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Osio sopra

Bimbi ustionati all’asilo, 3 anni e 4 mesi al papà che spruzzò il bioetanolo sul braciere

In aula ha letto le sue dichiarazioni: "Il senso di colpa mi soffoca. Ci penso tutti i giorni". Disposto il pagamento di una provvisionale di 200mila euro alla piccola Elisa Prandi e di 150mila euro ad Alessandro Bonansinga

Osio Sopra. Certo è che da quella tragica mattina di maggio Roberto Tornicelli non è più lo stesso uomo. È schiacciato da un peso, quello di aver rovinato con un gesto, fatto con tutte le sue buone intenzioni, la vita di due bimbi di 5 e 6 anni e delle loro famiglie.

Martedì 16 aprile l’uomo, 42 anni, difeso dall’avvocato Simone Tangorra, è stato condannato in abbreviato a 3 anni, 4 mesi e 12 giorni per aver materialmente spruzzato del bioetanolo su un braciere acceso per arrostire i marshmellow nel giardino dell’asilo San Zeno di Osio Sotto. Attività alla quale, tra l’altro, stava partecipando anche il suo bambino.

Lo ricorda lui stesso, quando prende la parola per rilasciare spontanee dichiarazioni: “Esprimo tutto il mio rammarico per quanto accaduto il 30 maggio 2022. Non passa giorno che io non pensi a quei tragici momenti, ai bambini e alle loro famiglie. Mai avrei pensato potesse succedere una disgrazia tale, mio figlio era presente quel giorno e non lo avrei mai messo volutamente in una situazione di pericolo. È successo qualcosa che è andato oltre il mio controllo ed il senso di colpa che provo, e che mi accompagnerà tutta la vita, non trova pace quando ripenso agli eventi cercando di dare un senso logico a quanto successo”.

Tornicelli ha sempre ammesso le sue responsabilità “ma vorrei puntualizzare che ogni aspetto del percorso era stato pianificato con la scuola e da loro approvato come avevamo fatto negli anni precedenti. Nonostante, successivamente, sia stato additato come un mostro, ho sempre offerto gratuitamente il mio tempo e ho sempre fatto solo quello che mi autorizzavano a fare”.

Nei confronti della scuola e “l’organizzazione cattolica che la gestisce, provo un profondo rammarico – aggiunge -. Il rammarico di aver dato tanto fidandomi totalmente della scuola, pensando di essere io stesso protetto, ritrovandomi invece totalmente solo, caricato dell’intera responsabilità. Il rammarico di non essere consapevole del divieto di accensione all’interno della scuola, anche se né i genitori presenti e co-partecipanti né le insegnanti si sono opposte in alcun modo al mio operato: mi chiedo se loro non dovessero essere altrettanto a conoscenza di questo divieto”.

Sia l’imputato sia la sua famiglia, compresi i due bambini di 12 e 6 anni, hanno intrapreso “un percorso di supporto psicoterapeutico per elaborare il dolore e il trauma. La professionista mi sta supportando nell’elaborazione del senso di colpa che mi soffoca”.

“Con profonda umiltà e la tristezza nel cuore, chiedo scusa a tutti i bambini e alle loro famiglie per tutta la sofferenza che li ha colpiti, e chiedo scusa anche a mia moglie e ai miei figli per averli esposti alle maldicenze e alle malelingue del paese”, conclude Roberto Tornicelli.

Il pubblico ministero Silvia Marchina aveva chiesto una condanna a 2 anni e 20 giorni, il difensore il minimo della pena. Il giudice Patrizia Ingrascì ha invece ritenuto di alzare la condanna fin sopra i 3 anni. L’avvocato di parte civile Danilo Delia ha commentato: “Il giudice ha valutato con severo rigore, anche se Tornicelli si è sempre assunto le sue responsabilità, ci ha messo la faccia, ha tenuto un comportamento dignitoso. Ma l’errore che ha commesso è troppo grande. Lui è stato condannato a 3 anni e 4 mesi, per Elisa, Alessandro e le loro famiglie quanto accaduto rappresenta una condanna a vita. Ciò detto, per noi il principale responsabile rimane la scuola. Non si può crocifiggere solo Tornicelli”.

Le condizioni di Elisa e Alessandro

Al termine dell’udienza, dopo la lettura del dispositivo di condanna, l’imputato ha trovato il coraggio di avvicinarsi ad Alfonso Bonansinga, il papà di Alessandro, uno dei due bambini rimasti gravemente ustionati. Hanno parlato per qualche minuto, entrambi con gli occhi lucidi, e infine si sono stretti la mano. Presenti anche la mamma Sabrina Ciulla, e Angela Perico, mamma di Elisa Prandi, la piccola che quel giorno ha riportato le ustioni più gravi sull’85% del corpo.

Il papà Paolo, che ha sempre presenziato a tutte le udienze, è rimasto a casa con la sua bambina, dimessa lunedì 15 aprile dall’ospedale, dove ha subito un intervento chirurgico: “Le hanno inserito un palloncino nell’addome, che gonfieranno progressivamente per tre mesi al fine di estendere la pelle che poi sarà utilizzata per innestarle il collo”, spiega Angela.

Alessandro è tornato da poco dalla Francia, dove si reca periodicamente per delle cure termali specifiche per curare le cicatrici da ustioni. “Ha iniziato anche il percorso di Emdr, una terapia per affrontare il trauma subito, ed è un po’ turbato. Ci hanno chiamati dalla scuola e la maestra ci ha detto che è come se si fosse spento un interruttore”, dichiara mamma Sabrina.

 

elisa e alessandro

 

La provvisionale

Il giudice ha disposto che Tornicelli versi una provvisionale di 200mila euro a Elisa Prandi, 150mila euro ad Alessandro Bonansinga, 15mila euro a testa per i quattro genitori, 10mila euro a testa per i due fratelli. Il risarcimento, che l’avvocato Delia ha stimato intorno ai 2 milioni di euro per Elisa e a 1,6 milioni per Alessandro, sarà stabilito in sede civile.

La posizione di don Luca Guerinoni

Il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione per la posizione di don Luca Guerinoni, all’epoca parroco di Osio Sopra e legale rappresentante dell’asilo San Zeno. Le famiglie si erano opposte e il gip aveva chiesto alla procura di indagare ulteriormente per capire se erano stati accesi in passato altri fuochi all’interno dell’asilo e se il prete ne fosse a conoscenza. Il pm ha effettuato nuove indagini, ma ha comunque ritenuto di presentare nuovamente richiesta di archiviazione. Le parti civili non si sono opposte.

Il processo a carico della maestra e della coordinatrice

Imputati a processo, fissato per il prossimo 18 giugno, con l’accusa di lesioni colpose gravi e gravissime, aggravate dal fatto di averle cagionate a più persone e perché commesse in violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro, la maestra della classe blu Monica Valsecchi e la coordinatrice della scuola materna Simonetta Nava. Entrambe hanno dichiarato di non aver autorizzato l’accensione del fuoco e di non sapere che quel giorno si sarebbero arrostiti i marshmellows. La maestra era però presente all’attività e in alcune immagini la si vede attorno al braciere insieme ai bambini.

 

elisa prandi
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