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Ambivere

Giancarlo Botti muore una settimana dopo la caduta sul Resegone: “Uomo perbene che amava la montagna”

Precipitato per una trentina di metri durante un'escursione l'8 aprile, si è spento domenica all'ospedale Papa Giovanni. Aveva 62 anni, lascia moglie e due figli

Ambivere. A un amico avrebbe confidato: “Quando sarà la mia ora, vorrei tanto che fosse in montagna”. Un pensiero che sfiora diversi escursionisti. Senz’altro quelli che delle arrampicate, degli spazi silenziosi e sterminati non riescono proprio a fare a meno. Giancarlo Botti, racconta chi lo conosceva, era proprio così: aveva il culto della montagna.

Lo scorso 8 aprile il 62enne di Ambivere è precipitato per una trentina di metri sul versante lecchese del Resegone rimediando un grave trauma facciale e altre ferite alla testa e alle gambe. Si è spento domenica pomeriggio (14 aprile) all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo, dove era stato ricoverato in condizioni già disperate.

L’allarme era scattato intorno alle 10 di quel lunedì mattina. Sul posto erano intervenuti il soccorso alpino e l’elicottero, alzatosi in volo da Bergamo. Pare che l’uomo, insieme a un amico, stesse affrontando la salita lungo il canalone Comera.

Botti, prima della pensione, lavorava per una ditta nel campo dei servizi cimiteriali. Dedicava parte del suo tempo libero al volontariato in parrocchia. “Un uomo perbene, educato e distinto – lo ricorda Lina, una volontaria -. E molto disponibile. A parte il giorno che dedicava alla sua amata montagna, quello era sacro”.

Da quanto si apprende, la salma del 62enne è ancora all’ospedale Papa Giovanni, a disposizione dell’autorità giudiziaria in attesa dell’autopsia. Da fissare, dunque, la data dei funerali. Giancarlo Botti lascia nel dolore la moglie, apprezzata insegnante in paese, un figlio e una figlia.

 

Generico aprile 2024

 

 

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