, a tal proposito Remuzzi ha specificato come: “Longevità significa ‘invecchiare senza gli acciacchi della vecchiaia’, mentre l’aspettativa di vita comprende il periodo vitale di una persona, ma molto spesso vivere più a lungo non è una cosa positiva. Andare verso una società longeva vuol dire trasformare la società, che attualmente tutela solamente chi invecchia male. Una società longeva rappresenta anche un valore economico maggiore. È necessario andare verso un’umanità nuova, trasformando le nostre abitudini, avendo più cultura e aiutando i giovani a diventare più longevi”.
In ambito medico, infatti, sono molti i servizi che si occupano di curare malattie croniche, spesso difficilissime da curare; basta pensare come negli Stati Uniti oltre il 30% della spesa medica per aiutare una persona si effettua negli ultimi 6 mesi di vita della stessa.

Cosa si fa oggi a favore della longevità
Bergamo ha una quota molto alta di persone in anzianità, molte delle quali in situazioni precarie. Diventa quindi importante salvaguardare quella fascia incrementando il tutto in una vita più attiva e partecipata.
“Distinguiamo principalmente 3 tipi di anzianità – ha ribadito Giorgio Gori -: i silver age che hanno da poco finito di lavorare, gli anziani fragili tra i 75 e gli 84 anni e quelli in situazioni più complesse. A tal proposito ci stiamo muovendo molto in relazione alle prime due categorie, attivando in ognuno di loro un’idea che cominci ad orientare verso l’adozione di un diverso stile di vita. È un lavoro fatto su più piani: dall’alimentazione, all’attività fisica senza dimenticare la dimensione intellettuale”.

Diversi sono i progetti attivati negli anni; tra questi c’è ‘WILL’, del quale Bergamo è capofila e consiste nel garantire una piattaforma che consenta una ricomposizione delle reti di relazione: “Grande attenzione è stata data alle reti di quartiere – prosegue Gori -, perché è nel più piccolo che si può fare veramente la differenza nella vita di una persona, come l’aiuto di un vicino di casa o avere la possibilità di vivere la città”.

Una delle altre sperimentazioni messe in atto dall’amministrazione consiste nella ‘residenzialità leggera’, permettendo ad anziani soli di vivere sotto lo stesso tetto insieme ad altri che si trovano nella stessa situazione, con l’assistenza di tecnologie in grado di facilitarne la vita.
Si parla anche di assistenza ‘da remoto’, tramite il ‘progetto LISA’, un sostegno telefonico che consente alla persona fragili di mantenere un rapporto duraturo con un operatore, sentendosi così meno soli.

“Come Università su questo tema investiamo molto nell’area salute – sottolinea la professoressa  Rizzi -; abbiamo infatti istituito un corso di dottorato detto ‘Health and longevity’, in grado di formare nuove figure professionali adibite al concetto di longevità, con l’obiettivo di sviluppare soluzioni innovative per affrontare tematiche fragili, grazie anche alle tecnologie”.

La longevità nel domani
“Si parla sempre di più di cambiamento climatico, ma poco di questo – continua Gori -. Nel momento in cui la società invecchia, l’aspettativa di vita avanza e per questo diventa vitale costruire sistemi di protezione sociale. Il problema della natalità preoccupa e non è facile da risolvere, per questo è necessario avere un welfare che favorisca la dimensione familiare. Il secondo aspetto consiste nell’aumentare la partecipazione lavorativa colmando il gap fra uomini e donne, incentivando così la natalità”.

Nella costruzione di un ottimo domani incide sicuramente anche l’immigrazione, in grado di poter colmare la carenza di soggetti in determinate fasce d’età, soprattutto in ambito lavorativo; in relazione a ciò Gori ha aggiunto come: “Bisogna essere pronti ad aprire le porte ad una migrazione buona, non subìta, ma guidata e costruita anche con i paesi d’origine. Siamo lontani da tutto questo, ma ci sono buoni esempi dai quali prendere spunto. Sarebbe auspicabile che tutto ciò venisse affrontato a livello europeo”.

Contributo ed emblema dello sviluppo è sicuramente la tecnologia e la svolta dell’Intelligenza Artificiale, consentendo un modo diverso di fare prevenzione e anche medicina. “Bisogna passare da una visione di organo ad un’analisi completa e complessiva – spiega Remuzzi -, analizzando al meglio ogni aspetto dato per dato e rimanendo sempre al passo con la tecnologia; essa ci fornisce una molteplicità di dati, i quali dobbiamo essere in grado di interpretare al meglio per trovare una soluzione”.

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